martedì 30 dicembre 2008

Il 2009 che vorrei

Gennaio
Il bollettino dei morti di capodanno e’ impressionante: tra quelli che si sono fatti scoppiare i petardi in mano e quelli spiaccicati sulle strade pare che in Italia siano rimasti vivi sui due-tre milioni di persone.
E nessuno di quelli che ancora respira vota il nano

Febbraio
Il padre di Paris Hilton si gioca la figlia a poker con un losco figuro di origine meridionale; perde con un full di assi e Paris finisce a fare la donna delle pulizie in un motel di terz’ordine in provincia di Avellino; Il video di lei con la pinza nei capelli che stura un water otturato fa il giro del mondo in tre secondi e mezzo

Marzo
Obama ritira le truppe Usa dall’Iraq e dall’Afghanistan, chiude Guantanamo, scioglie la CIA, affitta ad equo canone la casa bianca ai senza tetto, promulga una legge per eliminare le assicurazioni sanitarie e poi viene fatto fuori. La gente invoca Santo Subito ma il papa rifiuta perche’ non ha trasformato l’acqua in amaro Montenegro

Aprile
Dio scende sulla terra e s’incazza di brutto: scomunica Ratzinger, caccia tutti dal cupolone e si vende il tesoro del vaticano su e-bay; il ricavato se lo tiene perche’ e checazzo, sono millenni che quelli utilizzano il suo nome e a lui non gli arriva una lira di diritti di autore; prima di risalire in cielo lancia un paio di fulmini a caso.
Uno colpisce Montecitorio
L’altro, Fantozzi

Maggio
La Punzy trova un editore che la pubblica e diventa ricca, famosa e pure un po’ stronza.
Nessun piccione le caga piu’ sulla sella del motorino

Giugno
Inizia l’estate piu’ fantastica del millennio: temperature che non superano i trenta gradi, zero umidita’ e i TG che non sanno di cosa parlare.

Luglio
Gossip: paris Hilton sorpresa mentre si toglie la pinza dai capelli. Iniziano tre nuovi reality show: la zucca misteriosa, il cappello degli sconosciuti e balliamo tutti quanti insieme; nei primi due, personaggi famosi e non vengono sparsi in giro per la terra e fanno delle robe varie e si sparlano dietro come pochi; nel terzo, dei ragazzini con la calzamaglia cantano e ballano con il pubblico che da’ delle opinioni interessanti sulle pettinature dei concorrenti. Nessuno se li fila

Agosto
Audience bassissima per le repliche della signora in giallo. Le tv, disperate per il calo di ascolti, iniziano a programmare una stagione televisiva interessante sul serio. I tg, visto che non possono parlare del caldo e di paris Hilton e nemmeno dei realtity show che nessuno si vede, iniziano a fare informazione. Le veline rimangono disoccupate

Settembre
Grazie alla ritrovata onesta’ della stampa italiana, quei pochi italiani sospravvisuti ai botti di capodanno e che gia non votavano il nano, prendono delle grosse mazze, una forca e un paio di cavalletti a testa e vanno sotto le rovine di montecitorio, dove si stavano tenendo le gare (ovviamente truccate) d’appalto per la ricostruzione. Il pezzo piu’ grande che rimane e’ un’unghia laccata

Ottobre
Aggiustano le strade nell’Urbe. A Punzy le viene il blocco dello scrittore ma ormai e’ ricca e famosa e se ne frega

Novembre

Il Vesuvio erutta, grande pericolo: invece di lava, sta buttando fuori sacchetti della munnezza, che adesso tutti capiscono dove l’aveva infilata il nano. La giunta non si dimette ma viene colpita tutta quanta da un’intero cassonetto contenente, tra l’altro, copertoni e bucce di banana. Il video del sindaco che sputa torsoli di mela e si toglie le bucce dal sedere fa il giro del mondo in mezzo secondo e finalmente paris Hilton con la pinza nei capelli passa al secondo posto

Dicembre
Nessuno spara petardi e si spiaccica con la macchina in qualche dove. Siamo rimasti in pochi ma buoni


Con l’augurio che capiti tutto quello che ho scritto (anche perche’ cosi’ mi faccio una bella fama di maga e arrotondo) auguro una bella fine d’anno a tutti; il 2009 non e’ bisestile e san Gennaro ha gia assicurato che compira’ il miracolo.
Teniamo duro


venerdì 26 dicembre 2008

Cronaca di un Natale annunciato


24 dicembre 2008
Gli abitanti delle profondità marine sono stati pescati, lessati, fritti e infornati. Li ho accolti con gioia. Trovarono lieta dimora nel mio stomaco


25 dicembre 2008
Il miglior amico dell’uomo, il maiale, è stato presente a tavola in tutte le sue forme e dimensioni. Gli ho reso ampio omaggio. A fine pasto, abbiamo recitato tutti insieme, tenendoci per mano, un’orazione al munifico Dio delle pastiere. Sempre sia lodato

26 dicembre 2008
Tutto ciò che si muoveva, in questa casa, è stato catturato e fritto.

26 dicembre 2008, ore 19.15
Studio legale De Fegatis&co
Oggetto: citazione in giudizio
Egregia signorina Punzy, le notifichiamo, per conto del nostro cliente il suo organo interno FEGATO, una citazione in giudizio per tentato fegaticidio.
A comprova del reato presenteremo al giudice il nostro testimone, il signor COLESTEROLO.
L’udienza si terrà….


Credo di essere nei guai

martedì 23 dicembre 2008

Saluti&baci

Per qualche giorno questo blog non verrà aggiornato, causa invasione di famiglia napoletana nella mia magione.
La cosa buona di questa invasione è che i parenti verranno muniti di mozzarella di bufala, che intendo iniettarmi direttamente in vena.
Ci sentiamo appena esco dal coma alimentare

p.s. ringrazio tutti quelli che, in questi giorni e nei mesi passati mi hanno insignita di premi vari e mandato e mail di simpatia e complimenti; speravo tanto che il mio blog facesse ridere ma non immaginavo che meritasse un premio per la trasmissione di valori di qualche tipo.
Non si finisce mai di imparare

ciao ciao

domenica 21 dicembre 2008

Lista dell’Odio – Special Christmas

Dunque: a me il natale mi fa schifo sotto tutti i punti di vista: concettuale, ideologico, materiale, spirituale. Pero’, a ben guardare dentro di me, ci sono delle cose del natale che schifo molto di piu’ di altre.
Per cui, eccovi la mia lista dell’odio “Special Christmas”, da leggere canterellando jingle bell sottovoce e muovendo a tempo la testa.

I regali
Odio i regali, odio dover PENSARE a cosa devo comprare, ODIO andare a comprarli, ODIO impacchettarli con quella stupida carta da regalo piena di babbi natale e creature sorridenti con le gote rosse, ODIO attraversare la citta’ per portarli a chi di dovere ecc ecc

Le lucine intermittenti
Madonna che fastidio. Accese, spente, accese, spente, accese, spente, accese, accese, spente, accese, spente, accese, spente, accese, accese, spente, bruciate. Fine.

Trenitalia
Perche’ sotto natale fa l’overbooking, ovvero: vende piu’ biglietti del numero di treni a sua disposizione e viaggiamo tutti pigiati come i pezzi del tetris.

Babbo natale
Mi ha sempre inquietata. Anche le renne, in effetti.

Il panettone
Manco con un kg di nutella mi va giu.

I film di Natale
Natale a Miami, a Singapore, in Africa,in Svizzera, in culo a soreta ecc e poi quelli che trasmettono in televisione a Natale: La vita è una cosa meravigliosa, una poltrona per due ( una volta mi piaceva, e tanto, ma NON NE POSSO PIU’), il piccolo lord, il piccolo principe, Annie, insomma tutti i piccoli orfani che a natale scende l’angelo e diventano ricchi e felici

I programmi di Natale
rientrano in questa categoria tutti i programmi dove un conduttore/ice più o meno sulla cresta dell’onda ma senz’altro patetico/a come pochi, ti augura buon natale con il cuore che lui/lei sembra quasi che ti conosce; sullo sfondo un enorme abete ha dato la vita per lo show, tutto addobbato e ballerine scosciate e ospiti più o meno famosi, tutti col cappello di babbo natale, un po’ di cosce, un po’ di tette, qualche belloccio che fa le battute per le gentili signore in ascolto e il vomito è assicurato

Se poi volete approfondire in dettaglio cosa penso del Natale beh..leggetevi un po’ i post dell’anno scorso a riguardo…



Natale con i tuoi

Natale 2007 - l'impero del consumo colpisce ancora

Marketing urbano

Fuga da Alcatraz

Natale 2007 - l'impero del consumo colpisce ancora 2

venerdì 19 dicembre 2008

I 7 segni del Natale Urbano

E’ natale nell’Urbe quando:

  • Appaiono inermi babbi natale appesi a porte, finestre e balconi, esposti alle intemperie e al pubblico ludibrio
  • I tuoi vicini scatenano la guerra del balcone piu’ psichedelico dell’anno, riempiendo di lucine colorate intermittenti accroccate ad albero di natale, slitte, renne, doni e stelle comete. Io le odio, se le fisso troppo a lungo sento una voce dentro la testa che mi dice: brucia tutto, brucia tutto, BRUCIA TUTTO
  • Il portiere ti saluta cordialmente tendendoti la mano (ovviamente allo scopo di ricevere dentro il suo schifido palmo una bella busta piena di soldi)
  • Il traffico lungo le direttrici che portano ai centri commerciali si centuplica, trasformandosi in code di 60 km
  • Il prosciutto ti viene incartato in una confezione speciale natalizia impossibile da aprire
  • Al di sopra del rumore del traffico si sente risuonare jingle bells e tu scendi dalle stelle, manco ci fosse una filodiffusione impiantata nell’asfalto
  • I negozi che vendono supercazzole si riempiono di folla tumultuosa che cerca il regalo dell’ultimo minuto, quello da fare al collega che te l’ha fatto ma tu no,quello che devi fare per forza a tua cugina che vedi solo a natale ecc.
  • La gente al supermercato inizia a fare delle spese esagerate, come se la vigilia di natale dovesse dare da mangiare a tutto l’esercito delle 12 scimmie

mercoledì 17 dicembre 2008

L’Urbe del giorno dopo

Questa mattina alle sette mi suona la sveglia
Bestemmio, mi alzo, vado al bagno
MI pare di percepire, attraverso i sensi appannati ,un certo non so che di strano
Metto su il caffe’, accendo la siga, do’ da mangiare alla gatta e sempre mi sembra qualcosa di strano nell’aria ma proprio non capisco cos’e’ poi apro le finestre e mi rendo conto di qual’e’ l’emento estraniante: non sento il rumore della pioggia!! E’ finito il monsone!!! Evviva!!
Non dico che c’era il sole ma si vedeva che le nuvole avevano finito tutta la pioggia a loro disposizione, voglio dire, prima o poi doveva succedere ma ormai sembrava che sarebbe successo poi, molto poi
Tutta felice riprendo il casco, oggi niente autobus, mi lancio felice tra le strade dell’Urbe
O meglio
Di quello che rimane delle strade
Per un momento terribile io penso che stanotte hanno spostato la mia casa a Baghdad o che e’ successo un bombardamento di cui non mi sono accorta perche’ lo scenario da the day after e’ impressionante: buche, crateri, macchine ferme nei pantani non ancora asciugati, cornicioni per strada, tetti dei palazzi smozzicati, detriti dappertutto, pezzi di macchine sparse per le strade: parafanghi, vetri, specchietti, un paio di marmitte. Varie lattine ai bordi della strada, tutto ancora zuppo e fangoso. Traffico annodato, le buche non sono segnalate ne’ transennate, alcuni si fermano a prestare soccorso ai cittadini precipitati nelle voragini. I vigili si guardano impotenti.

