martedì 30 dicembre 2008

Il 2009 che vorrei

Gennaio
Il bollettino dei morti di capodanno e’ impressionante: tra quelli che si sono fatti scoppiare i petardi in mano e quelli spiaccicati sulle strade pare che in Italia siano rimasti vivi sui due-tre milioni di persone.
E nessuno di quelli che ancora respira vota il nano

Febbraio
Il padre di Paris Hilton si gioca la figlia a poker con un losco figuro di origine meridionale; perde con un full di assi e Paris finisce a fare la donna delle pulizie in un motel di terz’ordine in provincia di Avellino; Il video di lei con la pinza nei capelli che stura un water otturato fa il giro del mondo in tre secondi e mezzo

Marzo
Obama ritira le truppe Usa dall’Iraq e dall’Afghanistan, chiude Guantanamo, scioglie la CIA, affitta ad equo canone la casa bianca ai senza tetto, promulga una legge per eliminare le assicurazioni sanitarie e poi viene fatto fuori. La gente invoca Santo Subito ma il papa rifiuta perche’ non ha trasformato l’acqua in amaro Montenegro

Aprile
Dio scende sulla terra e s’incazza di brutto: scomunica Ratzinger, caccia tutti dal cupolone e si vende il tesoro del vaticano su e-bay; il ricavato se lo tiene perche’ e checazzo, sono millenni che quelli utilizzano il suo nome e a lui non gli arriva una lira di diritti di autore; prima di risalire in cielo lancia un paio di fulmini a caso.
Uno colpisce Montecitorio
L’altro, Fantozzi

Maggio
La Punzy trova un editore che la pubblica e diventa ricca, famosa e pure un po’ stronza.
Nessun piccione le caga piu’ sulla sella del motorino

Giugno
Inizia l’estate piu’ fantastica del millennio: temperature che non superano i trenta gradi, zero umidita’ e i TG che non sanno di cosa parlare.

Luglio
Gossip: paris Hilton sorpresa mentre si toglie la pinza dai capelli. Iniziano tre nuovi reality show: la zucca misteriosa, il cappello degli sconosciuti e balliamo tutti quanti insieme; nei primi due, personaggi famosi e non vengono sparsi in giro per la terra e fanno delle robe varie e si sparlano dietro come pochi; nel terzo, dei ragazzini con la calzamaglia cantano e ballano con il pubblico che da’ delle opinioni interessanti sulle pettinature dei concorrenti. Nessuno se li fila

Agosto
Audience bassissima per le repliche della signora in giallo. Le tv, disperate per il calo di ascolti, iniziano a programmare una stagione televisiva interessante sul serio. I tg, visto che non possono parlare del caldo e di paris Hilton e nemmeno dei realtity show che nessuno si vede, iniziano a fare informazione. Le veline rimangono disoccupate

Settembre
Grazie alla ritrovata onesta’ della stampa italiana, quei pochi italiani sospravvisuti ai botti di capodanno e che gia non votavano il nano, prendono delle grosse mazze, una forca e un paio di cavalletti a testa e vanno sotto le rovine di montecitorio, dove si stavano tenendo le gare (ovviamente truccate) d’appalto per la ricostruzione. Il pezzo piu’ grande che rimane e’ un’unghia laccata

Ottobre
Aggiustano le strade nell’Urbe. A Punzy le viene il blocco dello scrittore ma ormai e’ ricca e famosa e se ne frega

Novembre

Il Vesuvio erutta, grande pericolo: invece di lava, sta buttando fuori sacchetti della munnezza, che adesso tutti capiscono dove l’aveva infilata il nano. La giunta non si dimette ma viene colpita tutta quanta da un’intero cassonetto contenente, tra l’altro, copertoni e bucce di banana. Il video del sindaco che sputa torsoli di mela e si toglie le bucce dal sedere fa il giro del mondo in mezzo secondo e finalmente paris Hilton con la pinza nei capelli passa al secondo posto

Dicembre
Nessuno spara petardi e si spiaccica con la macchina in qualche dove. Siamo rimasti in pochi ma buoni


