sabato 28 gennaio 2012

Io ti maledico

Tu
Donna orribile che hai rovinato una notte di magia e chissà per quanto tempo popolerai i miei incubi;
Tu
che hai infranto la mia autostima faticosissimamente costruita con anni di psicoanalisi, meditazione zen e stupidi manuali di self help
Tu
che in un nanosecondo hai distrutto la mia intima convinzione di avere finalmente acquistato una crema antirughe che potesse sostituire il botox
Tu
donna orribile, mentre io entusiaticamente cercavo di rubare qualche foto al mio nipotino da dietro i vetri del nido, hai imboccato quel corridoio e guardandomi dritta negli occhi mi hai chiesto se ero io che avevo una figlia in sala parto.
E mentre sono rimasta lì a guardarti a bocca aperta, troppo umiliata per avere la forza di risponderti, hai finto di non sentire i rumore di vetri infranti della mia autostima andata di nuovo a farsi fottere e sei passata oltre, indispettita dal mio mutismo, camminando in mezzo ai cocci del mio ego, calpestandoli, triturandoli e ditruggendo quel poco che avrei potuto raccogliere da terra per sentirmi di nuovo un essere umano
Tu
Donna orribile sbucata dal nulla come i miei peggiori incubi sappi che:

IO TI MALEDICO
ti auguro ragadi anali
ti auguro che stare seduta sia uno strazio e che stare stesa non ti porti alcun sollievo
ti auguro carie sempiterne e apicectomie multiple
ti auguro che la prossima a cui fai uno sgarro simile sia una lottatrice di sumo irascibile con scarso senso dell'umorismo
Ti auguro operai in casa che ogni giorno ti sfasciano qualcosa e il giorno dopo te lo devono aggiustare e invece rompono altro e quindi devono tornare ancora e ancora
Ti auguro problemi burocratici
Ti auguro Equitalia alle porte
ti auguro stitichezza, che con le ragadi anali ci fa scopa

questo ed altro, io ti auguro; ma soprattutto che ti si incolli quella cazzo di boccaccia inutile..se non avessi il terrore cieco di rivivere qul momento, vorrei tornare indietro e dirtelo di persona sperando che tu reagisca, così da poterti saltare addosso e azzannarti la giugulare, lavando finalmente così, con il sangue, l'onta sempiterna

Augh

venerdì 20 gennaio 2012

Le stagioni in città*


In questa grigia periferia urbana, popolosa rumorosa e multietnica, piena di palazzoni orrendi che svettano fino al cielo e lo coprono, nascondendolo tra tetti e parabole, noi cittadini potremmo avere serie difficoltà a capire in che cavolo di stagione ci troviamo: fa 16 gradi a gennaio, se non piove pare primavera, stanno fiorendo pure i mandorli!

Fortunatamente, abbiamo una chiave interpretativa più esatta del meteo per capire in che periodo dell'anno ci troviamo; ogni bravo cittadino lo sa e osservando il suolo, invece del cielo, capisce che siamo a carnevale dall'incredibile quantità di coriandoli gettati sui marciapiedi
L'osservazione scientifica della produzione di rifiuti diventa, nell'Urbe, più orientativa della bussola: c'è il monsone e piove da giorni ma fa caldo umido e c'è una luce che pare metà aprile? tranquillo cittadino, guarda in giù: se vedi millamila volantini che pubblicizzano i saldi sei ancora a metà gennaio; segui la scia e i cumuli, se non hai visibilità causa pioggia e riuscirai ad arrivare in un negozio per fare le tue sacrosante spese promozionali
Dubbi su quando viene Pasqua? guarda i secchioni della carta: se traboccano di scatoloni enormi su cui c'è l'effige di un uovo, sbrigati ad andarlo a comprare: siamo prossimi. Se invece i sechioni sono pieni di lucidi e colorati involti, beh, mi spiace, gia passata
Le stagioni in città sono riconoscibili ormai, solo in base ai rifiuti che producono: alberi di natale rovesciati nei cassonetti con ancora qualche festone attaccato, coriandoli, mimose nei cestini della carta straccia, involti colorati di uova buttati nella plastica, volantini sul conserto del primo maggio in terra davanti alla cassette della posta, il nuovo catalogo ikea estate nell'androne del palazzo, cassette straripanti di offerte viaggi, offertone autunnali da LEROY MERLIN, zucche gettate nel cestino dell'umido e poi di nuovo aghi di pino e alberi di natale nei cassonetti
Diciamolo, l'alternanza autunno-inverno-primavera-estate era noiosa e ripetitiva. Vuoi mettere il ciclo dei rifiuti in terra? molto più variopinto, più moderno; molto friendly, se vogliamo: immediatamente comprensibile da chiunque: dalla massaia trasteverina all'egiziano che parla poco il romanesco; i rifiuti in terra sono democratici, parlano una lingua universale come la matematica, ciò che sporge dal cassonetto viene immediatamente capito e compreso.

La verità è che qui nell'URBE, gente, siamo avanti nà cifra; leggiamo la munnezza come le meridiane

Stagioni in città: nun ve temo

*omaggio a Calvino. Marcovaldo, qua manchi solo tu

martedì 17 gennaio 2012

Mare, profumo di mare


Cioè
è sceso dalla nave
Il capitano Stubing non l'avrebbe mai fatto. Sarebbe affondato con la sua loave boat.
Possibilmente portandosi dietro anche Gopher
Il capitano che affonda con la sua nave non è un semplice clichet, è una legge di natura scritta nel DNA salato di noi gente di mare, nata in una città di mare e che mai si azzarderebbe a salire su una nave al cui varo la bottiglia non si sia rotta.
E' sceso dalla nave
ma pure per la figura di merda che poi si viene a sapere, scusa

Io credevo che non fosse proprio fisicamente possibile che i capitani abbandonassero la nave, tipo che avessero i piedi inchiodati alla plancia o non so, che avessero un rapporto morboso col timone e che quindi non volessero abbandonarlo, comunque che ci fosse una similitudine tra il capitano e la cozza abbarbicata allo scoglio, che non riesci a schiodarla
invece pare che possano scappare come conigli, fottendosi una scialuppa e togliendola ai passeggeri
Ho visto cose, in questo paese, che i cittadini di nazioni civili non possono nemmeno immaginare: ho visto un magnaccia pagliaccio buffone fare fortuna e carriera politica con allegre tangenti, ho visto un bacucco reazionario diventare padre spirituale del gruppo religioso più influente del paese, ho visto un ministro inventarsi un tunnel sotto il gran sasso, ho visto l'incompetenza e l'inettitudine dei governi di fronte ad alluvioni, terremoti e straripamenti; ho visto insabbiare rapimenti, omicidi, preti pedofili
Ma dentro di me rimaneva questa convinzione, questa consapevolezza, questo sentire naturale come il respiro: il comandante affonda con la sua nave
...tra un pò mi verrete a dire che non esiste nemmeno la fatina dei dentini