Il nostro sindaco dice che l’Urbe si e’ ridotta cosi’ perche’ ha una fragilita’ infrastrutturale.
Come dire, se sto troppo in piedi mi vengono le vene varicose perche’ tengo la fragilita’ capillare
Proprio uguale.
L’Urbe si e’ ridotta cosi’ perche’ i soldi delle tasse dei cittadini non vengono impiegati nella manutenzione delle strade, dei tombini e per il potenziamento del servizio pubblico ma finiscono nelle tasche, nei portafogli, nelle carte di credito e nelle panze degli amministratori comunali di destra, di sinistra, di centro, di sopra, di sotto, di lato e pure di traverso, dove spero vi vadano a finire le lische del costosissimo pesce che vi andate a mangiare con la mia IRPEF
Su di voi lancio questa imperitura maledizione:
Per ogni soldo che vi rubate vi uscira’ un’emorroide a grappolo
Per ogni bustarella che vi intascate vi spuntera’ un calcolo renale
Per ogni appalto truccato 10 kg di pus sotto il molare del giudizio

Questa maledizione non e’ ritrattabile da parte della sottoscritta, investira’ anche le future generazioni e non la so togliere, quindi vi tocchera’ smettere di rubare, se volete che il pus si riassorba

E togliete quei barconi da ponte s.Angelo, cazzo!!

martedì 16 dicembre 2008

Filosofia dei call center urbani

questo post inizia con la seguente teoria:

se chiami un numero qualsiasi di un qualunque servizio clienti per
chiedere qualsivoglia informazione, essa ti verrà fornita in maniera
errata dall'operatore che ti risponde, più o meno consapevolmente e
più o meno perfidamente, a seconda di quanto poco e male venga pagato detto operatore.


Provare per credere.
Tu chiami, poni la tua domanda. TI viene fornita una risposta.
Ok, arrivederci e grazie.
dopo un pò, emergono elementi che ti fanno presumere che la risposta sia fallace.
Allora richiami, ti viene data una risposta diversa.
Ok,grazie.
Riagganci e richiami, subito, perché ormai nn ti fidi più e arriva una terza risposta,ancora diversa, e allora chiami ancora e ancora, ormai sei entrato in un tunnel, vuoi la verità, cazzo, vuoi solo la risposta giusta ma no, non l'avrai, la risposta è inconoscibile, imponderabile, come l'esistenza di dio o la fine dei lavori sulla Salerno-Reggio calabria.
Ieri nell'urbe pioveva a secchiate, come da due mesi a questa parte.
il mio turno finiva alle otto di sera.
il mio ufficio si trova in un posto che definire disagiato é fargli un complimento.
Così decido di spendere i penultimi euro che mi rimangono per prendere un taxi; chiamo il servizio prenotazioni e un operatore gentilissimo mi spiega che nn occorre prenotare con tanto anticipo, per effettuare la prenotazione basta chiamare venti minuti prima dell'orario in cui mi serve la vettura.
Ok perfetto, grazie.
Alle sette e mezzo richiamo e una tipa, sempre molto gentile, si professa spiacente di non potermi accontentare, ma il taxi va prenotato almeno con un paio d'ore di anticipo.
Il resto della conversazione vera lo potete immaginare.
Chiudo ribadendo la mia solidarietà a lei e al suo collega che vengono schiavizzati a fare x 4 soldi un lavoro usurante ma li mando comunque, sempre cordialmente, a cagare, perché adesso mi tocca aspettare l'autobus in un vicolo buio durante una notte scura e tempestosa e sicuramente verrò stuprata, minimo; magari lo stupratore é proprio il suo collega che ha già staccato e prima mi ha chiesto dove mi serviva il taxi..
E così, mentre aspetto l'autobus sotto la pioggia, tra un vaffanculo e l’altro agli zozzoni che si fermano per chiedere quanto mi prendo, elaboro la teoria di inizio post e penso al karma che con la disgrazia del lavoro interinale di uno crea la disgrazia di un possibile stupro di un'altra.
E il cerchio si chiude.

Dopo venti minuti arriva l’autobus, salgo e mi accorgo che, dato che era buio e nn si vedeva una ceppa, mentre andavo alla fermata ho pure pistato una merda.

Poi la madonna dice che uno la bestemmia


sabato 13 dicembre 2008

Un tranquillo venerdi di piena

Insomma, spettacolo.
Anche se i media titolavano a gran voce “la grande paura del tevere” noi cittadini dell’urbe ci eravamo accorti che non sarebbe successo un bel niente, sennò il sindaco col cavolo che pernottava a Ponte Milvio;ci avrebbe al limite mandato un cordiale incoraggiamento da Berna.
Anche il papa non è evacuato,nonostante le pressanti richieste della sottoscritta. Il nano era lontano, ovviamente: lo sanno tutti che porta sfiga e se arrivava lui esondava il fiume, il Volga intendo, ed arrivava fino a Reggio Calabria. E’ stata l’unica condizione posta da Bertolaso: ok io mi faccio il mazzo a tarallo per due giorni ma per carità tenetemi lontano quel coso corto e quell’altro con gli occhi da coker (infatti manco uolter si è visto, dov’era?)
E quindi, rassicurati sull’esondazione, tutti a piedi sui ponti di Roma, aspettando la piena.
Prevista intorno alle 12
Però poi è stata spostata alle 18.
Poco male, mangiamo prima e poi facciamo l’aperitivo sul ponte
Però poi alle sei hanno detto arriva tra le venti e mezzanotte
Vabbè andiamo a cenare
Dopo cena, la natura ci mette del suo per rendere lo settacolo ancora più incredibile e tira fuori una luna piena argentata e luminosissima che voglio dire anche volendo, una scenografia così proprio non la meritiamo; il fiume che fa un rumore proprio di acqua, non quello sciabordio da pantano solito e sembra quasi bello, con questa luce d’argento e anche nella mia periferia siamo tutti lì a goderci lo spettacolo, col caffè e i bambini che correvano per tutto il ponte e si chiacchiera tutti come se ci conoscessimo e ci scambiamo le impressioni sull’altezza del fiume.
Poi arriva la notizia che la piena arriva all’una di notte e che cazzo fa freddo, andiamoci a prendere una cioccolata calda e gia sento i commenti: vabbè comunque quando c’era lui le piene arrivavano in orario.
Alle due me ne vado a dormire incazzata, senza piena
Il ritardo si cumula al ritardo, non previsto e senza annuncio
La prossima volta, gradirei che l’amministrazione comunale non appaltasse la piena del Tevere a Trenitalia.

giovedì 11 dicembre 2008

S.O.S.

Stiamo affogando
Urgesi salvagente o arche di Noe’ va bene lo stesso.
Se qualcuno sa fare la danza del sole, ben venga.
Sapete se si puo’ prendere la patente nautica on line?


Grazie

lunedì 8 dicembre 2008

Pazzi urbani

Ok, ok, nella definizione di “pazzo” rientra un gran numero di persone strane, eccentriche e devianti dalla norma’
Il post si concentra, dunque, su individui che hanno difficolta’ di adattamento alla realtà, cioe’ non la vedono come è realmente ma soffrono di problemi emotivi o mentali che ne portano ad una visione distorta
Ci siamo?
Bene.
Dunque, nei miei giri quotidiani ne vedo parecchi: chiunque prenda l’autobus, la metro o semplicemente passeggia per le strade dell’Urbe ha modo di osservare persone che parlano da sole, persone che in piedi sulle panchine gridano che stanno arrivando gli alieni (magari fosse vero), distinti signori in giacca e cravatta che pero’ non hanno i pantaloni e ops! nemmeno le mutande ecc
Noi cittadini ci siamo abituati: c’e’ chi li scansa, chi si aggrega al grido di arrivano i marziani, chi gli da’ 5 minuti di attenzione e chi, come me, ci deve interagire perche’ viene scelto da loro come interlocutore privilegiato
Situazione tipo:
Tizio in vestaglia di flanella verde che sta seduto sul tettuccio di una Jeep guardando in alto e dice: Signore, Signore, siamo qui ,guardaci, fulminaci tutti per i nostri peccati. Io passo di là,
lui mi vede e dice: signore la vedi quella? Adesso te la mando, scende dal tetto della macchina e mi insegue con un oggetto contundente a caso
Quindi spesso mi potete trovare che corro per le strade mentre tizi in vestaglia mi inseguono.
Potete stare sicuri che, ovunque io mi trovi, il pazzo del luogo mi viene vicino per parlarmi, per uccidermi o semplicemente per osservarmi da vicino. Mi sembra evidente che questo accade perche’ i pazzi sanno che il mio cervello sta per mollare gli ormeggi e raggiungere gli abissi felici e soffusi della non realta’.
Nessuno stupore, quindi, quando il pazzo del quartiere dove lavoro mi ha puntata.
Il pazzo del quartiere si chiama Maurizio, ha tutti i vestiti addosso e va in giro con un enorme pietra che lui chiama mamma.
Lui va al bar e dice al barista: due cappuccini, uno per me e uno per mamma. Poi fa: mamma non lo vuoi il cappuccino? Allora me lo bevo io.

Oppure, mentre cammina per strada ti vede e ti chiama: punzyyy ciao Punzyyy, mamma hai visto chi c’e’? c’e’ Punzyyyy… che dici? Vuoi andare da lei? Va bene mamma vaiiiiii e la pietra chiamata mamma ti viene lanciata addosso e tu, da persona educata, mentre ti medichi il cranio gli fai: buongiorno signora, come sta?
Mannaggia me e al giorno che gli ho dato a parlare.

Perche’ ovviamente, non sia mai detto che io non rispondo ad un tizio che cicaleggia a vuoto con una pietra e che mi chiede un parere sul fatto se possa lasciare la pietra-madre cinque minuti sul muretto mentre lui va a fare non so bene cosa dietro alla siepe.
Maurizio e sua madre sanno che a breve sara’ natale, per cui da un paio di giorni vanno in giro con un festone argentato in testa, lui e attorno alla circonferenza, lei

Mamma quest’anno a natale andiamo a mangiare a casa di Punzy? Punzyyyyyyyyyyyy

Prima che vi facciate venire l’idea di commentare questo post con frasi del tipo ma povero Maurizio oppure Punzy sei politicamente scorretta preciso che per scrivere questo post non e’ stato ucciso nessun disabile mentale, nessuna pietra chiamata mamma e’ stata lesa e nessuna vestaglia di flanella verde e’ stata gettata nel secchione dei rifiuti organici

venerdì 5 dicembre 2008

Commesse Urbane

Da brava osservatrice, dopo anni di compere e shopping in giro per l’Urbe ho imparato a distinguere tra di versi tipi di commesse.
Ciascuna delle tipologie di commesse sotto elencate funge da deterrente e mi induce a non entrare nei negozi, spingendo la mia attenzione sullo shopping on line.

Le perfette
Questa tipologia di commessa è sempre associata alle profumerie e ai negozi di cosmetica in generale, tipo beauty shop, per intenderci. Le commesse perfette hanno il trucco perfetto, i capelli perfetti, i vestiti perfetti e il profumo perfetto. Il messaggio è chiaro: compra le nostre creme e diventerai perfetta come me.
A me le perfette mi inibiscono, mi sento brutta, sciatta, soprappeso, foruncolosa e avverto le occhiate di disapprovazione al mio abbigliamento che arrivano dritte dritte da quelle ciglione incurvate ad arte.
Morale della favola: se la Lancome utilizzasse commesse racchie, grasse e spettinate io spenderei dei soldi per comprare i loro prodotti di bellezza. Suppongo però che a quel punto sarei l’unica ad entrare nel negozio.

Le anoressiche
Le anoressiche sono tipiche dei negozi grandi firme, tipo Max Mara, Cavalli, Luisa Spagnoli ecc
Le vedi dalla vetrina (perché figurati se posso entrare da Max Mara, suonerebbe qualche allarme universale o roba del genere) emaciate, il trucco pesante che non riesce a coprire gli zigomi sporgenti, taglia 36 e maschera d’ossigeno sotto la cassa.
Ovviamente, Max Mara ha solo vestiti che entrano a ragazze del genere, che hanno smesso di nutrirsi da tempo.
Spesso compro un pezzo di pizza pieno d’olio e mi siedo fuori da Max Mara a mangiare e mi lecco pure le dita. Prima o poi troverò anche il coraggio di gettare la carta unta all’interno del negozio.

Le scoglionate
Queste sono fantastiche: stanno lì con l’aria di farti un favore, rispondono sgarbate e appena ti avvicini per chiedere se hanno la tua taglia ti guardano schifata e dicono: guardi nello scaffale. Il messaggio è chiaro: non sono pagata abbastanza per servirti ed essere contemporaneamente gentile con te.

Le entusiaste
Battono le mani quando entri nel negozio, ti salutano come se ti conoscessero, iniziano a magnificare il colore dei tuoi capelli, pescano a caso una cosa color prugna e ti obbligano a provarla, ti dicono che a nessuno la cosa color prugna sta bene come a te e ti pescano un’altra cosa verde acido che ci sta a pennello
Io quando le vedo scappo urlando.

