mercoledì 30 maggio 2007

Pioggia urbana

Ammettiamolo: nonostante nessuno lo abbia ammesso ufficialmente, l’Italia si e’ spostata di qualche parallelo ed e’ finita sotto il tropico del cancro, passando da un clima mediterraneo a uno tropicale. Ovviamente, essendo un paese di sfigati, nel cambio non abbiamo guadagnato km e km di spiagge assolate e mare turchino, ma solo una stradannata pioggia monsonica a carattere diluviale che precipita sotto forma di secchiate d’acqua sulle nostre teste. Giornata tipica dell’Italia del Secondo Clima: la mattina fino alle 14.00 P. M. sole a picco e temperatura intorno ai 30/35 gradi, umidita’ incommensurabile, i cittadini scoppiano dal caldo ed escono di casa in topless. Nel primo pomeriggio, nubi minacciosissime, il cielo si chiude e litri e litri d’acqua vengono rovesciati sull’urbe. Variante: oltre ai litri d’acqua fragorosi tuoni e maledetti fulmini accompagnano il diluvio. In pochi minuti l’urbe si allaga, i topi affogano, anziani con fluenti barbe bianche costruiscono arche in cui introdurre animali, gli automobilisti urbani mettono le pinne alla macchina, i motociclisti si muniscono di boccaglio. Il traffico impazzisce, si formano ingorghi mostruosi che simili alle correnti marine trascinano nelle loro spire chiunque si avvicini e poi sono cazzi tuoi se hai sbagliato strada. Enormi buche profondissime si aprono e immediatamente si riempiono d’acqua e l’unico modo per capire quanto sono profonde e’ passarci sopra e vedere se il motorino annega o meno.
IO la pioggia la schifo e la odio e non credo che faccia bene all’agricoltura perche’ ho visto di recenti carote obese e gonfie d’acqua che si vedeva subito che erano state molto provate dall’esperienza. Ora, le autorita’ non possono continuare ad ignorare il problema, devono ammettere la situazione e aiutare i cittadini prendendo i giusti provvedimenti, quali, per esempio:

  • tutti i cittadini devono dare un senso ai centomila euro di SUV acquistato scorazzando i cittadini poveri da e verso il lavoro
  • Costruire degli autobus anfibi con graziosa coda pinnata
  • Erogare a tutti i cittadini l’attrezzatura adatta ad affrontare la pioggia urbana: pinne, fucile, occhiali, e muta catarifrangente
  • Istituire un servizio di Lepri comunali, persone che si occupano di percorrere le strade in motorino prima di te, testando buche, scivolosita’ del manto stradale ed illuminazione

In alternativa, noi cittadini ci accontentiamo anche di piccoli surrogati quali la ricostruzione della spiaggia di copa cabana (ballerine brasiliane comprese) al posto del LUNEUR oppure la sostituzione del complesso del vittoriano con un bellissimo gruppo di palme tropicali e bancarelle che vendono bikini a forma di noci di cocco.
Se proprio dobbiamo stare ai tropici, attrezziamoci no?

sabato 19 maggio 2007

LISTA DELL'ODIO

Utile e terapeutica, la lista dell’odio serve a dare concretezza e priorita’ ai vostri sentimenti di astio…Non odiare a vuoto!! Compila la tua top five dell’odio; e’ utile perche’
Ti consente di quantificare la giusta percentuale d’odio per ciascuna delle persone/cose odiate
Se vi prende un istinto omicida, sapete subito da dove iniziare
Se vi prende un istinto omicida e vi sedete un’attimo al tavolo ad aggiornare la vostra lista, e’ estremamente improbabile che poi usciate ad ammazzare qualcuno per davvero
Per cui, ogni settimana pubblichero’ la mia top five dell’odio, spiegandone le motivazioni e sperando che perdendo tempo a scrivere mi passi la voglia di sorvolare la citta’ con un aereo pieno di gas nervino

LISTA DELL’ODIO 20/05/2007-----27/05/2007

Gli speculatori edilizi. I costruttori di grandi complessi residenziali o i piccoli proprietari che lucrano sulla disperazione della povera gente per vendere/affittare topaie immonde a prezzi completamente svincolati dal valore catastale…sappiate che io credo nella grande ruota karmica..per cui, non vedo l’ora di reincontrarvi quando rinascerete tarme nella giacca di un barbone …ammesso che, per un puro caso, a voi non ci pensi la giustizia degli uomini (quella della massa con i forconi eh mica i tribunali, figuriamoci)..

