sabato 30 agosto 2008

Ciclisti urbani

Ovvero: oggetti pedalanti non identificati, deambulanti e derivanti nelle strade dell’Urbe

Il week end l’Urbe si riempie di questi personaggi; basta che nel tuo quartiere ci sia un albero, pure rachitico e malaticcio, che il ciclista pensa che sia una strada di campagna, prende la bicicletta e inizia a pedalarci intorno.
Li vedi, sotto il sole di agosto, vestiti con pezzettini di Lycra colorata e caschetto anticaduta mentre si inerpicano per i sette colli sudando a litri e sbevazzando Gatorade a venti all’ora sulle strade, mentre tu dietro fai la processionaria e chiedi per piacere se ti fanno passare che stai facendo tardi al lavoro.
I ciclisti se ne fregano che devi andare al lavoro, essi ritengono di essere bistrattati per 5 giorni alla settimana dalla Madre Urbe e nel week end si prendono la rivincita intasando le strade.Questa, indubbiamente, non e’ una citta’ dove puoi passeggiare in bicicletta: il traffico, lo smog, i rumori,la fretta quotidiana, le pessime condizioni delle strade, questa e’ una metropoli: e’ fatta per farti impazzire, non per pedalarci tranquillamente come se nulla fosse

Ora, io devo dire che i ciclisti hanno le loro ragioni: in questa citta’ le piste ciclabili sono praticamente inesistenti e quelle poche che ci sono girano su stesse e non portano a nessuna parte, al limite finiscono in un tombino o in una fogna. Quella nel mio quartiere, per esempio, se la segui passo passo finisci nel Tevere.

Ma questo non toglie che l’Urbe sia piena di parchi meravigliosi, lunghi Km e Km dove tu puoi passeggiare, prendere il sole, giocare a pallone oppure, appunto, andare in bicicletta. E ammetterete che andare in bicicletta nel parco consenta anche di respirare aria pura mentre sbuffi e sudi, invece di farti il pieno di smog sulla tangenziale est.
Pero’ credo che la razza ciclistica urbana sia mutata geneticamente, in realta’ respirano anidride carbonica ed espirano ossigeno, senno’ non mi spiego la loro funzione nella moderna societa’ urbana… a villa borghese non ce ne trovi nemmeno uno, stanno tutti per le strade a intasare il traffico con l’aria strafottente facendosi delle belle prese di aria pura dai tubi di scappamento delle macchine..boh…tra l’altro, s’incazzano pure comecche’, perche’ dopo 20 minuti che gli stai dietro e che vuoi passare li suoni e loro si girano e ti osservano schifati, con lo sguardo che dice: “Tu, cittadino motorizzato, chi te lo fa fare di stare bello seduto comodo sul tuo motorino invece di faticare come uno schiavo su questa salita? Ti compiango, cittadino motorizzato, perche’ non sai quanti anni di vita sto recuperando, sputando i polmoni in questo modo..non sai cosa ti perdi, quanti particolari ti sfuggono correndo sul tuo motociclo..quel fiore che sta spuntando nel cemento, per esempio, o il sole che illumina il coperchio rotto di quel tombino rialzato, quella pozzanghera putrida che non si asciuga mai e nella quale proliferano zanzare tigre, le buche pericolosissime, le cunette piene di rifiuti..correndo, caro cittadino motorizzato, ti perdi la meraviglia di queste strade”
Tutto questo dicono i loro occhi e i miei allora rispondono” senti gia mi rode che devo andare a lavorare di sabato, non mi rompere le palle con ste’ menate: io amo l’Urbe ma in queste cavolo di periferie non c’e’ niente da vedere, anzi meno vedi meglio e’ che senno’ ti deprimi ma vattene al circo massimo a pedalare, la’ si che vedi cose belle, vedi la storia e magari pure il culo di qualche bella turista. E spostati per favore”