Con l’augurio che capiti tutto quello che ho scritto (anche perche’ cosi’ mi faccio una bella fama di maga e arrotondo) auguro una bella fine d’anno a tutti; il 2009 non e’ bisestile e san Gennaro ha gia assicurato che compira’ il miracolo.
Teniamo duro


venerdì 26 dicembre 2008

Cronaca di un Natale annunciato


24 dicembre 2008
Gli abitanti delle profondità marine sono stati pescati, lessati, fritti e infornati. Li ho accolti con gioia. Trovarono lieta dimora nel mio stomaco


25 dicembre 2008
Il miglior amico dell’uomo, il maiale, è stato presente a tavola in tutte le sue forme e dimensioni. Gli ho reso ampio omaggio. A fine pasto, abbiamo recitato tutti insieme, tenendoci per mano, un’orazione al munifico Dio delle pastiere. Sempre sia lodato

26 dicembre 2008
Tutto ciò che si muoveva, in questa casa, è stato catturato e fritto.

26 dicembre 2008, ore 19.15
Studio legale De Fegatis&co
Oggetto: citazione in giudizio
Egregia signorina Punzy, le notifichiamo, per conto del nostro cliente il suo organo interno FEGATO, una citazione in giudizio per tentato fegaticidio.
A comprova del reato presenteremo al giudice il nostro testimone, il signor COLESTEROLO.
L’udienza si terrà….


Credo di essere nei guai

martedì 23 dicembre 2008

Saluti&baci

Per qualche giorno questo blog non verrà aggiornato, causa invasione di famiglia napoletana nella mia magione.
La cosa buona di questa invasione è che i parenti verranno muniti di mozzarella di bufala, che intendo iniettarmi direttamente in vena.
Ci sentiamo appena esco dal coma alimentare

p.s. ringrazio tutti quelli che, in questi giorni e nei mesi passati mi hanno insignita di premi vari e mandato e mail di simpatia e complimenti; speravo tanto che il mio blog facesse ridere ma non immaginavo che meritasse un premio per la trasmissione di valori di qualche tipo.
Non si finisce mai di imparare

ciao ciao

domenica 21 dicembre 2008

Lista dell’Odio – Special Christmas

Dunque: a me il natale mi fa schifo sotto tutti i punti di vista: concettuale, ideologico, materiale, spirituale. Pero’, a ben guardare dentro di me, ci sono delle cose del natale che schifo molto di piu’ di altre.
Per cui, eccovi la mia lista dell’odio “Special Christmas”, da leggere canterellando jingle bell sottovoce e muovendo a tempo la testa.

I regali
Odio i regali, odio dover PENSARE a cosa devo comprare, ODIO andare a comprarli, ODIO impacchettarli con quella stupida carta da regalo piena di babbi natale e creature sorridenti con le gote rosse, ODIO attraversare la citta’ per portarli a chi di dovere ecc ecc

Le lucine intermittenti
Madonna che fastidio. Accese, spente, accese, spente, accese, spente, accese, accese, spente, accese, spente, accese, spente, accese, accese, spente, bruciate. Fine.

Trenitalia
Perche’ sotto natale fa l’overbooking, ovvero: vende piu’ biglietti del numero di treni a sua disposizione e viaggiamo tutti pigiati come i pezzi del tetris.

Babbo natale
Mi ha sempre inquietata. Anche le renne, in effetti.

Il panettone
Manco con un kg di nutella mi va giu.

I film di Natale
Natale a Miami, a Singapore, in Africa,in Svizzera, in culo a soreta ecc e poi quelli che trasmettono in televisione a Natale: La vita è una cosa meravigliosa, una poltrona per due ( una volta mi piaceva, e tanto, ma NON NE POSSO PIU’), il piccolo lord, il piccolo principe, Annie, insomma tutti i piccoli orfani che a natale scende l’angelo e diventano ricchi e felici

I programmi di Natale
rientrano in questa categoria tutti i programmi dove un conduttore/ice più o meno sulla cresta dell’onda ma senz’altro patetico/a come pochi, ti augura buon natale con il cuore che lui/lei sembra quasi che ti conosce; sullo sfondo un enorme abete ha dato la vita per lo show, tutto addobbato e ballerine scosciate e ospiti più o meno famosi, tutti col cappello di babbo natale, un po’ di cosce, un po’ di tette, qualche belloccio che fa le battute per le gentili signore in ascolto e il vomito è assicurato