Le gentili
Sono false come giuda, ti sorridono sempre anche quando gli stai dando delle incompetenti, sono capaci di guardarti mentre la panza ti strizza fuori da una 40 dicendo che il modello calza stretto; cercano sempre di trovare un punto di contatto con la cliente per stabilire un rapporto; in genere, date le mie risposte a monosillabi il punto di contatto si riduce a: Uh sei femmina? Pure io

Insomma.
Tempi duri per chi, come me, vuole entrare in un negozio, non desidera proferire parola alcuna, prendere quello che gli occorre, provarlo senza che nessuno la guardi, pagare e andare a casa senza che alcuna parola sia stata sprecata, nessuna energia dispersa.

L’unico problema di internet è che la roba ti sembra fica e di un colore, poi però ti arriva a casa e scopri che in realtà si tratta di una cosa color prugna che sta a pennello con la maglia verde acido.

mercoledì 3 dicembre 2008

Pollice verso

Sara’ che sono un essere urbano ma io con le piante ho il pollice nero.
Qualunque essere vivente appartenente al mondo vegetal-decorativo fa una brutta fine, se viene in contatto con me.
Tutte, mi sono morte, dalla prima felce all’ultimo cactus; in genere periscono dopo una lenta e penosa agonia che si consuma sotto i miei occhi distratti ed indifferenti
Ho visto piante, che appena hanno intuito di essermi destinate si sono seccate spontaneamente e repentinamente, di propria sponte
Sara’ che in effetti le piante mi stanno un po’ sul cazzo
Non riesco a stabilirci un rapporto, credo che dipenda dal fatto che dovrei annotarmi da qualche parte di annaffiarle e poi ricordarmi dove ho messo l’annotazione
Comunque, dato che in ogni caso possiedo una mia sensibilita’, ad un certo punto con le piante ho chiuso: basta eccidi di prova, basta morti verdi.
Poi mi trasferisco a casa nuova e una mia amica mi regala una pianta.
Vedendo la mia faccia scura mi rassicura subito: non ti preoccupare, questa e’ resistente, non ha bisogno di essere annaffiata spesso, vedrai che non ti muore.
La prendo, nemmeno le tolgo la carta crespa attorno, la butto in un angolo buio della magione e me ne dimentico per circa due mesi. Durante questo lasso di tempo, la mia gatta l’ha trovata, ci si e’ fatta le unghie sopra, ha scavato nel vaso e le ha sfilacciato tutte le foglie. Inoltre, ne ha fatto il suo quartier generale: ci si nasconde dietro per farmi gli agguati e poi sparire velocemente tra le sue sparute fronde, proprio come una dannata viet.
L’altro giorno, mentre vagavo per casa con lo sguardo vacuo, all’improvviso i miei occhi mettono a fuoco la pianta.
Mi avvicino
Incredibile: la pianta e’ viva.
Non solo e’ viva, e’ vegeta.
Sara’pure spelacchiata ma in cima ci sono delle belle foglioline lucide e piccole e, udite udite, e’ anche cresciuta, e’ diventata piu’ alta.
Cazzo, ho pensato, questa pianta e’ un’immortale.
E’ una tipa, tosta, una resistente urbana, una vegetale con le palle.
Ha risalito velocemente la scala della mia considerazione.
La mattina dopo l’ho presa delicatamente, ho scostato la carta crespa e le ho versato dolcemente nel vaso mezzo bicchiere d’acqua. Poi l’ho riposta con cura vicino alla porta finestra, per regalarle un po’ di luce.
Ho deciso di chiamarla Ginevra.

La sera, quando sono tornata a casa, Ginevra era morta
Secca, marrone, malsana
Incredibile: l’unico elemento che a quella pianta serviva per vivere era la mia lontananza.
Chiedeva soltanto una cosa, nella sua vita vegetale: che io le stessi fuori dai coglioni.
Ci sono rimasta malissimo, mi stavo affezionando.
Perche’, perche’ ci ho riprovato?
Un’altra vita vegetal-decorativa interrotta.
L’ho presa e ributtata nel suo angolo buio, la dannata viet se n’e’ riappropriata subito.

L’ho lasciata alla cura delle sue unghie, pare si stia lentamente riprendendo

martedì 2 dicembre 2008

Una terribile giornata urbana

Almeno due volte l’anno, l’azienda per la quale lavoro mi sottopone ad una tortura terrificante che consiste nell’iscrivermi a corsi di formazione la cui inutilita’ e’ ineffabile.
La tortura si palesa in tutta la sua crudelta’ quando non solo ti ci iscrive ma ti costringe anche a seguirli.

Di norma, il corso di formazione si svolge nel luogo piu’ lontano dell’Urbe da casa tua.
Di solito, di lunedì.
In genere, in un lunedì di pioggia
Quando ti dice sfiga, c’e’ anche lo sciopero degli autobus e alla tortura ci devi arrivare in taxi, che nessuno ti rimborsa

Dopo 20 minuti che aspetti il taxi, ti rendi conto che non lo troverai, perche’ quando piove che il Signore la manda, spariscono tutti in qualche luogo dove evidentemente si conservano intatti fino alla fine del monsone
Per cui, prendi il motorino, ti attraversi l’Urbe e arrivi con mezz’ora di ritardo e secernendo acqua come se fossi un rubinetto che perde e dato che in soli 7 secondi siamo in grado di farci un’idea della persona che abbiamo di fronte, dopo 10 secondi i miei compagni di corso ed il formatore mi schifano e mi scansano.
Ma la tortura dell’isolamento psicologico non e’ nulla, rispetto all’orrore che un proiettore poggiato sul tavolo mi ispira e infatti si spengono le luci e inizia l’incubo.

In genere, durante questi corsi di formazione vengono proiettate dalle 3000 alle 5000 slide di power point
Di norma, sul10% di queste slide e’ disegnato uno o piu’ fulmini
Di solito, i fulmini sono preceduti o seguiti da un omino che ha disegnati in testa molteplici punti interrogativi
In genere, il contenuto delle 5000 slide potrebbe riassumersi in sette minuti di conferenza
Quando ti dice sfiga, il formatore che commenta le slide ha la erre moscia

Il tempo passa lentamente e giunge alfine il momento in cui vieni rimessa in liberta’ e allora corri a casa, sempre sotto la pioggia che sembra che abbiano lasciato il rubinetto aperto, tirato lo sciacquone e annaffiato la citta’ con un’enorme pompa da giardino;
arrivi a casa che cammini e le tue scarpe fanno cick-ciack e l’unica parte di te che non e’ umida sono le mutande ma a questo pensa di provvedere il tuo vicino del primo piano, che decide di spazzare via l’acqua dal suo balcone mentre tu stai sotto tentando di aprire il portone con le mani tremanti
Sei cosi’ avvilita che non riesci nemmeno a bestemmiare, cammini facendo cick-ciack cick-ciak fino all’ascensore e lasciando una scia di acqua che il portiere ti guarda schifata e prende il secchio e lo straccio per asciugare ma ormai che importa, nulla sara’mai piu’ asciutto intorno a te.

Dopo 10 dieci minuti che guardi fisso l’ascensore ti rendi conto che non parte perche’ sulla porta c’e’ il cartello “guasto”. Ti fai gli otto piani a piedi giurando a te stessa che smetterai di fumare, continuando a secernere acqua per tutte le scale.
Sul pianerottolo la luce si e’ fulminata, estrai dalla borsa grondante il cellulare per illuminare almeno fiocamente i tuoi passi.
Sulla porta, mentre non c’eri, qualcuno ha appiccicato l’effige di un poveraccio in croce, con i chiodi nei piedi

(piedi asciutti)
e una scritta sotto:
Gesu’ ti ama

meno male che non ho ancora i mobili nuovi, quelli vecchi sono stati presi a calci
fino alle 22.45, orario in cui e' tornata l'acqua e mi sono andata a fare la doccia

sabato 29 novembre 2008

Pubblicità progresso

Lunedi sarà on line

lo Scaricabile

http://scaricabile.blogspot.com/

giornale comodissimo: non lo dovete comprare nè sfogliare, basta un clic sul cursore e si cambia la pagina (meraviglia); non distrugge l'ambiente, non lo dovete riciclare, non dovete scendere di casa per andarlo a buttare nel secchione della carta, nessun pesce sarà mai incartato nello scaricabile.
Inoltre, lo scaricabile non crede nella sperimentazione sugli animali, a Babbo Natale, alla befana e a Berlusconi.
Ottimo anche per chi non sa leggere: ci sono un sacco di figure
La redazione dello Scaricabile è composta da persone profondamente disturbate, sociopatiche e fuori controllo; su alcuni si ha un fondato sospetto di stitichezza e problemi alla prostata.
Areate il locale prima di collegarvi

mercoledì 26 novembre 2008

Cittadini coraggiosi-2

Eccomi fedele all’appuntamento che segnala i veri atti di coraggio dei cittadini di quest’Urbe di pazzi

Da medaglia:


Tizio con la punto rossa che durante l’ultimo temporale procedeva a fari spenti su una stradina semi urbana che e’ nei dintorni del mio ufficio;medaglia particolarmente meritata in quanto non solo non si vedeva un piffero a causa della pioggia ma era anche contromano e spedito spedito ha imboccato, sempre contromano e a fari spenti, l’ingresso delle autoambulanze dell’ospedale locale.
medaglia d’oro

Magrebino d’assalto al semaforo di un incrocio pericolosissimo con una statale dove circolano enormi camion pieni di mozzarelle provenienti dall’agro pontino; questa mattina il venditore ambulante ha deciso di reagire aggressivamente alla crisi delle vendite dei fazzolettini di carta e approfittando del rosso e’ salito sul cofano di un camion urlando all’autista: tu compra tu compra.
Verde, il camion riparte come se sul cofano ci fosse una piccola mosca, e l’ ambulante approfitta subito della sua posizione di altezza per tentare di vendere i fazzolettini a pioggia, gettandoli sulla folla di macchine ai suoi piedi, mentre lentamente il camion lo porta verso l’orizzonte, a Torvaianica, credo
Medaglia di platino e premio all’imprenditoria d’assalto

venerdì 21 novembre 2008

Ingombratori urbani

Gli ingombratori urbani sono una figura sociale estremamente diffusa in questa metropoli, trasversale rispetto al sesso, all’età, alla razza, alla religione, al colore e persino all’odore.
Dicesi ingombratore urbano un cittadino che, utilizzando in maniera nefasta il proprio corpo, occupa indebitamente spazi urbani stragici.
Faccio subito degli esempi:
ufficio postale, un cordolo separa gli sportelli dallo spazio d’attesa. Quando il display elettronico chiama il tuo numero, aggiri il cordolo ed entri in un piccolo corridoio che porta agli sportelli. L’ingombratore, in genere, occupa quel corridoio. Parla al telefono o ci poggia la carrozzina o il carrello della spesa o sta semplicemente lì a guardare nel vuoto.
Ingombra.
La gente lo spintona, gli chiede permesso, lo scavalca, lo sputa, lo insulta ma lui non si sposta, obbedendo ad una ferrea legge più potente della gravità: la prima legge dell’ingombro urbano, ovvero

il tuo corpo è un mezzo per impedire il libero fluire dei cittadini

La prima legge dell’ingombro urbana è la prima di una serie di regole profondamente impresse nell’animo degli ingombratori e costituisce, insieme alla seconda e alla terza legge un piccolo corpus teorico che sta alla base della teoria dell’Ingombro Urbano Superiore

La teoria dell’ingombro postula: in ogni città esiste una volontà di Ingombro Superiore che si manifesta attraverso il comportamento bloccante di più membri della città stessa che tendono a perpetrare tale comportamento al fine di portare a termine la volontà dell’ingombro Superiore e di scassare la minchia a tutti gli altri cittadini.

Dunque, gli ingombratori sono una setta, come i testimoni di Geova e i notai.