Tutto questo i nostri occhi si dicono, mentre il sole del sabato mattina piano piano si leva e illumina l’Urbe e il grigio delle periferie diventa un po’ meno grigio e cazzo e’ proprio ora che mi sbrigo che faccio tardi pure stamattina

giovedì 28 agosto 2008

Risultati del super sondaggione

I dati mi hanno sorpresa.
Questo paese e' spaccato a meta', come il cervello di Bossi.
Dunque, c'e un fantastico ex aequo sul quale riflettere:
quasi il 50% di noi toglierebbe la custodia a genitori comunisti di figli ancora piu' comunisti

Soltanto nel caso i figli comunisti vogliano partecipare ad “amici di maria de Filippi” e i loro genitori comunisti non ce li facciano andare

e l'altra gran massa di noi e' d'accordo a togliere i figli ai genitori comunisti perche' i comunisti mangiano i bambini, per cui, in situazioni del genere, i bambini comunisti di genitori comunisti potrebbero mangiarsi da soli e questo farebbe piangere gesu’ bambino

ma il dato veramente agghiacciante, secondo me, e' che soltanto il 2% di noi ha risposto :"Solo se i genitori comunisti tentano di venderli a reti di pedofili"

Dunque il pedofilo, nella nostra societa', e' considerato meno pericoloso di un genitore comunista

mediamo, gente..meditiamo

martedì 26 agosto 2008

Aggressivita’ urbana

Dunque, l’Urbe e’ ancora mezza vuota ma mi sa che I piu’ cattivi sono gia tornati. Tra ieri e oggi hanno tentato di scamazzare il mio motorino (con me sopra):
Una fiat 500 (giusto con me poteva fare la prepotente)
Una Hunday cronos
Un SUV enorme non identificato
Un camioncino di gelati sammontana
Una mercedes classe a blu metallizzata

Iniziamo dalla 500. la guida una tipa di mezza eta’ , capelli (ovviamente) rosso menopausa; dal finestrino del guidatore gettava dell’acqua sul parabrezza e poi azionava i tergicristalli (evidentemente aveva finito l’acqua nell’apposito tubicino); ovviamente non riteneva opportuno fermarsi per procedere a questa operazione: senza nemmeno rallentare procedeva spedita nella sua opera di pulizia derivando sempre piu’ a destra, fino a sfiorarmi la gamba sinistra; le suono e le do’ un calcio sullo sportello ma lei non mi sente, perche’ le e’ squillato il cellulare e ovviamente deve rispondere senza auricolare

Hunday Cronos: procedeva a marcia indietro a 80 all’ora in una stradina secondaria che faccio per andare in ufficio; quando sono spuntata dalla curva me la sono vista venire addosso e mi sono scansata; il tipo mi ha fatto una clacsonata da paura, si e’ fermato, e mi ha urlato: “a stronza ma che cazzo fai?” IO? IO? Cerco di sopravvivere, caro cittadino pazzo e pieno di cocaina. In questo paese il codice della strada prevede che si proceda a marcia avanti seguendo la direzione tracciata dai segnali stradali. O stanotte e’ cambiato qualcosa?

Enorme SUV. Ero ferma ad uno stop; mi sembra di ricordare che lo stop significa: fermati, non hai la precedenza. Quindi ero ferma. Quella cosa enorme arriva dietro di me, oscura il sole, giuro. MI da un colpo di clacson e io vorrei scansarmi ma il motivo per il quale ero ferma e’ che le macchine che hanno la precedenza non mi fanno passare allora provo a salire sul marciapiede perche’ questo tiene fretta e continua a suonare ma lui mi precede: sorpasso a destra, sale sul marciapiede (per meta’ perche’ e’ un elefante) e si immette nel flusso; tutti lo schifano e lo suonano ma lui gliene frega, da lassu’ manco gli arrivano i mortacci che gli mandano

Camioncino Sammontana: sono ad un incrocio veramente pericoloso, vado piano, devo girare a sinistra con macchine che arrivano da tutte le parti e gliene frega che tengo la precedenza; sono piccola e grigia sai che ci vuole a togliermi di mezzo…metto la freccia, rallento, ho quasi raggiunto il punto di svolta ed ecco che il camioncino sammontana mi taglia la strada e va dritto. Il tipo accanto al conducente si affaccia dal finestrino e sghignazza, gli fa ridere la paura che mi sono messa. Mi auguro che si siano schiantati, da soli, su un muro di cemento armato