Se poi volete approfondire in dettaglio cosa penso del Natale beh..leggetevi un po’ i post dell’anno scorso a riguardo…



Natale con i tuoi

Natale 2007 - l'impero del consumo colpisce ancora

Marketing urbano

Fuga da Alcatraz

Natale 2007 - l'impero del consumo colpisce ancora 2

venerdì 19 dicembre 2008

I 7 segni del Natale Urbano

E’ natale nell’Urbe quando:

  • Appaiono inermi babbi natale appesi a porte, finestre e balconi, esposti alle intemperie e al pubblico ludibrio
  • I tuoi vicini scatenano la guerra del balcone piu’ psichedelico dell’anno, riempiendo di lucine colorate intermittenti accroccate ad albero di natale, slitte, renne, doni e stelle comete. Io le odio, se le fisso troppo a lungo sento una voce dentro la testa che mi dice: brucia tutto, brucia tutto, BRUCIA TUTTO
  • Il portiere ti saluta cordialmente tendendoti la mano (ovviamente allo scopo di ricevere dentro il suo schifido palmo una bella busta piena di soldi)
  • Il traffico lungo le direttrici che portano ai centri commerciali si centuplica, trasformandosi in code di 60 km
  • Il prosciutto ti viene incartato in una confezione speciale natalizia impossibile da aprire
  • Al di sopra del rumore del traffico si sente risuonare jingle bells e tu scendi dalle stelle, manco ci fosse una filodiffusione impiantata nell’asfalto
  • I negozi che vendono supercazzole si riempiono di folla tumultuosa che cerca il regalo dell’ultimo minuto, quello da fare al collega che te l’ha fatto ma tu no,quello che devi fare per forza a tua cugina che vedi solo a natale ecc.
  • La gente al supermercato inizia a fare delle spese esagerate, come se la vigilia di natale dovesse dare da mangiare a tutto l’esercito delle 12 scimmie

mercoledì 17 dicembre 2008

L’Urbe del giorno dopo

Questa mattina alle sette mi suona la sveglia
Bestemmio, mi alzo, vado al bagno
MI pare di percepire, attraverso i sensi appannati ,un certo non so che di strano
Metto su il caffe’, accendo la siga, do’ da mangiare alla gatta e sempre mi sembra qualcosa di strano nell’aria ma proprio non capisco cos’e’ poi apro le finestre e mi rendo conto di qual’e’ l’emento estraniante: non sento il rumore della pioggia!! E’ finito il monsone!!! Evviva!!
Non dico che c’era il sole ma si vedeva che le nuvole avevano finito tutta la pioggia a loro disposizione, voglio dire, prima o poi doveva succedere ma ormai sembrava che sarebbe successo poi, molto poi
Tutta felice riprendo il casco, oggi niente autobus, mi lancio felice tra le strade dell’Urbe
O meglio
Di quello che rimane delle strade
Per un momento terribile io penso che stanotte hanno spostato la mia casa a Baghdad o che e’ successo un bombardamento di cui non mi sono accorta perche’ lo scenario da the day after e’ impressionante: buche, crateri, macchine ferme nei pantani non ancora asciugati, cornicioni per strada, tetti dei palazzi smozzicati, detriti dappertutto, pezzi di macchine sparse per le strade: parafanghi, vetri, specchietti, un paio di marmitte. Varie lattine ai bordi della strada, tutto ancora zuppo e fangoso. Traffico annodato, le buche non sono segnalate ne’ transennate, alcuni si fermano a prestare soccorso ai cittadini precipitati nelle voragini. I vigili si guardano impotenti.

