lunedì 28 maggio 2012

Sono il tuo incubo peggiore....


Essendo un essere urbano, il mio peggior incubo è trovarmi spersa in mezzo alla campagna, senza punti di riferimento, col cellulare che non prende e il navigatore in panne
Essendo un essere urbano, era alquanto improbabile che tale incubo si realizzasse; essendo un essere urbano che per vita schifosa e infelice raramente lascia i confini del raccordo anulare, l'incubo si faceva sempre più nebuloso
Ma
Nella vita delle Punzy c'è SEMPRE un ma
Accade che simpatici amici veneti ci invitino un week end a casa loro, nella piena campagna padovana; succede che accettiamo e dopo aver prenotato ferie, controllato ossessivamente il meteo, scomodato ben due cat sitter per badare ai pupi felini, noi si parta
Accade che i simpatici amici veneti la giornata del sabato abbiano un impedimento ma per farci godere la vacanza ci forniscano auto con pieno di benzina e navigatore, esortandoci a scoprire le bellezze della bassa padovana
Accade che io e Perfido accettiamo e ce ne andiamo a zonzo in giornata piacevolissima ma sulla strada del ritorno il navigatore inizia a svalvolare. Non appena svoltiamo all'incrocio che ci porta nelle campagne ove è situata la magione dei nostri amici, la voce metallica della tipa che avrebbe dovuto riportarci a casa ci informa che lei si sta scaricando, quindi tocca che ci arrangiamo. Iniziamo a correre nei campi di mais, tentando di arrivare a casa il prima possibile ma ormai la troia metallica sta palesemente impazzendo e ci fa girare in tondo senza motivazione alcuna (tranne il suo palese orientamento politico leghista) e alla fine si spegne. Si spegne ad un incrocio dove abbiamo strada sterrata con verde intorno a destra,strada sterrata con verde intorno a sinistra, strada sterrata con verde intorno dietro e strada sterrata con verde intorno e contadino veneto sul trattore davanti


Il cellulare non prende


Io dico subito che noi al contadino non chiediamo niente, perchè appena apriamo la bocca quello capisce che siamo terroni e ci passa sopra col trattore; Perfido finge di non credere a quest'eventualità ma quando il tipo ci passa vicino, fingiamo di essere tutti intenti ad ammirare il panorama, in particolare un cespuglio pieno di vespe che io solo a ricordarmelo mi sento male
disperata, mi arrampico sul tetto della macchina per trovare almeno una tacca di segnale per mandare un sms; la trovo, mando SOS: ci siamo persi siamo ad un incrocio con un palo della luce e un cespuglio di vespe aiuto. 
Invia. 
Parte
evvivaaaaaaaaaaaaa ballo felice, siamo salvi, adesso ci tireranno fuori da questa situazione
mi volto, il contadino veneto ha fermato il trattore e guarda con aria allibita la pazza urbana e terrona che balla al tramonto sul tetto della macchina
Stasera, al bar del paese, parlerà di me e anche molte altre sere con altri contadini veneti come lui e ne dedurranno che la terrona era certamente una strega di città venuta a ballare un sabba che causi infertilità ai campi di mais e verranno a cercarmi con le torce per bruciarmi sul rogo
Con un'agilità che non sapevo di avere, scendo dal tetto della macchina e urlo a Perfido: partiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii; sgommiamo sul brecciolino verso il tramonto, arrivano le istruzioni via sms, troviamo il bucolico vialetto di ingresso e ci precipitiamo nel giardino degli amici veneti a tutta velocità; manco entriamo che mi catapulto fuori dalla macchina a baciare il terreno
cazzo è successo? chiede la mia amica
mò te lo spiego
però tu promettimi che non presterai attenzione alle chiacchiere di paese......

venerdì 18 maggio 2012

Basta che ce sta ò sole..