Mercedes classe A: dunque: siamo un uno di quei merdosi sentierini di campagna urbana (ovvero quartiere residenziale) che devo fare per andare in ufficio; la strada e’ larga metri due limite di velocita’: 50 orarie.
La strada e’ tutta disastrata e bucata, conviene andare a 20 all’ora. Io sono sui 45, faccio la gincana tra i varchi dimensionali che sono sull’asfalto, temo che se ci casco dentro esco fuori in Cina, sono finite le olimpiadi capace che mi arrestano, tengo pure la bandiera della pace avvolta al culo del motorino; la mercedes tiene fretta, suona, sbuffa,mi abbaglia, mi insulta ma io non posso togliermi di mezzo perche’ non c’e’ modo, la strada e’ stretta , verso la fine diventa tre metri e mezzo quello accelera, sorpassa e inchioda con gran stridore di freni perche’ il semaforo e’ rosso. Ovviamente mica aveva guardato piu’ in la’ del suo naso, non poteva mica guardare se valeva la pena strombazzare e abbagliare…

Ho paura a tornare a casa

lunedì 25 agosto 2008

Pubblicita’ ingannevoli (e veramente cretine) n. 6

La mandavano in onda tempo fa e dopo un periodo di dismissione (forse era caduta in disgrazia?) adesso la passano continuamente..

Rio casa mia

Ci sono due famiglie: una di razza ariana occidentale di estrazione piccolo borghese; l’altra indiana tradizionale, di estrazione proletaria, con tutti con i sari colorati e i bindi sulla fronte.

Le due famiglie sono in un salotto, si fronteggiano.
In un angolo, su un piccolo divano, un baccala’ figlio di mamma con la cravatta stretta e’ seduto, mano nella mano, accanto ad una bellissima pischella indiana ( che dio solo sa perche’ si vuole sposare il baccala’).
E’, evidentemente, il grande giorno: le famiglie dei due fidanzati si stanno conoscendo.

E presumibilmente, dalla faccia della mamma del baccala’ (una stitica piccolo borghese platinata e con la bocca stretta) si stanno per scontrare. Ma attenzione: la mamma indiana, cicciona ma simpatica (ricchezza di stereotipi a non finire: la mamma proletaria ciccione e simpatica, la mamma ariana bella ma fredda e distante ma quanto li avranno pagati gli sceneggiatori? Bah) fa notare che la sua casa e’ pulitissima (e di cosa vuoi che parli una mamma proletaria? Di politica? Di economia, del benessere dei due figlioli?) e dice che la pulisce con rio casa mia. A questo punto, manco avesse detto abracadabra, parte una musichetta indiana che piu’ scema non si puo’ ; tutti si alzano e ballano per la casa, in cucina, nel cesso ed in mezzo alle scale e pure la mamma ariana stitica si vede che si lascia coinvolgere dalla musica, si scioglie tutta e balla pure lei in mezzo ai chiassosi indiani.
La pace e’ fatta, i due figlioli convoleranno a giuste nozze con l’augurio di entrambe le famiglie e la mamma ariana che non tiene piu’ remore, perche’ la famiglia proletaria indiana sono puliti e non puzzafame.
Sono indecisa, non so se questa pubblicita’ e’ piu’ razzista o piu’ idiota