Lo fanno apposta, convinti di essere invasi da una sacra missione
Capito perché non si spostano manco se li paghi?
Un tizio sale sull’autobus e si piazza davanti alla porta d’uscita ma non scende mai, a nessuna fermata. Si piazza in mezzo e la gente lo scavalca dicendo cose poco piacevoli su sua madre ma niente, lui non si sposta, prima ma anche seconda legge dell’ingombro:

Userai il tuo corpo per ingombrare ogni volta che potrai

e niente, non servono le bestemmie che gli lanci, li devi prendere a calci nel sedere, oppure per la collottola e spingerli fortissimo lontano lontano, facendoli cadere per terra e forse te ne liberi.
Ma niente paura: se un ingombratore cade in terra, sarà felice a causa della terza legge dell’ingombro:
Anche se sei a terra, il tuo corpo può ingombrare lo stesso

Vi sembra esagerato? Credete che la mia sia paranoia premestruale? Beh io preferisco pensare che abbiano una ragione superiore per rompere i coglioni, rispetto ad ingombrarmi la vita gratis…

mercoledì 19 novembre 2008

Metodi e tecniche di sopravvivenza urbana-rapidita’ di risposta dei cittadini

Nell’Urbe non teniamo tempo da perdere.
Noi andiamo di fretta, anche quando non abbiamo niente da fare.
A causa di questa fretta, abbiamo imparato a fare le cose in un nanosencondo e a diminuire i tempi di reazione rispetto agli innumerevoli stimoli che l’Urbe propone. In particolar modo il cittadino, anche il piu’ anziano, ha imparato a interagire velocemente con gli input tecnologici, integrandosi perfettamente in un’ottica di efficienza tanto cara alla societa’ occidentale superiore a tutte le altre. Spesso il cittadino interagisce talmente velocemente allo stimolo tecnologico che risulta in pratica collegato allo stimolo stesso.
Ecco alcuni esempi:

bestemmia collegata alla sveglia
drrrinnnn .. ma porco *****
tempo di reazione tra il suono della sveglia e il bestemmione : 0.2 secondi

scatto felino in avanti quando chiamano il tuo numero all’eliminacode
serviamo il numero centiventiquattr..
Eccomi!!
Tempo di reazione 0.00 secondi

clacson collegato al semaforo

verbeeeeeeeeep
tempo di reazione tra il verde e il colpo di clacson -0.1 secondi

perfetti

E non provate a dire che e’ lo stress
Siamo soltanto efficienti

domenica 16 novembre 2008

La città letteraria

Io l'Urbe non la giro spesso da turista.
Troppo da fare, troppo di corsa, non si trova il tempo.
Inoltre, sono notoriamente dissociata e distratta per cui ho passato tutto venerdi sera a chiedermi cos'erano quei lucchetti su tutti i ponti del Tevere che incrociavo.
Ma proprio tanti..
Poi mi è stato spiegato.
Giuro che li vado a staccare tutti
Ma come, questo popolo di svogliati non legge manco il calendario di Frate Indovino ma quel libro idiota si? E poi perchè dopo averlo letto fanno tutto quello che c'è scritto sopra? Tipo zombie: chiudono il libro, aprono la porta di casa, passano in ferramenta a comprare il lucchetto, vedono un ponte e tac! ce lo attacano sopra.
Forse nel libro ci sono dei perfidissimi messaggi subliminali che permeano le menti dei nostri giovani trasformandoli in sfregiaponti. Oppure noi non lo sappiamo ma il libro lancia un concorso a premi su chi mette più lucchetti sui ponti o magari ipotizza che il lucchetto aumenti la potenza sessuale. In quest'ultimo caso ok, posso capire che uno ci provi.
Uno, magari disperato.
Centinaia di persone che attaccano lucchetti non fa ben sperare per l'attività sessuale della romanica gioventù.
Secondo me ci vengono pure da altre città col lucchetto in mano e appena trovano uno spazio libero ce lo attaccano: tiè, ponte sul fiume dell'urbe, ti ho marchiato.

Io non ci passo, sono due giorni che parlo da sola come un'invasata: L'Urbe è patria di scrittori, terra d'ispirazione di grandi menestrelli e cantori della società. Magari il vecchietto trasteverino di Elsa Morante non ha mai letto niente ma ti reciterà tutta quanta e di un fiato la "ninna nanna della guerra" di Trilussa.
Signore Iddio ti ringrazio che Moccia non ha scritto di adolescenti pazzi che dipingevano il colosseo di arancione per dimostrare che si amavano davvero sennò stavamo rovinati

giovedì 13 novembre 2008

Sotto la pioggia urbana-lettera aperta a Dio

Caro Dio,
lo so che non si puo’ dire ufficialmente ma l’Italia e’ passata sotto il tropico del cancro, forse una volta ti sei messo a spostare le faglie e poi non le hai aggiustate piu’ e adesso siamo ai tropici, signore, tra noi ce lo possiamo dire.
Dato che siamo un paese di sfigati, non abbiamo ricevuto in cambio dello spostamento delle belle spiagge con le palme e le noci di cocco ma invece ci siamo beccati il monsone.
Noi non siamo abitituati al monsone.
Noi non siamo attrezzati per il monsone
A noi ci fa schifo il monsone
Viene acqua giu dal cielo a secchiate e poi fa vento e freddo e nell’Urbe, signore, questo vuol dire che il cittadino affoga.
Noi teniamo i tombini che si otturano pure se li guardi, pensa un po’ se ci si rovescia dentro sette litri d’acqua al minuto.
Lasciatelo dire, non sei ragionevole.
O ci sturi i tombini o ci rimetti nel mediterraneo dove stavamo prima.
Tra l’altro, mio caro Dio, credo che ci siano tutti gli estremi per una vertenza ufficiale, dato che noi italiani avevamo firmato per un clima mediterraneo e questo a me non mi sembra proprio un clima mediterraneo; almeno a Londra i cittadini nascono rassegnati: ah che bello il nostro paese civile pero’ si mangia da schifo e fa un tempo di merda invece noi tutti contenti: che merda di paese, meno male che c’e’ sempre il sole e cosi’ non va bene, Signore, perche’ noi gia stiamo sull’orlo dello schifo allucinante che in Italia (e tu lo sai bene) le cose funzionano veramente a cazzo e vabbe’ e’ colpa nostra, ok , pero’ almeno prima nello schifo dicevamo: me ne andrei proprio da sto’ paese ma come faccio a rinunciare a questo clima?
Adesso che diciamo??
Ma porco giuda non solo teniamo il nano e la sua squadra di gnomi mentali al governo, la mafia , la camorra e la stampa zerbina ma pure il monsone???
E dacci almeno il premio di consolazione, cazzo
Ti dovesse venire in mente di cambiare pure la pizza? No perche’ se togli il sole e pure la pizza qua ci suicidiamo a pacchi, io ti avviso


Signore ti prego, io non sono anfibia, fammi almeno le branchie

Ti ringrazio per il tuo eventuale interessamento al riguardo
Punzy

martedì 11 novembre 2008

Lista dell’odio num 19

Preparatevi..grosse novita’!
Al primo posto della lista dell’odio troviamo:

  • Il MIlan. Si avete letto bene, il MIlan, la squadra di calcio. Si, lo so, molti di voi sono del nord e magari tanti tifano per il MIlan e adesso dicono ma perche’, perche’ punzy, che ti ha fatto il MIlan? Devo forse ricordarvi chi e’ il presidente della squadra? E voi tifosi del MIlan, come fate a tifare per la stessa squadra di Teocoli? Siete dei contro-natura. Potreste utilizzare le vostre energie per fare cose piu’ utili, per esempio: il timballo di maccheroni (*)
  • Taddeus Regolus Maximus. No, non e’ andato via. E si, pare abbia intenzione di rimanere. Ha anche avviato delle pratiche per il ricongiungimento familiare con Proserpina Magna
  • Il tizio che ho incrociato stamattina con una smart del cazzo che al segnale “dare precedenza” ha aggiunto mentalmente: ma solo se ne ho voglia.
    Criminale
  • La figlia dei miei vicini di casa, che appena la madre apre la porta per portarla a scuola piange e piange e strilla e ancora piange. Potrei non mettere piu’ la sveglia: alle 07.45 precise la madre apre la porta e fuoriesce lo strillo disumano della sua pargola, un acuto allucinante degno della Callas che si protrae fino a dentro l’ascensore, la sento anche quando arrivano a piano terra (e io abito all’ottavo piano)
  • Trenitalia, che ha preso una multa di 84.000 euro perche’ fa viaggiare i suoi utenti in condizioni allucinanti e perche’ non eroga veri e propri rimborsi per i ritardi ma bonus per viaggiare nuovamente su suoi treni per accumulare altro ritardo ed erogare altri bonus ecc. I dirigenti di trenisfascitalia hanno preso atto della multa e adesso, al posto di erogare bonus invece di rimborsi in denaro, erogano bonus al posto di rimborsi in denaro, strafottendosene altamente. Inoltre,sono intervenuti migliorando le condizioni di viaggio dei propri utenti, aprendo ben tre bagni ogni 20 carrozze. VI DETESTO. Se non temessi la perdita del posto di lavoro per migliaia di persone, vi augurerei il sempiterno fallimento e nessuna cordata di furbetti italioti che vi si pigli

    (*) molte sono le ragioni che portano la Punzy ad avere un odio atavico verso il Milan: storico-culturali (Napoli e Milano si schifano da quando e’ nato il regno d’Italia: l’operoso nord contro il furbetto sud), politiche (devo ricordarvi chi e’ il suo presidente?), sociali (gli immigrati del sud trattati a pesci in faccia dai cittadini milanesi) ma da fonti ben informate sembrerebbe che la motivazione principale del primo posto nella lista dell’odio di quest’oggi sia da imputare principalmente al fatto che alla Domenica Sportiva i gol del Milan vengono fatti vedere sempre e comunque prima di quelli del Napoli

domenica 9 novembre 2008

YES WE ARE DIFFERENT !

YES WE ARE DIFFERENT WE ARE AGAINST RACISM

Noi siamo differenti

Noi siamo differenti perche’ crediamo nella democrazia
Noi siamo differenti perche’ pensiamo che governare un paese sia una cosa seria
Noi siamo differenti perche’ riteniamo che chi ci governa dovrebbe avere come fine ultimo ed esclusivo i nostri interessi, non i propri
Noi siamo differenti perche’ vogliamo una libera stampa in libero stato
Noi siamo differenti perche’ crediamo nel potere dell’istruzione pubblica
Noi siamo differenti perche’ crediamo in una societa’ multietnica e nell’integrazione fra i popoli
Noi siamo differenti perche’ riteniamo che la sanita’ pubblica sia un diritto di tutti i cittadini
Noi siamo differenti perche’ crediamo che la diversita’ di razza, di cultura, di lingua, di religione e di opinione sia un valore
Noi siamo differenti perche’ riteniamo che la storia non vada riscritta e che il nostro passato non debba essere dimenticato
Noi siamo differenti perche’ riteniamo che la mafia, la camorra, la ‘ndragheta e i furbetti del quartierino non debbano sedere ai piu’ alti vertici della politica nazionale
Noi siamo differenti e soffriamo nel vedere il nostro paese avviluppato nei tentacoli dei conflitti di interessi, delle lobby di potere, dei politici dal passato discutibile e dal presente impresentabile, dai finti moralisti, dai neocon e dai neofascisti

Noi siamo differenti
e vogliamo che si sappia
Che se ne parli
Che se ne discuta


Ora e' possibile : yes.we.are.different
e' un blog sta caldeggiando un'importante iniziativa, nella quale credo molto.
E' nato da poco ed ancora in costruzione per cui...qualsiasi contributo sara' il benvenuto!

So che molti di voi sono differenti.
Come me

giovedì 6 novembre 2008

Lavori socialmente utili

Nell’Urbe teniamo una figura sociale fantastica: il nonno ferma macchine.

Il nonno in questione viene cooptato (o si offre volontario) dai presidi di scuole materne ed elementari ed indossato un giubbotto catarifrangente, si piazza davanti alla scuola e ferma le automobili in corsa con una minacciosissima paletta, per consentire ai pargoli di attraversare illesi ed entrare a ricevere la dovuta istruzione.
Il sistema pare funzionare: la maestria nell’agitare la paletta crea sempre un ingorgone mostruoso nei pressi delle scuole dove macchine, motorini e autobus rimangono ingolfati nel maelström finche’ l’ultimo pargolo non e’ entrato a scuola.
E idem all’uscita.
Si sa pero’ che le variabili umane non le puoi controllare fino in fondo.
Voglio dire: il giubbotto catarifrangente e’ una specie di divisa, giusto? E la paletta fornisce un potere..un potere che nell’urbe e’ immenso: quello di fermare il traffico. ..