Il nostro sindaco dice che l’Urbe si e’ ridotta cosi’ perche’ ha una fragilita’ infrastrutturale.
Come dire, se sto troppo in piedi mi vengono le vene varicose perche’ tengo la fragilita’ capillare
Proprio uguale.
L’Urbe si e’ ridotta cosi’ perche’ i soldi delle tasse dei cittadini non vengono impiegati nella manutenzione delle strade, dei tombini e per il potenziamento del servizio pubblico ma finiscono nelle tasche, nei portafogli, nelle carte di credito e nelle panze degli amministratori comunali di destra, di sinistra, di centro, di sopra, di sotto, di lato e pure di traverso, dove spero vi vadano a finire le lische del costosissimo pesce che vi andate a mangiare con la mia IRPEF
Su di voi lancio questa imperitura maledizione:
Per ogni soldo che vi rubate vi uscira’ un’emorroide a grappolo
Per ogni bustarella che vi intascate vi spuntera’ un calcolo renale
Per ogni appalto truccato 10 kg di pus sotto il molare del giudizio

Questa maledizione non e’ ritrattabile da parte della sottoscritta, investira’ anche le future generazioni e non la so togliere, quindi vi tocchera’ smettere di rubare, se volete che il pus si riassorba

E togliete quei barconi da ponte s.Angelo, cazzo!!

martedì 16 dicembre 2008

Filosofia dei call center urbani

questo post inizia con la seguente teoria:

se chiami un numero qualsiasi di un qualunque servizio clienti per
chiedere qualsivoglia informazione, essa ti verrà fornita in maniera
errata dall'operatore che ti risponde, più o meno consapevolmente e
più o meno perfidamente, a seconda di quanto poco e male venga pagato detto operatore.


Provare per credere.
Tu chiami, poni la tua domanda. TI viene fornita una risposta.
Ok, arrivederci e grazie.
dopo un pò, emergono elementi che ti fanno presumere che la risposta sia fallace.
Allora richiami, ti viene data una risposta diversa.
Ok,grazie.
Riagganci e richiami, subito, perché ormai nn ti fidi più e arriva una terza risposta,ancora diversa, e allora chiami ancora e ancora, ormai sei entrato in un tunnel, vuoi la verità, cazzo, vuoi solo la risposta giusta ma no, non l'avrai, la risposta è inconoscibile, imponderabile, come l'esistenza di dio o la fine dei lavori sulla Salerno-Reggio calabria.
Ieri nell'urbe pioveva a secchiate, come da due mesi a questa parte.
il mio turno finiva alle otto di sera.
il mio ufficio si trova in un posto che definire disagiato é fargli un complimento.
Così decido di spendere i penultimi euro che mi rimangono per prendere un taxi; chiamo il servizio prenotazioni e un operatore gentilissimo mi spiega che nn occorre prenotare con tanto anticipo, per effettuare la prenotazione basta chiamare venti minuti prima dell'orario in cui mi serve la vettura.
Ok perfetto, grazie.
Alle sette e mezzo richiamo e una tipa, sempre molto gentile, si professa spiacente di non potermi accontentare, ma il taxi va prenotato almeno con un paio d'ore di anticipo.
Il resto della conversazione vera lo potete immaginare.
Chiudo ribadendo la mia solidarietà a lei e al suo collega che vengono schiavizzati a fare x 4 soldi un lavoro usurante ma li mando comunque, sempre cordialmente, a cagare, perché adesso mi tocca aspettare l'autobus in un vicolo buio durante una notte scura e tempestosa e sicuramente verrò stuprata, minimo; magari lo stupratore é proprio il suo collega che ha già staccato e prima mi ha chiesto dove mi serviva il taxi..
E così, mentre aspetto l'autobus sotto la pioggia, tra un vaffanculo e l’altro agli zozzoni che si fermano per chiedere quanto mi prendo, elaboro la teoria di inizio post e penso al karma che con la disgrazia del lavoro interinale di uno crea la disgrazia di un possibile stupro di un'altra.
E il cerchio si chiude.

Dopo venti minuti arriva l’autobus, salgo e mi accorgo che, dato che era buio e nn si vedeva una ceppa, mentre andavo alla fermata ho pure pistato una merda.