Il mio coinquilino che non pulisce il bagno. E non pulisce nemmeno il resto della casa. Anzi

TRENITALIA. Sull’odio da me provato per questa societa’ di trasporti indegna di tale nome, dedichero’ un racconto apposito. Per il momento sappiate che stanno nella mia lista dell’odio da circa quattro anni, con alterne fortune

Capitalia ed in particolare la mia filiale di appartenenza, dalla quale non posso svincolarmi nonostante la mia insoddisfazione e la loro incompetenza per penali assurde di chiusura conto che loro mascherano coprendole con altro nome, tipo: spese di lutto per il dolore da noi provato per la chiusura del rapporto ..ma per favore


il costo della benzina e delle zucchine

lunedì 14 maggio 2007

Rincoglioniti urbani

Postulato:
Il rincoglionimento urbano è una sindrome trasversale che inficia la velocità dei processi neurali del cittadino, trasformandolo in un inutile ingombro che blocca e turba la vita degli altri cittadini.
La sindrome è trasversale in quanto colpisce, in maniera casuale, giovani, donne,bambini,vecchi, piccioni e topi. L’urbe è piena di rincoglioniti di tutte le età, forme e dimensioni ed essi ostacolano il passaggio dei cittadini normali, quelli i cui neuroni funzionano perfettamente ovvero girano a velocità supersonica.
Un classico esempio di rincoglionito urbano è l’immancabile tizio che si piazza davanti alla porta della metro e quando gli chiedi se per caso scende alla prossima si gira lentamente, ti guarda con occhi vacui, poi guarda fuori ,poi in alto poi la punta delle sue scarpe e infine guarda di nuovo te con aria afflitta e mortificata, come se tu gli avessi chiesto di estrarre a mente la radice quadrata di un numero primo.Ovviamente, appena la metro si ferma tu gli dai uno spintone della madonna e scendi che non è che un cittadino tiene tempo da perdere appresso ai rincoglioniti. Intanto il malcapitato scaraventato a terra chiede disperato l’aiuto del pubblico per decidere se deve alzarsi oppure rimanere steso a terra fino al capolinea.
Sono una vera piaga.
Indecisi e lenti, i rincoglioniti si piazzano in macchina e vagano per le strade senza ricordarsi il perché, si piazzano al centro della strada attendendo l’ispirazione, cambiano corsia senza mettere la freccia e quando gli dai un colpo di clacson come si deve sobbalzano e si ritraggono impauriti in fondo al sedile,oppure ti guardano con l’aria stupefatta come per dire: ma come cittadino, mi suoni il clacson? Perché? Vai forse di fretta? Accosta vicino a me e guardiamo insieme la poesia di questo bel marciapiede sconnesso….Io quando fanno quella faccia non solo li clacsono un’altra volta ma gli urlo anche: ah rincojonito!!!
E che diamine
L’urbe ha una sua velocità ed essa viene costantemente minata dalla lentezza dei rincoglioniti, i quali, da veri disadattati, turbano il felice equilibrio delle file urbane al supermercato, alla posta,sulla corsia di emergenza del raccordo ecc. Il cittadino scalpita,galoppa, deve sbrigarsi perché per espletare le sue normali funzioni cittadine ci vorrebbero almeno trentasei ore giornaliere e loro invece che fanno? Si bloccano con aria smarrita in mezzo alla corsia del supermercato con il carrello di traverso, così non passa più nessuno mentre con aria assorta guardano i pacchi di corn flakes e le scatole di detersivo in offerta, come se sentissero una musica che nessuno sta suonando. E che, soprattutto, non finisce mai
Una volta li ammiravo tantissimo: pensavo che avessero perfezionato qualche tipo di tecnica che gli consentisse di dormire ad occhi aperti svolgendo però le più elementari funzioni cittadine..ora mi irritano profondamente e quando mi viene la sindrome premestruale credo anche che in realtà siano una specie di massoneria organizzata volta alla creazione di uno stato di irritabiliità nel cittadino normale,con lo scopo ultimo di costringerlo all’omicidio, in modo da carcerare tutti noi e rimanere solo loro padroni dell’urbe.
Ma io vi ho scoperto, maledetti. Non mi avrete. Andatevene via voi, andate in un posto non urbano dove potete stare tutto il giorno sotto un albero a farvi colpire dal guano di uccelli mentre cercate di decidere se spostarvi o meno.
E arrivederci

Taddeo

Io sono una contraddizione in termini

Possibile che tutte le sere debba spalmarmi contemporaneamente la crema antirughe e quella per i brufoli ?

Una delle due cose non dovrebbe stare sulla mia faccia

E’ anticostituzionale, credo.

Cioè o invecchi e diventi rugoso o fiorisci e ti escono i brufoli. Io sono l’unica donna al mondo che invecchia facendosi fiorire in faccia una valanga di foruncoli. Bah

Cosi non vale, però.