…e fu cosi’ che l’elegantissimo quartiere del Torrino (agglomerato residenziale a sud ovest dell’Urbe) e’ stato tenuto in ostaggio, fino al tramonto, da un nonno ferma macchine che ha abusato della divisa e della paletta: dopo aver fatto uscire i pargoli da scuola ha deciso di proteggere le vecchiette che andavano a messa ostruendo il sagrato, la via che porta al sagrato,la provinciale che porta alla via che porta al sagrato, la comunale che porta alla provinciale che porta alla via che porta al sagrato, lui, un uomo solo, un uomo anziano, dotato di tenacia, caparbieta’ e probabilmente di alzheimer

in fase avanzata , ha bloccato il traffico fino ad Ostia semplicemente mettendosi in mezzo alla strada minacciando i SUV con la paletta e, quando ha capito che stava per perdere il controllo della situazione, sdraiandosi per terra.
Nessuno aveva il coraggio di scamazzarlo, per via del fatto che c’erano troppi testimoni e non ti potevi imboscare (o almeno questa e’ stata la mia, di motivazione) ma la cosa che ci ha fatto raggiungere dei livelli di irrealta’ che il teatro dell’assurdo ci ha fatto un baffo e’ stato quando due punkabestia, con tanto di bellissimi cagnoni al seguito, ha ritenuto opportuno sdraiarsi in mezzo alla strada con il vecchio, perche’ approvavano la sua protesta.

Non c’e’ stato verso di far capire ai punkabestia che non c’era nessuna protesta ma solo del delirio stradale, si sono stesi loro e i cagnoni e buonanotte, non riuscivano piu’ a passare manco i pedoni. I vigili assistevano impotenti e dicevano: noi non abbiamo autorita’, deve intervenire la polizia, che e’ intervenuta e ovviamente non e’ che poteva dare addosso al vecchio per cui hanno dato addosso verbalmente ai punkabestia, e io allora ho strillato contro la pula e pure altra gente diceva i punkabestia non c’entrano niente e’ il vecchio che sta dando di matto e il vecchio da terra sollevava il braccio con la paletta ancora impugnata e diceva: i pedoni hanno il diritto di camminare e poi e’ arrivata pure l’ambulanza, nel caso gli pigliasse finalmente l’infarto liberatorio (per noi)

Alla fiera dell’urbe
Per due soldi
Un esaurimento la Punzy compro’

mercoledì 5 novembre 2008

Relazioni urbane nell’era digitale

Oggi non sei mai solo, se abiti nell’urbe: c’e’ facebook
Non importa che nell’Urbe esistano palestre aperte tutto il giorno e la notte, corsi di qualsiasi cosa a qualunque ora del giorno, sport estremi praticati in liberta’ h24 (es l’attraversamento pedonale sul raccordo anulare), se non vuoi essere isolato ti devi scrivere su facebook
Su facebook puoi fare amicizia con il tuo collega di scrivania che non ti inculi da 10 anni ma che importa; in rete le relazioni vengono meglio e puoi fare finta di lavorare mentre picchietti la tastiera come un dannato
Era un po’ che non sentivo i miei amici, poi ho scoperto che stavano tutti su facebook, avevano creato un gruppo che si chiamava “vediamo quanto tempo ci mette Punzy a scoprire che siamo tutti su facebook tranne lei”
Il mio Perfido fidanzato mi scrive su facebook cosa vuole per cena ma dato che io non ci entro mai e’ una settimana che siamo digiuni.
Probabilmente il mio capo mi dara’ la valutazione annuale su facebook, mi arrivera’ un’email che mi invita a registrarmi per conoscere cosa pensa il tuo capo di te, io la cancellero’ per sbaglio e verro’ licenziata.
Basta solitudine nella grande citta’, basta spersonalizzazione e tragedie solitarie che si consumano dentro le mura domestiche: se hai un pc sei salvo, ti scrivi dentro facebook e ti fai un sacco di amici che non vedrai mai ma sei fichissimo comunque perche’ sei scritto ad un sacco di gruppi culturali che fanno cose interessanti, tipo raccogliere firme a favore di qualcuno, raccogliere firme in favore di qualcun altro, indignarsi per la situazione politica in italia o in qualche altro paese terzomondista e poi si organizzano le feste anzi le mega feste e vuoi mettere meno male che c’e’ facebook non si sa come facevamo prima, forse ci toccava farci una doccia e uscire di casa per parlare con un altro essere umano ah meno male noi cittadini siamo salvi, la megalopoli non ci fa paura.


bah

domenica 2 novembre 2008

AVE, CESARE

Di me e Taddeo sapete gia tutto.
Per chi non fosse andato così a ritroso nei post del blog, riassumo brevemente: Taddeo è il mio brufolo di fiducia. Infesta la mia faccia da quasi vent’anni. Viene fuori in posti diversi: sulle guance, sul mento, sulla fronte ma è sempre lui, lo riconosco. Grosso, invadente, purulento e prepotente. Dopo lunghe e costose cure per tentare di scacciarlo (compreso il malocchio e il vodoo haitiano) alla fine mi sono arresa: gi ho dato un nome (Taddeo, appunto) degno della sua importanza e l’ho accolto in famiglia.
Ma quello che mi è spuntato fuori sulla guancia sinistra venerdi 31 ottobre, nella notte di Halloween, non è un semplice Taddeo.
E’ il re dei Taddei, il Taddeo Magno, l’unico brufolo della terra visibile da Alpha Centauri. Gli alieni non ci hanno ancora attaccato per merito suo: credevano fosse un’arma di distruzione di massa.
Speriamo che vince Obama, sennò i repubblicani me lo vengono a bombardare.
Persino il mio Perfido fidanzato, che non si accorge nemmeno se cambi il colore dei capelli da biondi a verdi (giuro) rientrando a casa venerdi sera, stanco da un lungo viaggio di lavoro e dai ritardi di Trenitalia, mi ha guardata e indicandomi il volto ha esclamato: TADDEUS REGULUS MAXIMUS!
Ualà, battezato

Che altro dire?
Ave Cesare, Punzy te saluta

venerdì 31 ottobre 2008

Portieri urbani e l’esercizio del potere

Io lo sapevo che sarebbe successo
Era inevitabile
Il braccio di ferro che intercorre tra me e lui si e’ spostato dalla posizione di stallo.
A suo favore
Finalmente, ho bisogno di lui per qualcosa
Finalmente, me la puo’ negare
So che eravate tutti ansiosi di sapere come va la situazione.
Bene, la situazione e’ questa: sto decisamente sotto schiaffo
La quotidianita’ tra noi e’ fatta di silenzi ed omissioni da parte sua: non mi dice, per esempio, se e’ arrivata una raccomandata (a meno che io no glielo chieda specificamente) per cui mi trovo solleciti per posta che non sapevo di aver ricevuto. Allora gli dici, scusi ma per caso e’ arrivata una raccomandata per me? E lui: si eccola. Ma perche’ non me l’ha data prima? Mica me l’aveva chiesta, lei passa sempre cosi’ di corsa, buongiorno e buonasera non mi ha dato mica modo di dargliela (sottotesto: tu non mi omaggi quanto dovresti)
Il mio motorino non puo’ essere posizionato da nessuna parte perche’ pare ci sia un veto personale che riguarda solo il mio mezzo di trasporto (sottotesto: tu non mi omaggi quanto dovresti)
Si e’ fulminata la luce sul mio pianerottolo da una settimana e non e’ stata riparata perche’ quando gli chiedi se e’ suo compito segnalarlo lui non ti risponde: scusi sa, ma la luce sul pianerottolo e’ rotta, puo’ segnalarlo lei all’amministratore?
Silenzio
Senno’ magari lo chiamo io
Silenzio
(sottotesto del silenzio: non mi stai pregando abbastanza)
Quando una qualsiasi condomina ha una difficoltà con un passeggino o una busta della spesa lui cordiale la aiuta e io mi faccio a piedi tutta la rampa di scale con 106 buste in mano e la roba che mi casca e lui manco il portone mi apre
(sottotesto: schiatta)
Adesso mi ha potuto, con immensa soddisfazione, negare qualcosa.
A me servono le chiavi del terrazzo condominiale per andare a mettere l’antenna di Sky.
Lui le possiede
Lui non me le vuole dare
Mi dice, chiedi all’amministratore
L’amministratore mi dice non c’e’ problema, vai pure dal portiere e fatti dare le chiavi
Il portiere dice: non mi sta bene, l’amministratore mi deve fare una richiesta scritta
L’amministratore dice va' in segreteria e fammi questa richiesta scritta che io l’approvo
La porto al portiere e lui mi dice non va bene, ci vuole pure la firma della proprietaria dell’appartamento
Io dico se per caso devo mettere in conoscenza anche la regina Elisabetta
Lui non apprezza lo spirito e per farmi vedere quant’e’ potente da’ le chiavi del terrazzo condominiale a cani, porci, gabbiani e ladri che passano per caso sotto al palazzo
La proprietaria attualmente non e’ nell’Urbe per cui questa richiesta giace sulla scrivania dell’amministratore
Io dico non e’ che mi potrebbe dare questa chiavi, per favore?
No perche’ poi la responsabilita’ se cade e si fa male e’ mia
Ma non diciamo sciocchezze per favore
Io se non ho la richiesta scritta non le do’ proprio niente e nel frattempo ne regala una copia ad un bambino di tre anni che abita nel palazzo affianco

Dio, come lo odio

mercoledì 29 ottobre 2008

Un tranquillo martedi di paura

Allora, ieri nell’Urbe e’ piovuto.
E’ piovuto proprio che Dio la mandava, secchiate di acqua gelida che si abbattevano su noi poveri cittadini; quella pioggia che, quando il cittadino esperto la vede, capisce subito che e’ il caso di prendere pinne fucile ed occhiali e iniziare a costruire un’arca di legno per custodirvi i propri animali domestici.
Erano le otto di sera e ancora pioveva, esco dall’ufficio e a momenti affogo; traffico ingarbugliato e groviglioso con tutti gli automobilisti che bestemmiano con i finestrini chiusi, per non fare entrare la pioggia e l’incazzatura degli altri che gia basta la propria.
MI ci vuole un’ora e mezzo per fare tredici km e rientrare a casa
E qui iniziano le dolenti note.
In una casa nuova, bisogna abituarsi a nuovi rumori.
Solo che fino a quel momento casetta rumori non ne aveva fatti, perche’ e’ una mansarda sotto il tetto, lontano lontano pure dagli echi dai vaffanculo che si sprecano in strada.
Ma ieri, casetta si e’ trasformata: rumori ventosi, spifferi ovunque, la pioggia che ticchettava sui vetri, il terrazzo allagato con tre dita d’acqua e, soprattutto, un rumore fortissimo tipo cascata delle Marmore in salotto.

Sembrava di stare in campeggio, dentro la tenda in balia degli elementi.
E poi lampi, tuoni, fulmini, saette e tutto il repertorio temporalesco e io cerco di stare calma per non agitare la gatta Bridget Jones, che quando ha visto i litri di acqua sul terrazzo ha deciso che il posto piu’ sicuro dove stare e’ certamente la mia testa, con le unghiette ben saldate al cuoio capelluto.
Rombo di tuono tipo bomba a muro e via la luce
Io cerco un po’ di consolazione e mando uno sms al mio fratellino, per dirgli che tengo la cascata delle Marmore in salotto.
Lui, che pure abita all’ultimo piano, dice che in effetti pure a casa sua si sente questo rumore come di una pipi’ fortissima sul tetto e allora io mi chiedo: ma chi e’ quell’idiota che durante le notti di pioggia se ne va pisciando fortissimo sui tetti dell’Urbe? Ce n'e’ di gente strana in giro..
Poi il colmo dei colmi, il bidet inizia a parlare..fa un suono sordo, basso, gorgogliante eppure intelligibile, come di voce dall’oltretomba che dice: puuuuuunzyyyy ti prendooooo ..io e la gatta decidiamo di entrare ufficialmente nel panico, mio fratello via sms mi dice che il suo bidet non parla, pero’ di cercare di capire se il mio fornisce dei numeri , cosi’ ce li giochiamo per il terno
Il mio Perfido fidanzato e’ lontano per lavoro, alla fine mi decido, lo chiamo e gli dico che ci hanno rifilato la casa fallata che tiene la cascata delle Marmore in salotto e il bidet posseduto dal demonio e anche la gatta miagola nel ricevitore, sicuramente anche lei vorra’ aggiornare il suo padrone sul delirio intorno a noi
Il Perfido mi ricorda che siamo sotto al tetto e probabilmente la cascata delle Marmore e le chiacchiere del bidet corrispondono al rumore della colonna pluviale che evidentemente passa di la..