Poi la madonna dice che uno la bestemmia


sabato 13 dicembre 2008

Un tranquillo venerdi di piena

Insomma, spettacolo.
Anche se i media titolavano a gran voce “la grande paura del tevere” noi cittadini dell’urbe ci eravamo accorti che non sarebbe successo un bel niente, sennò il sindaco col cavolo che pernottava a Ponte Milvio;ci avrebbe al limite mandato un cordiale incoraggiamento da Berna.
Anche il papa non è evacuato,nonostante le pressanti richieste della sottoscritta. Il nano era lontano, ovviamente: lo sanno tutti che porta sfiga e se arrivava lui esondava il fiume, il Volga intendo, ed arrivava fino a Reggio Calabria. E’ stata l’unica condizione posta da Bertolaso: ok io mi faccio il mazzo a tarallo per due giorni ma per carità tenetemi lontano quel coso corto e quell’altro con gli occhi da coker (infatti manco uolter si è visto, dov’era?)
E quindi, rassicurati sull’esondazione, tutti a piedi sui ponti di Roma, aspettando la piena.
Prevista intorno alle 12
Però poi è stata spostata alle 18.
Poco male, mangiamo prima e poi facciamo l’aperitivo sul ponte
Però poi alle sei hanno detto arriva tra le venti e mezzanotte
Vabbè andiamo a cenare
Dopo cena, la natura ci mette del suo per rendere lo settacolo ancora più incredibile e tira fuori una luna piena argentata e luminosissima che voglio dire anche volendo, una scenografia così proprio non la meritiamo; il fiume che fa un rumore proprio di acqua, non quello sciabordio da pantano solito e sembra quasi bello, con questa luce d’argento e anche nella mia periferia siamo tutti lì a goderci lo spettacolo, col caffè e i bambini che correvano per tutto il ponte e si chiacchiera tutti come se ci conoscessimo e ci scambiamo le impressioni sull’altezza del fiume.
Poi arriva la notizia che la piena arriva all’una di notte e che cazzo fa freddo, andiamoci a prendere una cioccolata calda e gia sento i commenti: vabbè comunque quando c’era lui le piene arrivavano in orario.
Alle due me ne vado a dormire incazzata, senza piena
Il ritardo si cumula al ritardo, non previsto e senza annuncio
La prossima volta, gradirei che l’amministrazione comunale non appaltasse la piena del Tevere a Trenitalia.

giovedì 11 dicembre 2008

S.O.S.

Stiamo affogando
Urgesi salvagente o arche di Noe’ va bene lo stesso.
Se qualcuno sa fare la danza del sole, ben venga.
Sapete se si puo’ prendere la patente nautica on line?


Grazie

lunedì 8 dicembre 2008

Pazzi urbani

Ok, ok, nella definizione di “pazzo” rientra un gran numero di persone strane, eccentriche e devianti dalla norma’
Il post si concentra, dunque, su individui che hanno difficolta’ di adattamento alla realtà, cioe’ non la vedono come è realmente ma soffrono di problemi emotivi o mentali che ne portano ad una visione distorta
Ci siamo?
Bene.
Dunque, nei miei giri quotidiani ne vedo parecchi: chiunque prenda l’autobus, la metro o semplicemente passeggia per le strade dell’Urbe ha modo di osservare persone che parlano da sole, persone che in piedi sulle panchine gridano che stanno arrivando gli alieni (magari fosse vero), distinti signori in giacca e cravatta che pero’ non hanno i pantaloni e ops! nemmeno le mutande ecc
Noi cittadini ci siamo abituati: c’e’ chi li scansa, chi si aggrega al grido di arrivano i marziani, chi gli da’ 5 minuti di attenzione e chi, come me, ci deve interagire perche’ viene scelto da loro come interlocutore privilegiato
Situazione tipo:
Tizio in vestaglia di flanella verde che sta seduto sul tettuccio di una Jeep guardando in alto e dice: Signore, Signore, siamo qui ,guardaci, fulminaci tutti per i nostri peccati. Io passo di là,
lui mi vede e dice: signore la vedi quella? Adesso te la mando, scende dal tetto della macchina e mi insegue con un oggetto contundente a caso
Quindi spesso mi potete trovare che corro per le strade mentre tizi in vestaglia mi inseguono.
Potete stare sicuri che, ovunque io mi trovi, il pazzo del luogo mi viene vicino per parlarmi, per uccidermi o semplicemente per osservarmi da vicino. Mi sembra evidente che questo accade perche’ i pazzi sanno che il mio cervello sta per mollare gli ormeggi e raggiungere gli abissi felici e soffusi della non realta’.
Nessuno stupore, quindi, quando il pazzo del quartiere dove lavoro mi ha puntata.
Il pazzo del quartiere si chiama Maurizio, ha tutti i vestiti addosso e va in giro con un enorme pietra che lui chiama mamma.
Lui va al bar e dice al barista: due cappuccini, uno per me e uno per mamma. Poi fa: mamma non lo vuoi il cappuccino? Allora me lo bevo io.