venerdì 22 agosto 2008

Panico Urbano

A volte, nell’Urbe, accade una tragedia.
Spesso, nell’Urbe, la tragedia viene coperta da uno spesso panno di ridicolo.
Dunque questa mattina, black out nel mio ufficio; non funziona niente e due colleghi sono rimasti chiusi in ascensore.. Niente da fare, dunque ed un’intera giornata di lavoro con l’unica prospettiva di chiacchierare con le mie colleghe. Poi dici che uno s’impicca alle travi.
Dunque, presa dall’ozio, mi affaccio alla finestra; c’e’ un gran movimento sotto al palazzo di fronte: carabinieri e pompieri riuniti davanti al portone, tutto il vicinato affacciato. Al terzo piano, un poderoso omo de panza se ne sta tranquillamente in balcone a leggere il suo giornale. Non si capisce cosa accade ma ad un certo punto, un pompiere rientra nel camion e fa suonare la sirena. Forse aveva dimenticato di farlo prima. Comunque, dopo un lungo conciliabolo tra le forze dell’ordine, un carabiniere e due pompieri prendono l’iniziativa: un enorme braccio meccanico spunta dal camion dei pompieri; i tre vi salgono e vengono innalzati. Per un istante ho creduto che si sarebbero diretti dall’omo de panza per strappargli il giornale ma no, vanno piu’ su e ancora piu’ su. Poi si fermano davanti ad una finestra. La gente intanto scende dalle case per andare a vedere meglio lo spettacolo, forse qualcuno si e’ sentito male e ha bisogno di aiuto. Il carabiniere ed i due pompieri sono sul posto, in equilibrio sull’elevatore che traballa, causa vento moderto.
Attendono.
Tutti attendiamo, per poi poter strillare quando capiamo che tipo di tragedia si e’ consumata dietro quella finestra chiusa.
I tre attendono e parlottano fra di loro.
Poi il carabiniere prende coraggiosamente l’iniziativa: bussa al vetro.
Nessuna risposta
La folla protesta: magari il tipo dell’appartamento e;’ gia morto, che siamo scesi a fare.
I tre ancora parlottano. Poi fanno segno al pompiere rimasto di sotto, chiedono di scendere. Vengono riportati a livello terra, la folla si accalca, loro professionalmente non rispondono agli angosciosi interrogativi che ci attanagliano: che sta succedendo? E’ morto qualcuno o sta solo morendo? Dobbiamo chiamare la televisione? Perche’ se dobbiamo chiamare la televisione magari mi faccio fare i capelli..ma loro incuranti della folla prendono un martello e risalgono sull’elevatore, su su su e ancora piu’ su e no, troppo su, hanno sbagliato appartamento, fanno cenni al tipo che muove l’elevatore, portaci piu’ giu ma il tizio li porta troppo giu allora poi tocca risalire.
Io a questo punto penso che non e’ possibile che alla tv fanno vedere quei salvataggi straordinari fatti da super poliziotti ciechi con una mano legata dietro alla schiena e qua sembra di stare in una barzelletta:” c’erano un carabiniere e due pompieri, uno napoletano..”
Echecazzo
La tensione e’ alle stelle, la folla trattiene il respiro, il carabiniere sfonda il vetro.
Guarda nell’appartamento
Guardano anche i pompieri
Poi fanno cenno al tizio a terra, facci scendere
Scendono
Si separano e ridono, parlottano divertiti
Poi se ne vanno, ciascuno con il proprio mezzo, senza sirene
Cosa e’ successo nella casa misteriosa con il vetro sfondato?
Non lo so, nessuno lo sa
Mi auguro che ci fossero degli amanti clandestini che hanno fatto rumori strani che hanno insospettito i vicini, perche’ mi rifiuto di pensare che, senza un motivo apparente, un tizio torni a casa la sera e si trovi con il vetro sfondato, il gatto impaurito e tanti saluti. L’omo de panza ha finito il giornale, si toglie gli occhaili, da un’occhiata di sotto, si stiracchia, si gratta il panzone e torna dentro.
Non e’ successo niente nemmeno per lui

mercoledì 20 agosto 2008

Urbi et orbi

Catania: Un adolescente catanese è stato tolto alla madre e affidato al padre perché è un militante di Rifondazione comunista. Polemiche per la decisione del Tribunale etneo che, tra le motivazioni del provvedimento, ha sottolineato l'appartenenza politica del ragazzo

Urbe: un enorme ratto del tevere e’ stato tolto alla custodia della madre, nota divoratrice di ausiliari del traffico di Forza Nuova. Polemica sulle motivazioni della sentenza: “quella zoccola deve imparare a mordere pure i comunisti, altrimenti non fornira’ sufficiente equilibrio idrofobo a suo figlio, che sara’ indotto a credere che le uniche prede disponibili siano le caviglie dei bravi ausiliari di destra”