Pluviale

Pluviale=pioggia=acqua=tanta pioggia=tanta acqua che scorre
La cosa mi torna

Convinco la micia a trovare una collocazione diversa dalla mia testa, prendo un bel libro di Stefano Benni e me ne vado a letto a leggere

Dal Diario della gatta Bridget Jones

28 ottobre 2008-
Giornata piatta, oggi
Piovuto tutto il giorno. Nessun uccelletto mi e’ volato davanti, nemmeno una mosca
Che noia

Ore 20.05
E’ tornata l’Isterica.
Sembra venuta fuori dritta dritta dal centro di Kabul, con i capelli a pazza e gli occhi spiritati e subito ha urlato-CI-HO-MESSO-UN’ORA E MEZZA-PER-TORNARE A CASA MA COS’E’ QUESTO RUMORE, BRIDGETTINA COS’E????
Ma cosa che vuoi che sia? La pioggia, no?
Madonna che matta che e’ questa qui

21.12
La situazione sta decisamente precipitando, alla fine le sono salita in testa perche’ ogni volta che vede un lampo si mette a cercarmi per tutta casa e appena mi allontano urla: B
RIDGET JONES VIENI QUI NON AVERE PAURA!!! Alla fine ho pensato che se mi si piazzavo sulla testa evitavamo questa ricerca. Speriamo che mi fa scendere un attimo a fare la pipi, porco giuda, questa grande e grossa tiene paura dei temporali

21.13
Andiamo bene, si e’ messa a messaggiare con quell’ Impiastro del fratello e adesso e’ ancora piu’ nervosa ma io dico i genitori a sti’ due cos’e’ che gli davano da mangiare quando erano piccoli? Gli sono venuti su proprio bene, per il manicomio li hanno cresciuti.

21.17
Ma perche’, perche’ Il Tizio Grosso e Peloso non e’ mai qui quando questa si fa prendere dal panico?? Si scorda di darmi da mangiare e non mi pulisce mai la lettiera ma almeno queste
sceneggiate napoletane ce le risparmiamo!!

21.40
Tizio Peloso, non stare a sentire le urla di questa qui, la pioggia fa un po’ di rumore e l’acqua sul terrazzo sale ma io non credo che entri dentro casa; solo la prossima volta o mi porti con te e ti porti lei perche’ questa non e’ vita.O lasciale il valium, non lo so

22.00
OOOOO, Stefano Benni, mitico, mi piace sdraiami sui suoi libri quando l’Isterica si addormenta, faccio sempre bei sogni

domenica 26 ottobre 2008

Pomeriggio metropolitano

Dunque, io ho questa amica che è in pratica una gemella di Karma.
Il Karma che ci tiene gemelle è, ovviamente,quello della sfiga. Se a una di noi due capita una disgrazia, stai sicuro che dopo poche ore al massimo capita pure a quell’altra. Quindi si capisce che io e Ghebba diventiamo amiche, così contrastiamo l’effetto sorpresa della sfiga, la prima disgraziata avvisa la seconda che così si prepara. E andiamo avanti così, io e Ghebba, che ci vediamo poco ma ci sentiamo tantissimo e siamo sempre telepaticamente collegate e aggiornate sulle disgrazie in tempo reale. Quindi, il fatto che avessimo trovato modo e tempo di vederci in mezzo a tutte le cose che abbiamo da fare aveva dell’eccezionale e forse dovevamo capire che qualcosa doveva succedere.
Capolinea della metro B, io e lei cicaleggiamo tutte felici dell’avvenuto incontro; pochi minuti solo per salutarci, tanto per constatare che entrambe siamo vive e con tutti i pezzi al posto giusto. E mentre cicaleggiamo ci si avvicina un rom o uno zingaro, come vi pare. Questo tipo è vestito con una camicia di raso bianco a strisce blu elettrico, sembra un evidenziatore umano, ha il pugno chiuso e ci guarda con sospetto.
Noi pure lo guardiamo con sospetto
Alla fine si decide: apre il pugno e ci mostra una bella catenina d’oro luccicante, fresca fresca di scippo.
La volete?
Noi siamo femmine urbane abituate a queste cose, proprio ci rimbalza
No, grazie
Guarda che è robba bela, io facio prezzo buono, prendi bela signora e intanto ci si avvicina ancora di più, in effetti è un po’ molesto
No non ci interessa, vattene
Tu forse pensi che è robba falsa signora,ma no, è robba buona, io mica sono napoletano
E allora vuoi la rissa
Io subito dico scusa cosa vorresti dire? Come ti permetti di insultare i napoletani che guarda che Napoli è piena pure di gente onesta che lavora, tu per esempio ti sei rubato questa catenina ma io mica dico che tutti gli zingari sono ladri come te, poi se le categorie disagiate e discriminate non mostrano solidarietà le une verso le altre mi spieghi come facciamo a costruire una società più giusta e più buona e mentre lo zingaro si vede che vuole scappare e si sta chiedendo chi glielo ha fatto fare di svegliarsi la mattina e venire vicino a noi, Ghebba chiama i carabinieri e dice venite subito che qua c’è un ladro
Lo zingaro allora si allontana e cerca di vendere la catenina ad altre persone che però non gli attaccano la pippa come noi, al limite si allontanano e noi vediamo questa camicia ad evidenziatore che si muove per tutta la stazione per riciclare la catenina.
Quasi quasi ci stiamo per salutare quando.. colpo di scena! Arrivano i nostri. I carabinieri italiani che come i carabinieri americani si sono precipitati dalle pulzelle in difficoltà. Io dico ti pareva sono venuti subito perché c’è da arrestare uno zingaro. Ghebba allora risponde tu sei proprio una veterocomunista del cazzo, io mica gli ho detto che era uno zingaro, ho dato solo la descrizione
Ah
Vabbè comunque quasi come per magia l’evidenziatore non c’è più, scomparso; un momento prima rappresentava una macchia di colore improbabile in mezzo alla stazione, un minuto dopo si era volatilizzato. Si vede che ha sentito puzza di sbirro, dico io
Si vede che aveva il terrore che gli andavi dietro a fare polemica, risponde Ghebba
I carabinieri sono delusi, non hanno potuto né salvare le pulzelle, né fare un bell’inseguimento poliziesco. Ci chiedono ma avete visto dov’è andato, se si è allontanato in macchina o a piedi?
Boh non lo sappiamo, è proprio sparito
Ci fumiamo un’ultima siga
Ghebba dice, io e te insieme scateniamo gli elementi dell’Urbe, siamo potentissime.


Ma io dico che pure separatamente non ce la caviamo male

Risultati del sondaggio

Dunque, i dati fanno emergere reazioni contrastanti rispetto al problema; le risposte riflettono la complessità sociale e la fondamentale follia della gente che segue questo blog.
Dunque, il 41% dei miei blogger si sente tentato dalla crisi economica e ritiene sia e’ un’opportunita’ per scoprire e far valere la propria ingegnosita', per cui sta imparando a cucinare gli scarafaggi al burro. Bravi, complimenti, io sono solo un po’ sazia, per oggi declino l’invito a pranzo
Invece, il 33% è terrorizzato e vorrebbe mettere i suoi risparmi al sicuro, ma non ne ha
Vorrei dire all’unico blogger che ha risposto come me: Mi spaventa molto e per questo vivo da un mese sotto al letto nutrendomi solo di polvere e germi, per allenarmi al peggio che verra’, di andarsene sotto il suo, di letto, che qua la polvere sta iniziando a scarseggiare

sabato 25 ottobre 2008

Metodi e tecniche di sopravvivenza urbana: l’uso del passeggino sulle strade dell’Urbe

Insomma, noi gente dell’Urbe siamo abituati a badare a noi stessi.
Iperstimolati e stressati dalla grande realta’ della metropoli, le nostre risorse sono comunque quelle che sono ed in tempi di crisi economica bisogna arrangiarsi con cio’ che si ha.
Tuttavia, ritengo deprecabile il diffondersi dell’uso improprio del passeggino in questa citta’. Il passeggino, io credo, e’ un aggeggio in cui infili il pupo per scarrozzarlo e fargli vedere un po’ di mondo; invece sta diventando un oggetto polifunzionale in cui lo scarrozzamento e la comodita’ del pupo stesso sembrano opzionali piuttosto che prioritarie. MI sento in dovere, quindi, di indicare le attivita’ errate che vengono oggi effettuate da alcune mamme o nonne o baby sitter urbane con il passeggino.
Ciascuna delle seguenti attivita’ va intesa come svolta con la contemporanea presenza del pupo nel passeggino

Il passeggino non e’ un fendifolla
Ergo, e’ inutile che continuiate a spingere con la punta dello stesso sui tendini del tipo in fila davanti a voi, l’unica cosa che accadra’ e’ che il tizio davanti a voi si irritera’ e, se si tratta di una tizia di nome Punzy si girera’ anche e dira’ delle cose atroci e sarcasticheggianti sul fatto che bisogna fare un esame per prendere la patente ma invece i figli li puo’ fare chiunque.Quindi, sbattere ripetutamente la punta del passeggino sul malcapitato o i malcapitati davanti a voi NON APRIRA’ MAGICAMENTE LA FOLLA COME LE ACQUE DEL MAR ROSSO. In compenso, vostro figlio verra’ su con un’insana passione per le macchinette a scontro

Il passeggino non e’ un segnale stradale di stop
Quindi, e’ inutile che lo sporgiate improvvisamente in mezzo alla strada perche’ decidete di attraversare: le macchine, vedendolo, non si fermeranno in quanto non lo fanno NEMMENO all’effettivo segnale di stop regolarmente dipinto sul manto stradale. Evitate tragedie, please.

Il passeggino non e’ un carrello della spesa
Sembrerebbe facile. Due oggetti, due nomi, due funzioni sociali diverse. Eppure mi sento in dovere di farlo presente, visto che proprio ieri ho contato ben dieci manine grassocce ed agonizzanti sotto due fustini di Dixan, tre kg di arance e un enorme pacco di pannolini

Il passeggino non e’ un cingolato

Semplicemente, non potete farci le stesse cose che fate con il vostro fuoristrada: attraversare pozzanghere profondissime, salire rampe di scale, schiacciare inermi passanti. O meglio, questo e’ un paese democratico e potete anche farlo, se proprio vi va. A fine giornata, non chiedetevi perche’ il vostro bimbo e’ isterico

Il passeggino non e’ un’arma di distruzione di massa
Quindi, non va usato per ledere altri cittadini attraverso complesse manovre di schiacciamento, scavalcamento, spintonamento ecc

Mi auguro di essere stata utile.
Come sempre vostra,
Punzy

mercoledì 22 ottobre 2008

Famigliole urbane

le cose sono due: o nel mio quartiere figliano a grappoli o tutte le famiglie del circondario fanno la spesa nel piccolo supermercato sotto casa mia.
Sono tre volte che ci passo dopo il lavoro, verso le sette e mezzo di sera e lo trovo sempre zeppo di vandaliche famigliole urbane che si aggirano per gli scaffali in modalità devastatrice, con questi
ragazzini senza guinzaglio né museruola che corrono liberi per i corridoi. I piccoli vandali urlano,toccano la merce sugli scaffali, rapinano carrelli, spintonano, giocano a kung fu panda con il bancone dei surgelati e ancora urlano e corrono, senza che le rispettive mamme
urbane pongano rimedio alcuno.