Oppure, mentre cammina per strada ti vede e ti chiama: punzyyy ciao Punzyyy, mamma hai visto chi c’e’? c’e’ Punzyyyy… che dici? Vuoi andare da lei? Va bene mamma vaiiiiii e la pietra chiamata mamma ti viene lanciata addosso e tu, da persona educata, mentre ti medichi il cranio gli fai: buongiorno signora, come sta?
Mannaggia me e al giorno che gli ho dato a parlare.

Perche’ ovviamente, non sia mai detto che io non rispondo ad un tizio che cicaleggia a vuoto con una pietra e che mi chiede un parere sul fatto se possa lasciare la pietra-madre cinque minuti sul muretto mentre lui va a fare non so bene cosa dietro alla siepe.
Maurizio e sua madre sanno che a breve sara’ natale, per cui da un paio di giorni vanno in giro con un festone argentato in testa, lui e attorno alla circonferenza, lei

Mamma quest’anno a natale andiamo a mangiare a casa di Punzy? Punzyyyyyyyyyyyy

Prima che vi facciate venire l’idea di commentare questo post con frasi del tipo ma povero Maurizio oppure Punzy sei politicamente scorretta preciso che per scrivere questo post non e’ stato ucciso nessun disabile mentale, nessuna pietra chiamata mamma e’ stata lesa e nessuna vestaglia di flanella verde e’ stata gettata nel secchione dei rifiuti organici

venerdì 5 dicembre 2008

Commesse Urbane

Da brava osservatrice, dopo anni di compere e shopping in giro per l’Urbe ho imparato a distinguere tra di versi tipi di commesse.
Ciascuna delle tipologie di commesse sotto elencate funge da deterrente e mi induce a non entrare nei negozi, spingendo la mia attenzione sullo shopping on line.

Le perfette
Questa tipologia di commessa è sempre associata alle profumerie e ai negozi di cosmetica in generale, tipo beauty shop, per intenderci. Le commesse perfette hanno il trucco perfetto, i capelli perfetti, i vestiti perfetti e il profumo perfetto. Il messaggio è chiaro: compra le nostre creme e diventerai perfetta come me.
A me le perfette mi inibiscono, mi sento brutta, sciatta, soprappeso, foruncolosa e avverto le occhiate di disapprovazione al mio abbigliamento che arrivano dritte dritte da quelle ciglione incurvate ad arte.
Morale della favola: se la Lancome utilizzasse commesse racchie, grasse e spettinate io spenderei dei soldi per comprare i loro prodotti di bellezza. Suppongo però che a quel punto sarei l’unica ad entrare nel negozio.

Le anoressiche
Le anoressiche sono tipiche dei negozi grandi firme, tipo Max Mara, Cavalli, Luisa Spagnoli ecc
Le vedi dalla vetrina (perché figurati se posso entrare da Max Mara, suonerebbe qualche allarme universale o roba del genere) emaciate, il trucco pesante che non riesce a coprire gli zigomi sporgenti, taglia 36 e maschera d’ossigeno sotto la cassa.
Ovviamente, Max Mara ha solo vestiti che entrano a ragazze del genere, che hanno smesso di nutrirsi da tempo.
Spesso compro un pezzo di pizza pieno d’olio e mi siedo fuori da Max Mara a mangiare e mi lecco pure le dita. Prima o poi troverò anche il coraggio di gettare la carta unta all’interno del negozio.

Le scoglionate
Queste sono fantastiche: stanno lì con l’aria di farti un favore, rispondono sgarbate e appena ti avvicini per chiedere se hanno la tua taglia ti guardano schifata e dicono: guardi nello scaffale. Il messaggio è chiaro: non sono pagata abbastanza per servirti ed essere contemporaneamente gentile con te.