Ma dove andremo a finire? Rispondete al sondaggione, cosi’ magari lo capiamo

martedì 19 agosto 2008

Metodi e tecniche di sopravvivenza urbana: il caro vita

Lo ammetto, quando sono in ferie mando in vacanza anche il cervello e gli do’ in pasta soltanto degli inutili gossip reperiti tra le pagine dei giornaletti scandalistici. Questo fermo cerebrale aiuta i miei neuroni a non sovraccaricarsi e il mio fegato a non ingrossarsi. Senonche’, pare che quest’anno, oltre alle tette al vento e al nano che ha fatto pace con la moglie (veronica, lasciamelo dire, mi hai delusa) l’imperativo di ogni giornalino sia suggerirti come contrastare il caro vita e la corsa dei prezzi. Ovviamente, dato che gli editori di questi giornaletti sono a capo del governo o a cena dal capo del governo, sanno in anticipo che nessuno fara’ niente per fermare l’inflazione e cosi’ tentano di convincere la massaia media che la crisi economica e’ un’ottima opportunita’ per mettere alla prova le sue capacita’ di brava economa domestica. Ed ecco ricette economiche, spesa facile, rimedi medici casalinghi (tanto lo sanno che negli ospedali pubblici ormai e’ inutile andare). Io mi sento oltraggiata da una simile manipolazione della pubblica opinione, che non stimola la combattivita’ ma porta alla rassegnazione (beh c’e’ la crisi ma vedi, in qualche modo si puo’ sopravvivere) per cui voglio essere franca ed onesta con tutti i miei blogger e suggervi gli unici, veri, reali metodi di sopravvivenza a questo lungo e caro periodo che sta per arrivare.
Per far fronte al caro prezzi consiglio:

  1. vendita al mercato nero di uno o piu’ organi (tanto appena vi beccate la polmonite perche’ non riuscite piu’ a pagare il riscaldamento, in ospedale un medico corrotto ve li portera’ via, tanto vale che siate direttamente voi a guadagnarci su). Non e’ necessario che gli organi siano in perfette condizioni, la perfezione non e’ di questo mondo.
  2. battere il marciapiede. Si puo’ fare come secondo lavoro, vanno bene sia gli uomini che le donne, soldi esentasse.
  3. affittare il proprio utero
  4. vendersi i figli, quelli piccoli piccoli e biondi si piazzano facile (e non voglio recriminazioni ne’ commenti scandalizzati di stampo piccolo borghese su questo quarto punto)
  5. affittarsi i figli (idem come sopra)
  6. rapinare banche (in fondo, rapinandole riequilibriamo soltanto il sistema di giustizia sociale
  7. rapinare i politici quando escono dal parlamento (se li becco con i soli spiccioli ci passo bene tre inverni)
  8. diventare un killer su commissione (e non fate gli schizzinosi, provate, magari vi piace e puo’ essere un’ottima valvola di sfogo)
  9. vendere i dati personali di parenti e amici a societa’ di marketing (questa non e’ sporchissima, se lo fate nei confronti di persone antipatiche; i codici fiscali vengono pagati a peso d’oro e i vostri nemici saranno subissati di pubblicita’ di ogni tipo)
  10. uccidere un dipendente pubblico di un qualsiasi ente assurdo e prendere il suo posto; andate al lavoro col cappello calcato sugli occhi e con il giornale aperto a coprirvi il volto, vi chiudete nel vostro ufficio e non fate assolutamente nulla e non toccate niente. Secondo me, ci sono ottime probabilita’ di sbafarvi lo stipendio del tipo morto per almeno dieci anni ( e lo so che ci sono tanti dipendenti pubblici che lavorano e tanto, anche, ma avendo lavorato in un ente pubblico posso narrarvi di imboscati cronici di cui non ho mai visto la faccia)

    Dunque miei cari, buttate le ricettine da quattro soldi che mirano solo a farvi mangiare fagioli in scatola e simmenthal (a proposito, l’aumento dei prezzi non sara’ il frutto di un complotto che mira soltanto a far deviare i gusti e i consumi degli italiani? Madonna non posso stare gia cosi’ stressata al rientro dalle ferie) e date retta a me.