Questo perché le mamme urbane sono ditre tipi:

la mamma orgogliona
questo tipo di mamma guarda il frutto dei suoi lombi con aria felice e trionfante, il suo orgoglio di essere madre trasuda pure dai follicoli: nel figlio risiede il miracolo della creazione, la sua anima contiene almeno sette divinità reincarnate.
Tale madre sorriderà indulgente a qualsiasi malefatta del piccolo budda, richiamandolo blandamente all’ordine ma non pretendendone,ovviamente, l'obbedienza.
La conseguenza é che il piccolo budda capace che ti i ruba il bancomat sotto lo sguardo indulgente di mammà.


la mamma sfatta
questo tipo di mamma ha una vita orribile, e lo sa.
Intrappolata in un matrimonio stanco, in un lavoro senza prospettive,strozzata dalle rate del mutuo, ha messo al mondo dei mostri e una parte di lei se ne pente.
Nulla puo’ cambiare, per quanti sforzi lei faccia, quindi inutile provare. Mentre il piccolo vandalo ti ruba il bancomat, lei ti guarda con lo sguardo afflitto a significare: vede che mostro? Povera me

La mamma pedagogica
La mamma pedagogica e’ una mamma attenta e solerte, appena il suo pargolo fa qualcosa che non dovrebbe interviene, gli spiega che non deve farlo, perche’ non deve farlo e perche’ non dovra’ farlo nemmeno in futuro, rispondendo senza arrabbiarsi alla sequela di pecche’? che il suo bimbo le rivolge ad ogni spiegazione. Tipo: non devi prendere la roba dagli scaffali, pecche’? perche’ non e’ tua, pecche’? perche’ non l’abbiamo comprata, pecche’? ecc e tu devi rimanere li’ fino all’esaurimento dei pecche’, dato che la mamma pedagogica ha allestito questo spettacolo per te, perche’ tu sei stata disturbata dal suo bimbo e adesso lei ti dimostra che lo tiene sotto controllo e pare brutto allontanarsi.
Io apprezzo le mamme pedagogiche ma credo che la cosa si risolva piu’ in fretta stoppando il tutto al terzo pecche’? perche’ lo dico io e basta.

E i papa’ urbani? Lo so che ve lo state chiedendo ma i papa’ urbani non esistono, sono un’illusione. Non ne senti nemmeno la voce, si materializzano improvvisamente alla cassa al momento di pagare.

Il concetto e’ comunque chiaro, famiglia vince, single perde.
Indovinate io se vinco o perdo

martedì 21 ottobre 2008

Lo SchiacciaPunzy

Lascia perdere l’Enalotto e gli inutili sogni di gloria e vieni nell’Urbe a giocare allo SCHIACCIAPUNZY!!!

Giocare allo SCHIACCIAPUNZY e’ facile e divertente, e’ un gioco interattivo che ti permettera’ di sfogare la rabbia e l’aggressivita’ repressa guidando come un pazzo per le strade dell’Urbe.
Per giocare allo schiacciapunzy non ci vuole nemmeno la patente, va bene un’automobile di qualsiasi cilindrata, anche un grosso scooter ma..attenzione, la PUnzy e piccola e furba e tendera’ a nascondersi camminando piano piano tenendo la destra..scova e schiaccia Punzy sulle strade: vincerei una botta di adrenalina eccezionale

Sperona Punzy e vinci un pieno di benzina
Tamponala facendola cadere e avrai un anno di riparazioni gratis per la tua automobile; se in seguito al tamponamento deve intervenire l’ambulanza il premio e’ RADDOPPIATO
Uccidila e scappa: vincerai una ferrari cabrio, per poter spernachiare tutti quelli che vanno in bici

Cosa aspetti? Prendi la macchina e vieni nell’Urbe: lo schiacciaPunzy e' iniziato..e manchi solo tu..

domenica 19 ottobre 2008

La crisi economica ti tenta o ti spaventa?

Buongiorno a tutti, cari blogger.
Questi sono tempi duri, persino il nostro presidente del consiglio ha detto che la crisi finanziaria si riflettera’ sull’economia reale, per cui aprite le finestre e buttatevi di sotto: meglio morire di subito che lentamente, di stenti e mentre in TV impazza la prova del cuoco, dove il concorrente di turno, ai fini di dimostrare che la crisi e’ un’ottima opportunita’ per stimolare la creativita’ delle casalinghe, sta cucinando una bella zuppa di mutande usate
IO, in quanto femmina urbana, sono abituata a combattere contro mostruosi SUV che tentano di schiacciarmi, vigili che tentano di multarmi, teppisti di strada, molestatori, abusatori, stupratori, venditori di aspirapolvere,testimoni di geova, portieri invadenti.
E posso dire, dopo 12 anni che vivo da sola nell’URBE, che non tengo paura piu’ di niente.
Tranne della crisi economica.
Io ho paura della crisi economica perche’:

  • hanno tentato tutti, fino a quando e’ stato possibile, di negare la sua esistenza (come per la mafia)
  • Si sta espandendo rapidamente (come l’AIDS)
  • Colpira’ tutti i settori dell’economia (democratica come la morte)
  • Si perderanno posti di lavoro (perche’ ce ne stavano tanti)
  • Le uniche che non falliranno saranno le banche (oltre al danno, pure la beffa?)
  • Il super enalotto lo vincera’ qualcun altro che non sono io

Quindi, come sempre faccio quando mi cago sotto, provo a scherzaci su (se devo morire, voglio farlo ridendo). Per cui passo ad elencarvi i motivi per cui la crisi economica rappresenta un’opportunita’ positiva per il nostro paese

  • Non ci saranno piu’ morti sul lavoro, perche’ nessuno terra’ piu’ un lavoro
  • Per la prima volta nelle loro vite le veline capiranno che il loro talento naturale nel ciucciare sara’ utile quando si dovranno vendere i denti al mercato nero e potranno ingoiare solo liquidi (vale anche per i ministri)
  • I calciatori saranno pagati 1200 euro al mese, e dovranno pure ringraziare che gli italiani a tutto rinunciano ma alla partita MAI
  • Il mio portiere non potra’ piu’ rompere le palle a nessuno, perche’ senza lavoro l’affitto non si paga e addio casa
  • Moriranno molti schifosi ratti del tevere perche’ qualcosa ci dovremo pur mangiare
  • s’inquinera’ di meno il pianeta, perche’ i soldi per la benzina non li avra’ piu’ nessuno
  • Forse saremo abbastanza incazzati da fare una bella rivoluzione


    Si, lo so, riso amaro.
    Ma rispondete anche voi a questa domanda del mio sondaggione: la crisi economica ti tenta o ti spaventa?
    I posteri leggeranno l’ardua sentenza: noi saremo morti tutti di fame

    Vostra terrorizzatissima Punzy

giovedì 16 ottobre 2008

Il codice della giungla

Dunque, su questo blog siamo tutti grandini, no?
Quindi abbiamo tutti la patente. O comunque guidiamo, per cui il codice della strada lo conosciamo.
Bene, se venite nell’urbe, dimenticatelo.
Le comuni regole del codice della strada qui sono state reinterpretate, non riscritte ma rigidamente osservate. L’ingombrante e vetusto codice, pieno zeppo di articoli e cavilli inutili e’ stato cosi’ sintetizzato:

Art 1: quando sei alla guida tenta sempre, ostinatamente,di penetrare la materia.

Art 2: se non riesci ad attraversarlo, saltaci sopra

Art 3: non mettere le frecce: gli altri potrebbero indovinare la direzione che vuoi prendere e questo costituirebbe una violazione della tua privacy

Art 4: rispetta i semafori solo se chi passa dall’altra parte e’ grosso quanto te; in caso contrario parti e schiaccia

Art 5: suona il clacson ogni qual volta ti irriti: e’ giusto che il mondo sappia che ti girano i coglioni

Art. 6: la segnalatica orizzontale e’ roba per froci e femminucce spaventate. L’unico segnale che devi riconoscere e’ il muro di cemento sul quale andrai a sbattere.

Art 7: dicesi parcheggio quando la tua macchina e’ ferma. Se accostata al marciapiede non importa: parcheggio e’ se macchina non si muove

Augh

mercoledì 15 ottobre 2008

Cittadini coraggiosi

Che non si dica che in questa citta’ siamo tutti una massa di pecoroni senza spina dorsale!!!
Nell’Urbe abbiamo fior di cittadini con le palle, con coraggio da vendere e sprezzo del pericolo. In un paese che si configura sempre piu’ come luogo di rammolliti asserviti e appecorati, mi pregio di annunciarvi che qui, nell’urbe caput mundi, noi non teniamo paura di niente.
A dimostrazione di quanto affermo, periodicamente inseriro’ in questa rubrica, cittadini coraggiosi, il fulgido esempio di coraggio di un mio concittadino che magari sfugge alla reportizzazione ufficiale e si consuma nel silenzio.

Per iniziare bene, riporto due grandi atti di coraggio:

Domenica mattina, ore 12.50-Ponte su lungotevere Urbe sud ovest

Un ciclista, vestito appunto da ciclista provetto con la solita tutina lycra-che fa-figo e tanto di caschetto proteggi zucca correva come Bartali contromano, con assoluto disprezzo della sua vita e di tutti quelli che sterzavano e frenavano per non ucciderlo.
L’istinto dei cittadini automobilisti, radicato contro ogni ragione, ha rischiato di creare un maxi tamponamento a catena da cui l’imbecille su due ruote sarebbe uscito assolutamente indenne
Alla fine della sua folle corsa ha cercato di salire con la bici sull’argine del Tevere, che sfortunatamente e’ in secca
Considerato che ne e’ uscito incolume, gli consiglio di giocare all’enalotto. Un culo cosi’ minimo fa sei

Lunedì mattina, ore 9.45-comunale a scorrimento veloce

Un sorridente concittadino cinese faceva tranquillamente jogging su questa mega autostrada cittadina a nove corsie, ovviamente contromano con tanto di cuffietta nelle orecchie e aria saputa di chi si tiene in forma, mentre intorno le macchine raggiungevano la velocita’ della luce e passavano nell’iperspazio. Mi aspettavo di vederlo volare da un momento all’altro su nel cielo, spinto dal muso di qualche Suv che correva a pazzo e che invece di frenare aveva accelerato ma no, tranquilli, il cittadino lo vedo ancora dallo specchietto retrovisore mentre correndo pacifico imbocca lo svincolo per il raccordo anulare.
Auguri.
Io in motorino ho paura di andarci a 40 all’ora, su quella strada e nella direzione corretta..

martedì 14 ottobre 2008

Il fantasma dell’Urbe

C’e’ un luogo, nell’Urbe, dove quotidianamente s’infrangono le speranze di centinaia di cittadini.
Sotto gli occhi indifferenti della metropoli, piccoli sogni muoiono e l’attesa si consuma lenta ed inesorabile.
Questo luogo e’ la fermata del 670
Ho gia dedicato piu’ di un post al servizio di trasporto pubblico urbano (vedi
http://punzy.blogspot.com/2007/10/chi-lha-visto.html e http://punzy.blogspot.com/2007/06/autobus-urbani.html) ma il 670 meriterebbe un trattato apposito con precise nozioni di paranormale, dato che nessun cittadino l’ha mai visto.
Nel cuore della citta’ lunghi pali gialli culminano in tabelle che ne riportano gli orari nei feriali e nei festivi: quale onta, quale presa in giro! I cittadini sono costretti a prendere un altro autobus per alcune fermate, scendere e poi farsela a piedi fino al fantomatico capolinea del 670, dove medium di accreditata fama cercano di farlo materializzare da anni.
Il 670 e’ una truffa?
Un ectoplasma?
Un autobus virtuale?
Un numeri segreto per invocare il demonio?
Un trucco della giunta comunale per creare un luogo di socialita’ tra cittadini? In quest’ultimo caso perche’ minchia non ci mettono allora perlomeno una tettoia vicino a queste fermate fasulle che quando piove e fa freddo che vuoi socializzare sotto la pioggia?
Forse il 670 e’ uno dei quattro cavalieri dell’apocalisse, quando passa i cittadini si devono grattare oppure strapparsi tutti i capelli perche’ la fine dell’Urbe e’ vicina.
Chiedo a voi, cari blogger consapevoli ed impegnati un momento di solidarieta’.
Mandate una mail al comune di Roma dal titolo :”670, Chi l’ha visto? Io no”
Inoltre, si cercano testimoni sull’ultimo passaggio del 670 alla fermata San paolo basilica; anziani urbani di ferrea memoria affermano che manco quando ci stava baffone il 670 si faceva vedere..

lunedì 13 ottobre 2008

Lista dell’odio num 18

  • Il lunedi
  • Il lunedi che non mi parte il motorino e non si sa perche’e allora devo prendere l’autobus
  • Il lunedì che l’autobus strascoppia perche’ si e’ aperta una buca profondissima sulla strada che allora l’hanno chiusa e c’e’ un traffico da inferno e allora tutti hanno lasciato la macchina e si sono imbutati con me nell’autobus
  • Il lunedì che l’autobus ha deviato il percorso per via della strada chiusa per la buca profondissima e adesso non so dove mi porta
  • Il lunedì che l’autobus ha deviato il percorso e mi ha portato lontano dalla metro e morale della favola me la devo fare a piedi
  • Il lunedì che sto tutta sudata e corrente che non mi parte il motorino e allora devo prendere l’autobus che strascoppia perche’ si e’ aperta una buca profondissima sulla strada che allora l’hanno chiusa(la strada, non la buca, figuriamoci) e c’e’ un traffico da inferno pero’ l’autobus ha deviato il percorso e mi ha portato lontano dalla metro e morale della favola me la devo fare a piedi e quando arrivo in ufficio e timbro il cartellino ansmante e col fiatone la mia capa mi guarda disprezzante e mi dice e' questa l’ora di arrivare?