Poi ci sono dei giorni che questa Urbe, che non è sull'orlo di una crisi di nervi, diciamo pure che i nervi sono traboccati o tracimati o anche esondati, và, che fa tanto scientifico; questa Urbe, dicevo, a volte sembra fuori mondo e fuori tempo, nonchè fuori spazio; una specie di non luogo che è tutti luoghi e dove la cosa che succede qua potrebbe succedere in qualsiasi grande Urbe del mondo, che ne so, a Londra, a New York, a Parigi e quando succede la cosa il tempo va avanti in  modo strano, si ferma, si dilata, e lo spazio anche e le persone pure
Succede quindi che stamattina io ero nel mio negozio di animali preferito e anche se avevo finito la spesa chiacchieravo con il tipo del negozio di quanto a tutti e due ci fa schifo il sindaco dell'Urbe e di quanto non capiamo come mai non sia caduto in una delle buche profondissime che devastano l'Urbe e sia sbucato in Cina coi ceppi ai piedi a cogliere riso, quando sentiamo una musica che è una canzone da osteria ma quello che canta non sembra essere romano e infatti usciamo e vediamo che un ragazzo sudamericano con la chitarra e un microfono che si è messo fuori al mercato e canta una roba del tipo: ce piasce il vinno de li casteliiiiii e anche daji de taco dagli de ppuntaaaaaaaa e insomma canta gli stornelli cò st'accento sudamericano che il contrasto ci fa ridere a tutti, è divertente e poi è simpatico, fa le canzoni a richiesta e succede che mentre tutti corrono avanti e indietro a fare le cose loro che a stento tengono il tempo di guardarsi in faccia, una signora si ferma, mette una moneta nella custodia della chitarra e  e fa: aò cantame er rugantino, la sai? roma non fa la stupida staseraaaaaaaaaaaaa, ah si signora, io conoscio e va di chitarra, dammi una manno a fami di de sciiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii e com'è e come non è mi metto a cantare pure io e pure l'animalaro e anche il fruttivendolo, prendi tutte le stelleeeee più brillarelle che chaiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii ed esce pure il tipo del negozio cinese di cianfrusaglie  e un pissico de luna tutto pel noiiiiiiiiiiiiiiiii e il pizzettaro all'angolo che tiene una voce splendida da baritono fa che domani è quaaaasi primaveraaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa, manna li meglio glilli a ffa cli cliiiiiiiiiiiiiiiiii e insomma, cantava tutta la piazza e pure i tizi che stavano dentro le macchine col finestrino abbassato camminavano piano e cantavano e nessuno suonava il clacson: cantavamo tutti e sono arrivati i vigili che stranamente non tenevano voglia di fare gli stronzi e si guardavano solo in giro e uno di loro si è messo a cantare proprio vicino al ragazzo sudamericano, solo piano piano lo ha fatto spostare più vicino al marciapiede per non ingombrare la strada ma non c'era problema, non voleva passare nessuno: stamattina volevamo cantare e anche se andavamo di fretta che avevamo tante cose da fare che manco il tempo di guardarsi in faccia e dentro e nelle tasche e nel conto in banca, ci siamo fermati tutti a cantare, e chi si era mai visto nè conosciuto, manco mai buongiorno e buonasera ci eravamo detti, solo che stiamo tutti sotto il cielo di questa città, camminiamo tutti sugli stessi marciapiedi sconnessi, andiamo tutti al mercato per risparmiare e siamo preoccupati e forse anche terrorizzati e fermarsi a pensare magari non è bene però una cantatina, uno sfogo, un momento, per dirci che qua stiamo e altro non possiamo fare se non cantare, e viviamoci un istante che mai come oggi siamo in una barca che sta affondando e ci sentiamo l'orchestra del Titanic, va bene così, la nottata deve passare
Roma.... rescimi er mocolo....... stassssseraaa
clap clap clap
bravo, te dò n'artro euro nun è che se capisce bene come canti er romanesco però chai nà bella voce, bravo

martedì 8 maggio 2012

Arancia meccanica (o chi ne fa le veci) a viale Marconi


Approfittando del ponte del primo maggio e della conseguente penuria di vigili urbani, un ignobile quanto incivile cittadino ha parcheggiato la sua stronza Toyota Yaris davanti allo scivolo per i pedoni
Lo scivolo per i pedoni che Punzy utilizza per scendere dal marciapide con il motorino
Ma avrei odiato la stronza Toyota Yaris ANCHE qualora essa non avesse intaccato i miei interessi personali, odio tutte le macchine parcheggiate davanti agli scivoli in qualunque parte dell'Urbe e anzi del mondo, giuro!