Non ci sono modi facili di affrontare la crisi economica. Ci tocca solo stringere i denti. E resistere e sopravvivere. Il piu' dignitosamente possibile

domenica 17 agosto 2008

Scene da un matrimonio

Dopo un’ampia osservazione del rituale matrimoniale, il mio fratellino si è fatto un’idea di come debba comportarsi un invitato perfetto e ha stilato un piccolo decalogo del bravo invitato. Poi l’ha stampato e affisso fuori alla sala dove si è tenuto il ricevimento del suo matrimonio. Come dire, la follia è di famiglia. Lo ripropongo integralmente:

  1. Lodare incessantemente la sposa.
  2. Insultare lo sposo per l’assenza della cravatta (eh si signori, lo aveva detto e l’ha fatto: manco al suo matrimonio l’ha messa. Io mi sono tolta un metaforico cappello)
  3. Sorridere fingendo gradimento per tutte le 3500 ore di durata del matrimonio
  4. Lodare, con ampie e sonore espressioni verbali, qualsiasi portata venga servita
  5. Se lo sposo propone un brindisi, non assecondarlo
  6. fare impazzire il fotografo con richieste assurde
  7. Proporre, ogni quindici minuti circa, brindisi deficienti del tipo:”alle scarpe strette della sposa!”
  8. far capire chiaramente allo sposo che in questo giorno (e in tutti quelli a venire) lui non conterà un cazzo
  9. Chiedere ai genitori dello sposo se è un caso il viaggio a Lourdes organizzato per la settimana successiva al matrimonio
  10. Chiedere ai genitori della sposa chi è Chicco (*) e perché dorme nel vecchio lettino della sposa

    *Chicco è il barboncino che i genitori della sposa hanno adottato per compensare la mancanza dei figlioli, ormai tutti grandi e scappati di casa. Testimoni fidati hanno sentito il papà della sposa telefonare almeno trenta volte al dog sitter per sentire se Chicco stava bene. Altri testimoni fidati riferiscono che si, stava bene.

In ottemperanza al decalogo del bravo invitato, sono stati proposti una discreta quantità di brindisi idioti, tra i quali ricordo:
“alla grande assente della serata, la cravatta dello sposo!!”
“al filetto al pepe verde, che era troppo buono!!”
“al cane Chicco, che con questo matrimonio si è sistemato!!”
“onore al fagiano morto sulla testa della testimone”!!

Che sarei io. Che sono stata dal parrucchiere un’intera mattinata pagando una cifra che manco mi
voglio ricordare per ottenere una complicatissima pettinatura che altro non era che la stilizzazione di un fagiano spiaccicato sul parabrezza di un’auto in corsa. Se a questo unite il fatto che (data la libertà di abbigliamento concessa dagli sposi) avevo messo un vestitino orientale e avevo un bindi indiano al centro della fronte, vi farete un’idea di come mi ero conciata. E pensare che ero del tutto sobria quando mi sono vestita, la mattina. Certe volte non capisco proprio com'è che mia madre mi fa uscire di casa combinata in certe maniere…

venerdì 8 agosto 2008

Il viaggio della speranza


Io non è che voglio essere ripetitiva ma Trenitalia mi costringe.

