venerdì 20 gennaio 2012

Le stagioni in città*


In questa grigia periferia urbana, popolosa rumorosa e multietnica, piena di palazzoni orrendi che svettano fino al cielo e lo coprono, nascondendolo tra tetti e parabole, noi cittadini potremmo avere serie difficoltà a capire in che cavolo di stagione ci troviamo: fa 16 gradi a gennaio, se non piove pare primavera, stanno fiorendo pure i mandorli!

Fortunatamente, abbiamo una chiave interpretativa più esatta del meteo per capire in che periodo dell'anno ci troviamo; ogni bravo cittadino lo sa e osservando il suolo, invece del cielo, capisce che siamo a carnevale dall'incredibile quantità di coriandoli gettati sui marciapiedi
L'osservazione scientifica della produzione di rifiuti diventa, nell'Urbe, più orientativa della bussola: c'è il monsone e piove da giorni ma fa caldo umido e c'è una luce che pare metà aprile? tranquillo cittadino, guarda in giù: se vedi millamila volantini che pubblicizzano i saldi sei ancora a metà gennaio; segui la scia e i cumuli, se non hai visibilità causa pioggia e riuscirai ad arrivare in un negozio per fare le tue sacrosante spese promozionali
Dubbi su quando viene Pasqua? guarda i secchioni della carta: se traboccano di scatoloni enormi su cui c'è l'effige di un uovo, sbrigati ad andarlo a comprare: siamo prossimi. Se invece i sechioni sono pieni di lucidi e colorati involti, beh, mi spiace, gia passata
Le stagioni in città sono riconoscibili ormai, solo in base ai rifiuti che producono: alberi di natale rovesciati nei cassonetti con ancora qualche festone attaccato, coriandoli, mimose nei cestini della carta straccia, involti colorati di uova buttati nella plastica, volantini sul conserto del primo maggio in terra davanti alla cassette della posta, il nuovo catalogo ikea estate nell'androne del palazzo, cassette straripanti di offerte viaggi, offertone autunnali da LEROY MERLIN, zucche gettate nel cestino dell'umido e poi di nuovo aghi di pino e alberi di natale nei cassonetti
Diciamolo, l'alternanza autunno-inverno-primavera-estate era noiosa e ripetitiva. Vuoi mettere il ciclo dei rifiuti in terra? molto più variopinto, più moderno; molto friendly, se vogliamo: immediatamente comprensibile da chiunque: dalla massaia trasteverina all'egiziano che parla poco il romanesco; i rifiuti in terra sono democratici, parlano una lingua universale come la matematica, ciò che sporge dal cassonetto viene immediatamente capito e compreso.

La verità è che qui nell'URBE, gente, siamo avanti nà cifra; leggiamo la munnezza come le meridiane

Stagioni in città: nun ve temo

*omaggio a Calvino. Marcovaldo, qua manchi solo tu

2 commenti:

Francesco Zaffuto ha detto...

è vero, è un gennaio inquietante ... spero che la primavera non sia altrettanto inquietante, altrimenti ci restano solo i rifiuti ...

Punzy ha detto...

tu quanti coriandoli hai contato? io millemila in quindici metri, dev'essere vicino martedì grasso..