Non che le rughe siano simpatiche ma dato che ci combatto da poco almeno la battaglia ha il sapore della novità, con i brufoli sto lottando da vent’anni..tra l’altro, mi sembra abbastanza chiaro che sto perdendo, su tutti i fronti, le guance e il mento.
MALEDETTI
Uno, in particolare
Si chiama Taddeo.
Taddeo si manifesta a fasi alterne su diversi punti della mia faccia ma è sempre lui, lo riconosco.Grosso, invadente,prepotente e purulento, Taddeo spunta fuori senza nessuna logica, senza un filo conduttore ormonale e soprattutto senza invito. Ho Taddeo sulla faccia nelle foto della mia laurea, nel filmino che ho girato nella prima casa in cui ho vissuto da sola,a tutti i miei colloqui di lavoro,ai miei primi appuntamenti romantici e naturalmente anche adesso.
Ho provato ad attaccarlo con tutti i moderni mezzi della chimica, della farmaceutica erborista , del voodhoo haitiano e della tradizione popolare ma temo sia immortale. Una volta ci ho messo sopra del dentifricio, credo gli sia piaciuto: se l’è mangiato.
Taddeo ha dei complici. Piccoli sordidi brufoletti esibizionisti, sparpagliati un po’ ovunque come perdigiorno disoccupati che si manifestano qua e là, con lo scopo di distrarmi e di consumarmi il topexan mentre Taddeo spunta glorioso e indisturbato su un’altra parte della faccia.
E’ ovvio che è lui il capo. Per cui ormai, i miei sforzi sono concentrati esclusivamente sulla sua distruzione, certa che gli altri, rimasti privi di leader, se ne andranno ad infestare qualcun altro.Ho quindi utilizzato l’arma finale, quella definitiva, globale, quella dopo la quale non rimane più nulla.
Gli ho fatto scrivere dal mio legale.
E mò so cazzi sua!