comunque, la mattina del 2 maggio la stronza Toyota Yaris è parcheggiata davanti allo scivolo per i pedoni e io mi faccio mezzo isolato a motorino spento prima di trovare un varco per scendere dal marciapiede (che non è che alle sette di mattina ti puoi mettere a gironzolare sul marciapiede in moto, rompendo grandemente i coglioni a quei poveracci che hanno la sventura di abitare al pianterreno), bestemmio la Yaris e me ne vado al lavoro
Al mio ritorno la stronza  Yaris è ancora lì
altro giro dell'isolato cercando un guado, incateno il motorino e vado a sputare sul parabrezza della Yaris. 
Il gesto non fa apparire miracolosamente il proprietario


3 maggio
la stronza Toyota Yaris è parcheggiata sempre lì; oltre al segno del mio sputo qualcuno ha disegnato un cazzo stilizzato sul lunotto posteriore utilizzando il rossetto; un simpatico foglio sotto il tergicristallo reca scritto "PEZZO DE MERDA" a caratteri cubitali. Ho chiamato i vigili, mi dice un vecchio, bravo lo avrei fatto io oggi pomeriggio, caro cittadino anziano che condividi con me l'indignazione. E mò vediamo
Infatti vediamo che alle 18.3o, tornata dal lavoro, la Yaris tiene sotto il tergicristallo libero da lettere contenenti improperi, una bella multa. Annuisco soddisfatta e me ne vado a cena felice, come se avessi visto il duce appeso per i piedi.


4 maggio
la stronza Toyota Yaris è ancora lì, con tanto di multa, nuova lettera di improperi, il finestino del guidatore con un altro cazzo stilizzato fatto col rossetto e una buccia di banana sul tetto..stò fijio de na mignotta, dice una tizia al primo piano che sbocconcella una banana, manco la leva de qua; i vigili sò venuti, hanno fatto la multa e se ne sono andati; io ce faccio er cesso de Ringo, dice una graziosa fanciulla urbana mentre invita il suo coker spaniel a centrare, con successo, la ruota della Yaris; si vabbè ma mica possiamo farla diventare un secchio della mondezza a cielo aperto, stà Yaris, richiamiamo i vigili e facciamola rimuovere, seeeee chissà com'è che sò venuti la prima volta, dice un energumeno che sembra passare di là per caso però poi caccia un uovo da sotto il giubbino e lo schiatta contro il finestrino del passeggero; io ve lo dico, dice il meccanico del marciapide di fronte, sabato mattina viene mia madre che sta 'n'carrozzella, se sta ancora parcheggiata qua jè dò foco, fai bene compà, dice un punkabestia mentre disegna con lo spray l'ennesimo cazzo stilizzato sul parafango
Sento che Kubrick  ci sta per fare un baffo
non ho il coraggio di passare il pomeriggio a vedere che succede; mi infilo nel palazzo di corsa mentre li vedo tutti lì, il pankabestia, la tipa al balcone, il vecchio, l'energumeno, Ringo e la padrona e il meccanico e tutti insomma, che aspettano di poter sgozzare a mani nude il proprietario della Yaris
Una parte di me voleva unirsi a loro e bere la sua razione di sangue, lo ammetto.


resisto alla tentazione dell'imbarbarimento e salgo a casa


5 maggio
La Yaris non c'è più
passo col mio zaino da viaggio che me ne torno nella mia città natale a trovare la famiglia e niente più Yaris; le lettere di insulti sono per terra, in strada, così come la multa.
Stò fijio de mignotta, dice la tizia al balcone, sò andata n'attimo ar bagno e se n'era annato, stò fijio de nà mignotta; Ringo e la padrona scuotono la testa, increduli, quello manco pagherà la multa, dice il vecchio, l'energumeno si rimette l'uovo nel giubbino, il meccanico aiuta la sua mamma a salire sul marciapiede; il punkabesta scrive per terra "divieto di sosta" con lo spray
vado a prendere il treno


Ho la sensazione infruttuosa di giustizia non fatta, tipo quando ti alzi da tavola che ancora hai un pò di fame...