Essendo pendolare ormai da quindici anni, sono abituata al fatto che d’estate la Roma-Napoli va in tilt.
La linea ferroviaria semplicemente impazzisce.
Non che di norma sia il massimo della sanità mentale.
Dunque, questa mattina parto per la mia terronisssssima città natale, si sposa il mio fratellino. La mia presenza è indispensabile, sennò col cazzo che prendevo il treno ad agosto. Dunque, dicevio, arrivo a termini trafelata, perché la metro ha tardato, si è fermata sotto una galleria, si è stiracchiata, si è scaccolata per una decina di minuti e poi è ripartita. Arrivo al volo, dunque e noto con orrore che a dieci minuti dalla partenza del treno non è segnalato il binario.
Chiunque abbia mai preso, anche solo una volta nella sua vita, un treno di trenitalia, sa questo è un presagio di sventura.
Un brivido gelido mi risale la schiena e ci sono almeno trentacinque gradi col 60% di umidità nell’aria. Alla fine il treno viene annunciato, vado al binario, mi ficco tra la folla che sale, imbuto nel corridoio: tanti bagagli, poco spazio,gente rincoglionita che non sa dove sedersi, prepotenti che si siedono al posto degli altri, rimbambiti che rimangono fermi in mezzo al corridoio con valigione stile baule da sfollato che ripetono a pappagallo: devo passare devo passare devo passare, bambina lagnosissima che ancora non è partito il treno e gia chiede alla mamma ma quando arriviamo? Voglio dire, c’è gia da tirare fuori il Kalashnikoff.
Ma ecco, colpo di scena, ancora siamo tutti imbutati nel corridoio strettissimo dell’eurostar con i bagagli che spuntano fuori da tutti i pizzi, che si chiudono le porte. Il capotreno annuncia un ritardo di mezz’ora.
Bestemmione corale.
Continuiamo a cercare di muoverci verso i nostri posti; qualcuno ha finalmente calpestato il derivato con il baule e il traffico si è decongestionato. Arrivo al mio posto ma sono tutta sudata. Improvvisamente fa caldissimo. In effetti, l’aria condizionata è spenta, il finestrino è fissato, non possiamo tirarlo giu. Mi avvicino alla porta, ho bisogno di aria ma la porta non si apre. Passa il capotreno. Chiedo di aprire la porta ma lui dice non si può, non potete scendere perché può essere che il guasto lo riparano prima di mezz’ora e poi ci tocca farvi risalire tutti (ma perché ci devi prendere in braccio? Boh); allora io chiedo per piacere che accendano l’aria ma lui si scusa e dice che l’aria è collegata al motore e si può accendere solo se il treno è in movimento. A parte che a me mi sembra che questa è una cazzata (ma conoscendo trenitalia potrebbe anche essere vero) gli chiedo allora se cortesemente mi suggerisce una soluzione che mi consenta di non morire liquefatta. Lui mi guarda intensamente, gli vedo la buona volontà negli occhi, mi vuole aiutare; arriva una tizia vistosamente incinta, gli chiede se può aprire i bagni perché lei la deve proprio fare ma il capotreno, con aria dolente, le spiega che gli unici bagni funzionanti sono in coda treno ma possono essere aperti alla partenza.
A questo punto mi sono sentita autorizzata a dare di matto.
E quindi l’ho fatto urlando come al solito come una pazza che io il biglietto per questa merda di treno l’ho pagato 28 euro ma mi conveniva chiedere un passaggio a un carro bestiame sulla pontina, che almeno stavo in compagnia degli animali che è normale che puzzano e non ti rispondono e che è uno schifo avere solo due bagni funzionanti, che poi funzionanti è una parola grossa, poi bisogna vedere che si intende, per funzionanti, e pure la tizia incinta urla parecchio e si aggiungono, devo dire, anche altri passeggeri e tutti protestiamo tantissimo e uno dice ma io devo arrivare fino a reggio calabria, porca miseria, come ci arrivo in questa condizioni, nella cassa da morto ci arrivo porca zozza e così allora il capotreno apre la porta e dice vabbè allora fate come volete, scendete ma io non voglio responsabilità. Questa non l’ho capita, ma responsabilità di cosa?? Di averci fatto fare una presa d’aria? Ma la responsabilità di farci sciogliere come gelati e farci diventare puzzolenti di sudore come maiali se la poteva prendere? E questo è stato solo l’inizio. Fuggo fuori, respiro.
La bambina si lagna mamma perché il treno non parte?
Sarà un lungo, lungo viaggio

mercoledì 6 agosto 2008

Sono momentaneamente assente

lasciare un messaggio su questo post se sentite troppo la mia mancanza
(tranquilli prima o poi torno)