Le entusiaste
Battono le mani quando entri nel negozio, ti salutano come se ti conoscessero, iniziano a magnificare il colore dei tuoi capelli, pescano a caso una cosa color prugna e ti obbligano a provarla, ti dicono che a nessuno la cosa color prugna sta bene come a te e ti pescano un’altra cosa verde acido che ci sta a pennello
Io quando le vedo scappo urlando.

Le gentili
Sono false come giuda, ti sorridono sempre anche quando gli stai dando delle incompetenti, sono capaci di guardarti mentre la panza ti strizza fuori da una 40 dicendo che il modello calza stretto; cercano sempre di trovare un punto di contatto con la cliente per stabilire un rapporto; in genere, date le mie risposte a monosillabi il punto di contatto si riduce a: Uh sei femmina? Pure io

Insomma.
Tempi duri per chi, come me, vuole entrare in un negozio, non desidera proferire parola alcuna, prendere quello che gli occorre, provarlo senza che nessuno la guardi, pagare e andare a casa senza che alcuna parola sia stata sprecata, nessuna energia dispersa.

L’unico problema di internet è che la roba ti sembra fica e di un colore, poi però ti arriva a casa e scopri che in realtà si tratta di una cosa color prugna che sta a pennello con la maglia verde acido.

mercoledì 3 dicembre 2008

Pollice verso

Sara’ che sono un essere urbano ma io con le piante ho il pollice nero.
Qualunque essere vivente appartenente al mondo vegetal-decorativo fa una brutta fine, se viene in contatto con me.
Tutte, mi sono morte, dalla prima felce all’ultimo cactus; in genere periscono dopo una lenta e penosa agonia che si consuma sotto i miei occhi distratti ed indifferenti
Ho visto piante, che appena hanno intuito di essermi destinate si sono seccate spontaneamente e repentinamente, di propria sponte
Sara’ che in effetti le piante mi stanno un po’ sul cazzo
Non riesco a stabilirci un rapporto, credo che dipenda dal fatto che dovrei annotarmi da qualche parte di annaffiarle e poi ricordarmi dove ho messo l’annotazione
Comunque, dato che in ogni caso possiedo una mia sensibilita’, ad un certo punto con le piante ho chiuso: basta eccidi di prova, basta morti verdi.
Poi mi trasferisco a casa nuova e una mia amica mi regala una pianta.
Vedendo la mia faccia scura mi rassicura subito: non ti preoccupare, questa e’ resistente, non ha bisogno di essere annaffiata spesso, vedrai che non ti muore.
La prendo, nemmeno le tolgo la carta crespa attorno, la butto in un angolo buio della magione e me ne dimentico per circa due mesi. Durante questo lasso di tempo, la mia gatta l’ha trovata, ci si e’ fatta le unghie sopra, ha scavato nel vaso e le ha sfilacciato tutte le foglie. Inoltre, ne ha fatto il suo quartier generale: ci si nasconde dietro per farmi gli agguati e poi sparire velocemente tra le sue sparute fronde, proprio come una dannata viet.
L’altro giorno, mentre vagavo per casa con lo sguardo vacuo, all’improvviso i miei occhi mettono a fuoco la pianta.
Mi avvicino
Incredibile: la pianta e’ viva.
Non solo e’ viva, e’ vegeta.
Sara’pure spelacchiata ma in cima ci sono delle belle foglioline lucide e piccole e, udite udite, e’ anche cresciuta, e’ diventata piu’ alta.
Cazzo, ho pensato, questa pianta e’ un’immortale.
E’ una tipa, tosta, una resistente urbana, una vegetale con le palle.
Ha risalito velocemente la scala della mia considerazione.
La mattina dopo l’ho presa delicatamente, ho scostato la carta crespa e le ho versato dolcemente nel vaso mezzo bicchiere d’acqua. Poi l’ho riposta con cura vicino alla porta finestra, per regalarle un po’ di luce.
Ho deciso di chiamarla Ginevra.