    Poi dice la madonna che uno la bestemmia

venerdì 10 ottobre 2008

Socialita’ urbana

Non e’ vero che nell’urbe si va sempre di corsa, troppo di fretta per relazionarsi con i propri simili..sfatiamo questo mito dell’indifferenza urbana e diciamo le cose come stanno: anche in una grande metropoli c’e’ posto per le relazioni umane.
Per esempio ieri pomeriggio, durante i miei 15 minuti di pausa caffe’, sono uscita dall’ufficio e sono andata a zonzo a riposarmi gli occhi. Una scenetta idilliaca di socialita’ metropolitana mi si e’ parata dinanzi agli occhi subito: un autista di scuolabus che chiacchierava amabilmente con un giovanotto di colore.
Solo che il giovanotto di colore era sul motorino. E l’autista in effetti era in servizio perche’ stava guidando un pulmino pieno di ragazzini urlanti.

Chiacchieravano fitto fitto mentre sbandavano a destra e a sinistra e si vedeva che i ragazzini gradivano l’intermezzo perche’ urlavano e’ meglio delle giostre. Io penso che magari evito di scendere dal marciapiedi. Semaforo rosso, subito i ragazzini approfittano per sputare in testa ai passanti dai finestrini, io per prudenza cammino raso muro; poi il semaforo si fa verde e i due ripartono sbandanti e felici, chiacchierando sempre fitto fitto. Mi chiedo cosa possa unire tanto due persone cosi’ diverse da farle chiacchierare come comari senza rendersi conto di quello che si fa e arrivata al bar lo capisco, perche’ i due hanno deciso di prendersi una pausa dallo sbandamento e sorbiscono un bel caffe’ doppio. Lo scuolabus e’ parcheggiato con una ruota vicino al marciapiede e il culo in mezzo alla strada, il motorino fuori all’ingresso del bar, sullo scivolo per gli handicappati. I ragazzini dentro il bus si stanno credo uccidendo, a giudicare dalle grida. I due ovviamente parlano di Totti e di quando torna qua’ ce stanno a rubba’ er campionato. Scavalco il motorino e chiedo un caffe’, mi intrometto nella conversazione e dico scusi ma i ragazzini la’ fuori..
non se preoccupi signo’. L’ho chiusi dentro
Ah vabbe’ allora
Ma che pe’ caso uno e’ suo?
No, grazie a Dio, sono tutti di qualcun altro
La conversazione riprende, si aggiunge anche il barista che il mio caffe’ se lo scorda e io ho quasi finito la pausa
Rumore di plastica divelta. Gambe infantili che sporgono dal finestrino rotto, grida disumane: corri corri Albe’ scappatene a casa,digli a mi’ madre che stiamo al bare
E fugge Alberto, fugge, verso il tramonto urbano con le scarpe slacciate, corre piu’ di Totti e piu’ dell’autista del pulmino che lo insegue.
Figurati se si ricordano del mio caffe’

giovedì 9 ottobre 2008

Sessualita’ urbana

Eh si, nell’Urbe si fa sesso.
Almeno spero, senno’ tutti quei preservativi schiattati sul lungotevere in realta’ sono pieni d’acqua e usati come gavettoni.
Si fa sesso a pagamento rischiando le multe, sesso coniugale il sabato sera, sesso adolescenziale sul sedile del mio motorino (ieri volevo tirargli un secchio d’acqua a quei due ma proprio sempre sul mio? Si vede che la sella e’ comoda)
Si fa anche sesso anziano, nel senso di anziani cittadini che fanno sesso.
I cittadini delle vecchie generazioni, vessati da case popolari senza riscaldamento, hanno imparato che il proprio coniuge, pure se tiene i suoi difetti, e’ comunque un corpo caldo a cui appoggiarsi nelle lunghe notti d’inverno e l’abitudine pare essere sopravvissuta negli anni, pure all’avvento del termosifone. Consuetudine vuole che, raggiunta una certa eta’ il cittadino metta a riposo i genitali, forse per sconvenienza, forse per stanchezza, forse perche’ le mogli decidono di non radersi piu’ i baffi, vallo a sapere…fatto sta che raramente, anzi devo dire quasi mai, ho sentito parlare un cittadino anziano di sesso.
Io quando vedo gli anziani urbani che girano per marciapiedi e negozi penso a loro come strani angeli senza sesso, con la funzione sociale di scassare la minchia un po’ a tutti: ai giovani sul motorino, alle commesse scostumate, ai Suv che li investono,agli autisti degli autobus che non guidano bene..le coppie di anziani urbani sono in genere caratterizzate da un lui un po’ turbolento e da una lei che tende dolcemente a rimetterlo in riga e vanno avanti cosi’, lui ad imprecare contro i rumeni e lei a tirargli la manica del cappotto dicendo abbassa la voce che ti sentono. Nonostante il fatto che gli anziani urbani in genere sono fastidiosi, guardo le geriatriche coppie con una certa tenerezza: gente che sta insieme da trenta, quarant’anni; tutta una vita, il dopoguerra,i figli, l’urbanizzazione,la motorizzazione di massa, l’informatizzazione..un mondo intero in un vita intera, con la societa’ che si trasforma a velocita’ della luce. Insomma io quando guardo queste coppie non e’ che penso che fanno sesso, credevo che ne so, tipo ad una certa eta’ ti si secca o ti cade.
Invece.

Ero in fila dal pizzicagnolo quando sento la voce di una vecchietta, che voleva essere bassa e confidente ma in realta’ la sentivano fino a Trastevere, che dice: allora me lo vedo davanti,cor pigiama bbono tutto arzillo che me sventola ste’ pillole davanti alli occhi…io me lo so’ guardato e gli ho detto ma che cazzo voi co’ sto viagra? Stamo col culo nella fossa e tu pensi a scopa’..ma famme dormi',famme!! Fosse stato Antonino (il pizzicagnolo) allora si che ce stavo e strizza l’occhio all’Antonino che ricambia viscido per vendere di piu’
Mi giro, guardo la tipa: magra ossuta con i baffi, il marito deve amarla veramente molto.
Il sesso degli angeli
Come no

mercoledì 8 ottobre 2008

Misteri domestici misteriosissssimi

Qualcuno sa spiegarmi come mai alcune cose che non trovavo piu’ da anni nella casa vecchia sono rispuntate a casa nuova?
Come ci sono arrivate?
E dove stavano prima di arrivare a casa nuova?
Si erano forse occultate come le astronavi romulane?
Era una magia?
Esiste forse una dimensione creata da distorsioni spaziotemporali o roba del genere dove si ficcano le cose che non trovi piu’? e in tal caso, come fanno ad uscire di nuovo fuori?
O come al solito centrano i folletti?
Guardate che questo e’ un mistero veramente misterioso e sappiate che ho i testimoni di quanto affermo; il caso piu’ eclatante riguarda una busta di plastica dove conservavo, ancora nel loro imballo originale, delle tazzine da caffe’ carinissime che non si trovano in commercio e la bomboniera del matrimonio di mio fratello. Prima del trasloco questa busta io non la trovavo piu’ da nessuna parte, ho smontato pure lo sciacquone e lo scaldabagno ma giuro: non esisteva piu’ nel nostro spazio tempo. Avevo gia stilato una serie di frottole da sparare a mio fratello per il fatto che non trovavo piu’ la bomboniera (l’ho data ai poveri, l’ho custodita in una cassaforte in banca,e’ troppo preziosa per tenerla esposta,l’ha mangiata la gatta,non me l’hai mai data ecc) quando entro nel ripostiglio di casa nuova e li’, vicino alla porta, in bella mostra, ecco la busta con le tazzine e la bomboniera.

Ci ho giocato pure i numeri ma non sono usciti.
Come hanno fatto ad arrivare li’?
forse in autobus?

martedì 7 ottobre 2008

Il nuovo quartiere di Punzy

Dunque.
Adagiato sulla riva sud occidentale del biondo Tevere, tra zanzare giganti, timidi alberelli e denso smog, svettano gli alti palazzoni grigi del nuovo quartiere di Punzy dove convivono, rompendosi i maroni a vicenda, circa 200.000 anime, compresi immigrati con regolare permesso di soggiorno e altre diverse centinaia senza permesso, nascosti dai burocrati dell’Urbe. La comunita’ immigrata maggiormente presente e’ quella asiatica, seguita a ruota da quella africana, indiana e rumena . Eta’ media 50 anni ma si vede che i piu’ giovani abitano tutti da un’altra parte perche’ nel mio palazzo a qualunque ora esci vedi gente sui 105/106 anni. Tranne, ovviamente, il mio vicino di casa che ha tre bambini piccolissimi che piangono a turno fuori al pianerottolo, preferibilmente dalle 07.00 alle 08.30 del mattino. Nel quartiere teniamo pure tre campi nomadi, di cui uno attrezzato e gli altri no e non voglio manco pensare a come vivono, poveracci.
Il quartiere e’ pieno di alimentari e bottegucce stile anni ’80 e quando sono di buon umore io li trovo deliziosamente vintage, quando mi rode dico che vado a fare la spesa da quei pezzenti puzzafame sotto casa.
Insomma, quartiere popular-etnico e a me piace un sacco; l’oggetto piu' alla moda sembra essere l’anziano carrello della spesa che massaie italiane, africane e rumene si trascinano dietro con la stessa disinvoltura. Ne voglio uno subito pure io senno’ va a finire che non mi integro.
L’unica cosa che non mi piace del quartiere e che vorrei cambiare anche subito se e’ possibile e’ il portiere, che ormai penso l’avete capito che e’ un gran scassapalle la cui unica missione sembra essere quella di starmi con il fiato sul collo e cogliermi in fallo mentre trasgredisco il Sacro Regolamento Condominiale, che credo per lui e’ come la bibbia o il corano o simili. Lo vedo che mi punta da dietro la guardiola appena esco dall’ascensore; manco buongiorno mi dice e mi segue con lo sguardo indagatore per vedere se arreco danno al palazzo..e’ evidente che la mia persona toglie decoro a tutto il condominio..mi aspetto di sentirgli dire da un momento all’altro, con marcato accento inglese e il sopracciglio alzato :” Non e’ possibile utilizzare l’ascensore per portare su i mobili, madame”.
L’ultima questa mattina; avevo parcheggiato il motorino davanti all’ingresso del portone, in mezzo a tutti gli altri motorini dei miei vicini e condomini ma lui e’ venuto da me, mentre mi mettevo il casco a dirmi che non potevo accendere il motorello sul marciapiede, altrimenti il gas di scarico finiva nel palazzo; ovviamente mentre tutti intorno a me accendevano e sgasavano nel palazzo, nel cortile e in faccia al portiere che pero’ sembrava stesse respirando rose invece di putridume perche’ non batteva ciglio. Per cui lo porto a mano (e con fatica perche’ pesa e io sono imbranata) giu dal marciapiede e ogni tanto mi giro indietro per vedere se il sopracciglio di Jeeves il maggiordomo si rilassa e accendo e sgaso solo quando vedo che la sua espressione di uomo che sta vedendo una cosa disgustosa si attenua e si gira per rientrare nella guardiola.
Il messaggio io credo sia chiaro: tu sei nuova e non mi piaci. Per cui, per te non valgono le regole che invece riservo ai preziosi condomini reali e ai loro rampolli che abitano questi appartamenti da sempre. Stai in campana. Bada che ti guardo.
Andra’ a finire che un giorno che mi rode lo insultero’ chiamandolo servo del potere e tutore dell’ordine costituito e questo dara’ via ad una guerra senza confini in cui io sono destinata a soccombere perche’ non ho il tempo e la voglia di combattere a vita con lui
Inoltre mi chiedevo: se non gli do’ la mancia a natale mi mette lo zucchero nel motore, giusto?