Misteri urbani

Poi dici che uno sbraita contro la natura.
Qualcuno sa perche’ le zanzare pungono in maniera preferenziale tra le dita dei piedi o delle mani?
Perche’, anche se hai il sedere e le cosce polpose loro si accaniscono sui sensibili interstizi del tuo corpo?
E perche’ prima di pungere ti devono ronzare nelle orecchie, svegliandoti?
Voglio dire, mi devi pungere? E pungimi, non mi svegliare prima, cosa ti ronzi nell’orecchio? Cos’e’ la beffa dopo il danno?
E perche’ non si estinguono? Lo sapete che la zanzara e’ l’unico insetto arrivato fino a qui direttamente dalla preistoria, praticamente immutato? Voglio dire, milioni di anni che esiste e non si e’ nemmeno evoluta un attimino, fatti spuntare un silenziatore, no?
Sei stupida, zanzara, percio’ non ti evolvi.
Sai solo succhiare il sangue e rompere le scatole e sono bravi tutti a fare cosi’, sai? Pure io riesco a campare milioni di anni non facendo niente, facendomi passare addosso la storia ronzando indolente nelle orecchie della monarchia, della borghesia,del ceto impiegatizio,degli operai,degli immigrati,dei rom,dei mafiosi e dei politici.
Parassita

martedì 5 agosto 2008

la tenda del vicino e' sempre piu' verde

Io, essendo un essere urbano, non parlo con i vicini.
Non so nemmeno che faccia abbiano. Non potrei mai essere d’aiuto alle indagini su un omicidio avvenuto nel mio palazzo, mi troverei a dire alla polizia che il tizio io non l’avevo mai visto e non sarei presa in considerazione dalle telecamere della vita in diretta.
A volte, pero’, i vicini vedono te.

E, orrore degli orrori, potresti piacergli e potrebbero desiderare di fare amicizia.
Il perche’ non lo so.
Fatto sta, io sono piaciuta a Pina Pappalardo, la mia nuova vicina del terzo piano. E pensare che ancora devo trasferirmi, ero solo andata li’ a prendere le misure per la cucina!! Pina Pappalardo ha abilmente atteso che fossi in condizioni di non potermi sottrarre al suo assalto: stavo montando in motorino, in bilico su un piede solo, mi si e’ piazzata davanti sorridente. Mi ha chiesto, dove vai in moto? Io la guardo stranitissima..al lavoro..ah che bello, lavori, e dove (ma perche’ mi da del tu? Boh?) e senza aspettare risposta mi dice che lei e’, appunto, Pina Pappalardo del terzo piano, e io invece dove sono? E quanto pago d’affitto? E che bello che sono venuta ad abitare li’ dove sono tutti brave persone, tranne le ragazze del quarto piano che invece sono delle scatenate e che pure il portiere e’ una brava persona e che la mia padrona di casa lei la conosce da quando era bambina e invece il figlio abita ad Acilia (ma che me ne frega a me?) e il pane si compra bene dal fornaio all’angolo, quello sullo stradone invece e’ meglio evitare perche’ ruba sul peso che lei se ne’e accorta, mica e’ nata ieri e che oggi la vita gia e’ cara non e’ che ci possiamo far rubare del fornaio (eh no) ma io per caso abito al quinto piano? No all’ottavo, ah nelle ex lavanderie, ah ci hanno fatto dei begli appartamenti ma che brava e bella ragazza che sei (e li ho pensato che in genere Pina Pappalardo vede solo mostri e serial killer perche’ io proprio bella e tantomeno brava non sono) ma abiti da sola o con il marito? Ma i bambini ce li hai? Ah spero che ti vengono presto e tanti (per carita’ no, non ce li ho perche’ non li voglio ma perche’ li devo volere per forza perche’??) e comunque pure quelli del sesto piano tanto con la testa non ci stanno, hanno messo una tenda verde fuori al balcone ma ti sembra normale?
A quel punto io avrei voluto dire: gentile signora Pina Pappalardo ma a lei le sembra normale fermare le persone per la strada e porre domande intime intimissime e soprattutto raccontare loro dei fatti privati intimi intimissimi che non destano negli ascoltatori interesse alcuno?
Invece ho annuito, ho aspettato che riprendesse fiato e ho messo in moto, grazie di tutto signora arrivederci

Io adesso mi sto chiedendo come non incontrare mai piu’ nel palazzo Pina Pappalardo.
Ci sara’ un modo di bypassare il terzo piano??