La sera, quando sono tornata a casa, Ginevra era morta
Secca, marrone, malsana
Incredibile: l’unico elemento che a quella pianta serviva per vivere era la mia lontananza.
Chiedeva soltanto una cosa, nella sua vita vegetale: che io le stessi fuori dai coglioni.
Ci sono rimasta malissimo, mi stavo affezionando.
Perche’, perche’ ci ho riprovato?
Un’altra vita vegetal-decorativa interrotta.
L’ho presa e ributtata nel suo angolo buio, la dannata viet se n’e’ riappropriata subito.

L’ho lasciata alla cura delle sue unghie, pare si stia lentamente riprendendo

martedì 2 dicembre 2008

Una terribile giornata urbana

Almeno due volte l’anno, l’azienda per la quale lavoro mi sottopone ad una tortura terrificante che consiste nell’iscrivermi a corsi di formazione la cui inutilita’ e’ ineffabile.
La tortura si palesa in tutta la sua crudelta’ quando non solo ti ci iscrive ma ti costringe anche a seguirli.

Di norma, il corso di formazione si svolge nel luogo piu’ lontano dell’Urbe da casa tua.
Di solito, di lunedì.
In genere, in un lunedì di pioggia
Quando ti dice sfiga, c’e’ anche lo sciopero degli autobus e alla tortura ci devi arrivare in taxi, che nessuno ti rimborsa

Dopo 20 minuti che aspetti il taxi, ti rendi conto che non lo troverai, perche’ quando piove che il Signore la manda, spariscono tutti in qualche luogo dove evidentemente si conservano intatti fino alla fine del monsone
Per cui, prendi il motorino, ti attraversi l’Urbe e arrivi con mezz’ora di ritardo e secernendo acqua come se fossi un rubinetto che perde e dato che in soli 7 secondi siamo in grado di farci un’idea della persona che abbiamo di fronte, dopo 10 secondi i miei compagni di corso ed il formatore mi schifano e mi scansano.
Ma la tortura dell’isolamento psicologico non e’ nulla, rispetto all’orrore che un proiettore poggiato sul tavolo mi ispira e infatti si spengono le luci e inizia l’incubo.

In genere, durante questi corsi di formazione vengono proiettate dalle 3000 alle 5000 slide di power point
Di norma, sul10% di queste slide e’ disegnato uno o piu’ fulmini
Di solito, i fulmini sono preceduti o seguiti da un omino che ha disegnati in testa molteplici punti interrogativi
In genere, il contenuto delle 5000 slide potrebbe riassumersi in sette minuti di conferenza
Quando ti dice sfiga, il formatore che commenta le slide ha la erre moscia

Il tempo passa lentamente e giunge alfine il momento in cui vieni rimessa in liberta’ e allora corri a casa, sempre sotto la pioggia che sembra che abbiano lasciato il rubinetto aperto, tirato lo sciacquone e annaffiato la citta’ con un’enorme pompa da giardino;
arrivi a casa che cammini e le tue scarpe fanno cick-ciack e l’unica parte di te che non e’ umida sono le mutande ma a questo pensa di provvedere il tuo vicino del primo piano, che decide di spazzare via l’acqua dal suo balcone mentre tu stai sotto tentando di aprire il portone con le mani tremanti
Sei cosi’ avvilita che non riesci nemmeno a bestemmiare, cammini facendo cick-ciack cick-ciak fino all’ascensore e lasciando una scia di acqua che il portiere ti guarda schifata e prende il secchio e lo straccio per asciugare ma ormai che importa, nulla sara’mai piu’ asciutto intorno a te.

Dopo 10 dieci minuti che guardi fisso l’ascensore ti rendi conto che non parte perche’ sulla porta c’e’ il cartello “guasto”. Ti fai gli otto piani a piedi giurando a te stessa che smetterai di fumare, continuando a secernere acqua per tutte le scale.
Sul pianerottolo la luce si e’ fulminata, estrai dalla borsa grondante il cellulare per illuminare almeno fiocamente i tuoi passi.
Sulla porta, mentre non c’eri, qualcuno ha appiccicato l’effige di un poveraccio in croce, con i chiodi nei piedi

(piedi asciutti)
e una scritta sotto:
Gesu’ ti ama

meno male che non ho ancora i mobili nuovi, quelli vecchi sono stati presi a calci
fino alle 22.45, orario in cui e' tornata l'acqua e mi sono andata a fare la doccia