giovedì 3 maggio 2012

La paura dei poveri

Ci sono tante paure che tutti noi, esseri urbani o contadini, campagnoli o eremiti, proviamo.
Ci sono le paure irrazionali, come quella del buio, degli insetti, la paura delle donne che hanno le verruche sul naso; ci sono paure ben più cogenti e razionali: la paura di non arrivare a fine mese, la paura delle malattie, la paura che i tuoi cari soffrano, la paura di dover licenziare 100 operai che conosci uno a uno e pure le famiglie conosci, e i loro figli, la paura che senza il lavoro che gli dai finiscano per stracci, tutti quanti. 
La paura di morire, la paura che chi amiamo soffra per la nostra morte 
Ma c'è una paura in particolare, tutta speciale, che proviamo solo noi straccioni e che io chiamo appunto paura dei poveri; il ricco, in quanto senz'altro non esente da paure, non sa cosa sia, non la proverà mai. 
La paura dei poveri consiste nel timore che, per quanto onestamente e umilmente si possa vivere, il ricco, in quanto potente, prima o poi ti farà un'angheria. 
Dev'essere una specie di retaggio culturale nella memoria storica di noi puzzafame, ereditata dal medioevo, quando il signore feudatario disponeva delle terre e delle persone che calpestavano il sacro suolo delle sue  terre; da allora noi viviamo coì, consapevolmente o meno, con la paura che un giorno il signore feudale si svegli e inizi a pretendere di nuovo lo ius primae noctis 
Vi faccio subito un esempio: squilla il cellulare, 
numero che non conosco 
Pronto? 
salve, parlo con la signora Punzy? 
ahem..si? buongiorno, sono la sua padrona di casa 
che succede, non ha ricevuto il bonifico? controllo subito in banca, di certo ci sarà stato un equivoco 
no, ascolti non si tratta dell'affitto
il condominio forse, siamo rimasti indietro di qualche bolletta? 
no no senta..
 ci vuole sfrattare? sappia che non lo ritengo giusto, abbiamo firmato un contratto, non sono certa che possa!
 sfrattare? e perchè? no no nulla di tutto questo 
ah, ho capito, la signora del quinto piano è venuta a lamentarsi di noi; sappia cara padrona di casa, che quella non è giusta di cervello 
ha hahahaha, signora Punzy, lei scherza sempre; in realtà volevo chiarire una situazione; sono in amministrazione e sto controllando alcune cose, l'altro mese avete chiamato la ditta che mi restaura gli appartamenti per la riparazione ad una tapparella; ha poi risolto? la riparazione era a carico mio? in tal caso, basta che mi faccia avere la ricevuta qui in amministrazione, in modo da poterle restituire l'ammontare dela riparazione
ah..
 ricordavo che avevate avuto questo problema, poi non ho saputo più nulla, volevo capire se avevate risolto 
si, la riparazione era a carico mio, quindi non ho più fatto sapere nulla all'amministratore... 
ah ecco; gia che ci siamo è rimasta soddisfatta della riparazione? l'operaio le è sembrato competente? sa, ci sono alcuni ragazzi che ho assunto da poco ma non ho ancora avuto occasione di vederli lavorare...sa, alcuni condomini si lamentano perchè sono rumeni ma, dico io, mica tutti i rumeni sono ladri e stupratori; diamogli pure un'occasione a stì rumeni, no? mica si può vivere di pregiudizi.. 
no, certo. Comunque l'operaio mi ha risolto il problema 
ah benissimo, perfetto. Arrivederci signora punzy 
arrivederci, padrona di casa e mi scusi, lei ha trovato divertente il mio panico, ha pensato che scherzassi ma io non scherzavo, signora padrona di casa; vede, io non lo sapevo ma sono affetta da paura dei poveri. 
Come mia nonna, che quando il padrone di casa suonava il citofono faceva finta di non esserci, tanto sicuro che voleva aumentarle il pigione, Io non lo sapevo, signora padrona di casa, ma sto proprio come stava mia nonna nel dopoguerra: stanca e con le pezze al culo, abito nella casa di qualcun altro e tiro la carretta tutto il giorno, consapevole di vivere in un equilibrio precario e che la minima scossa mi farà crollare; certo, magari mia nonna aveva anche delle bocche da sfamare ma sta di fatto, signora padrona di casa, che io temo lei come mia nonna temeva il suo, di padrone di casa e come probabilmente, andando indietro fino al 1300, un mio antico avo temeva il suo signore feudale ..


Non lo sapevo, signora, ma tengo la paura dei poveri


abbia pazienza, lei non può capire se la prenda a ridere, va bene così