mercoledì 2 maggio 2007

Anziani Urbani

Sono una categoria a parte.
Meritano, dunque, un approfondimento monografico individuale che ne tracci usi, abitudini di vita, vizi e virtù.
Innanzitutto, non confondiamoci. Gli anziani urbani NON sono quelli che vedete ai giardinetti pubblici seduti su una panchina a dare da mangiare ai piccioni; quelli sono anziani inurbati, un’altra razza: persone che, circa un cinquantennio fa, abitavano in campagna a contatto con la natura e ancora oggi, non rassegnati all’avanzare dell’urbanizzazione, tentano di ripristinare un contatto con il verde attraverso i pochi mezzi che la moderna civiltà urbana gli consente.Sono così patetici in questo loro tentativo che nessuno gli dice niente, li lasciamo lì a nutrire i topi volanti in santa pace, evitando al limite di avere qualsiasi tipo di contatto con loro ed indicandoli sottovoce ai nostri bambini come esempio negativo di aberrazione sociale: “Vedi tesoro? Quelle persone lì hanno rifiutato di diventare cittadini, ed ecco la brutta finaccia patetica che hanno fatto”.
Torniamo a noi.
Gli anziani urbani sono dei pericolosi Killer a sangue freddo.
Sono intorno a noi, dappertutto: fanno la spesa, guidano,vanno in banca,alla posta, a prendere i nipotini a scuola, il tutto con dipinto sul volto un ghigno sghembo, che non si capisce se è la conseguenza dell’ictus o il giramento di coglioni esistenziale.
Gli anziani urbani sono estremamente attivi nella comunità e le loro facoltà di discernimento mentale sono ridotte del 95% ed ecco perché sono pericolosi. Inoltre, sono affetti da un’orribile deviazione psicologica che gli fa ritenere di essere i padroni dell’urbe, per cui devono passarti avanti in qualsiasi tipo di fila, non rispettano gli stop, sputano in faccia ai semafori rossi e, se gli gira proprio male, ti insultano anche. Tale deviazione psicologica gli viene da una scorretta intepretazione del diritto di cittadinanza: sono nati e cresciuti in città, l’hanno vista crescere e diventare il mostro che è adesso, da ragazzini hanno giocato al gioco della guerra che a un certo punto non si capiva più niente e aveva smesso da un pezzo di essere divertente,hanno vissuto la loro adolescenza in casermoni di borgate nate come i funghi nel primo dopoguerra,da sposati sono diventati assegnatari di case popolari dove per anni non c’era nemmeno l’ascensore, hanno faticato per decenni in enti pubblici che cambiavano continuamente nome ma lo stipendio era sempre la stessa merda,hanno tirato su i figli a botte e fatica, li hanno visti sistemarsi e sfornare nipotini, hanno ipotecato la loro liquidazione per darla a loro, per fargli comprare una casa in un quartiere medio borghese di cui non sanno nemmeno pronunciare il nome….hanno dato l’anima all’urbe per piu’ di cinquant’anni e adesso l’urbe è loro. Usucapione, insomma. Quest’errata interpretazione del diritto cittadino crea notevoli problemi a chi ha meno di quarant’anni e deve avere a che fare con un anziano urbano. Come dicevo prima, gli anziani urbani sono molto attivi per cui, per esempio, vanno a fare la spesa. Per nulla intimoriti di fronte ai moderni ipermercati, così difformi dalle piccole botteghe artigianali in cui andavano da bambini, entrano spavaldi, si dirigono verso i carrelli, sbraitano che è una vergogna che devono metterci dentro un euro per poterli usare, li prendono, li impugnano ed entrano ringhiando; passano per i corridoi senza chiedere permesso, se gli stai davanti semplicemente ti investono, tanto sei giovane, ce la fai a tirarti su senza tante storie, no? Ai loro tempi tutte queste lagne non si facevano e gli anziani si rispettavano ma ormai non c’è più religione. Alla cassa tentano continuamente di passarti avanti, approfittando di ogni momento di distrazione possibile, si infilano, ti si mettono a lato (tradendo, tra l’altro, il concetto di fila in verticale) e spingono con il carrello il tuo sedere e anche occupano centimetro per centimetro tutto lo spazio lasciato vuoto da te e se tu dici ahem, scusi, c’ero prima io, loro fanno una faccia risentita da premio oscar e iniziano a sarcasticheggiare con commenti acidi del tipo: ah, scusi tanto eh, non l’avevo mica vista. E se per caso rispondi, nello stesso tono acido: e che sono la donna invisibile? Apriti cielo. Scenata maxima con patos sofocliano e totale conquista del pubblico che vi circonda che immediatamente ti classifica come giovane maleducata figlia dei tuoi tempi senza educazione e probabilmente mai schiaffeggiata dai genitori sennò a quest’ora non ti permettevi di trattare male un anziano urbano. Per cui, l’unica cosa da fare, se un anziano urbano sta in fila con te, fallo passare avanti. Fa buon karma e ti evita una figura di merda. Simpatica variante della spinta eseguita con il carrello è la Panzata, atto con cui si descrive la spinta data con il ventre prominente dalla femmina dell’anziano urbano alla schiena del malcapitato di turno, allo scopo di ucciderlo soffocandolo oppure di farsi cedere il posto in fila. In ogni caso, il giovane malcapitato di turno si leverà di mezzo, consentendo all’anziana urbana di guadagnare una posizione. Il tentativo di passare avanti nella fila si verifica in qualsiasi circostanza richieda un’attesa: dal panettiere, dal medico, in ospedale, negli uffici pubblici…è talmente perfezionata e ha una così alta percentuale di riuscita, che sospetto fortemente che esista, venduto clandestinamente da appositi spacciatori, un qualche tipo di manuale di sopravvivenza per anziani urbani, nel quale sono diffusamente descritte tecniche che consentono ad un settantenne di sopravvivere con scaltrezza negli ambienti urbani. Quasi quasi non vedo l’ora di diventare un’anziana urbana per poterlo fare anch’io. Sono sicura che saprei apportare notevoli migliorie alla tecnica stessa. Passiamo ora agli anziani urbani alla guida. Anche qui, occorre non confondersi: i vecchi che vediamo alla guida di automobili vecchie di vent’anni con il cappello calcato in testa, sono gli anziani inurbati di cui sopra, che stanno andando al parco a dare da magiare ai piccioni. Guidano piano, male e a centro strada perché il trattore si portava così e per il patetico tentativo di rimanere ancorati alla guida campagnola procedono a tentoni sul manto stradale con l’aria fintamente sicura ma in realtà non hanno la benché minima idea di cosa stiano facendo e strombazzarli con il clacson serve solo a spaventarli a morte. L’anziano inurbato va sorpassato appena possibile ed insultato in maniera lieve, per rispetto alla sua incapacità di adattarsi alla moderna civiltà urbana. Tanto, la nostra splendida e funzionale urbanizzazione li eliminerà ben presto, in quanto inutili residui di un tempo che fu. Gli anziani urbani, invece, hanno macchine moderne e guida aggressiva. Non di rado li vediamo anche nei fuoristrada, mentre montano sulle aiuole pubbliche per evitare il traffico. Corrono come pazzi, non rispettano i semafori, figuriamoci gli stop; utilizzano spesso il clacson, quasi sempre a sproposito….odiano i motorini, per principio e tentano di ucciderli con metodo e rigore quasi scientifico. Io, quando dallo specchietto retrovisore vedo alla guida un anziano urbano, mi accosto e o lascio passare. Come donna urbana, riconosco la supremazia del predatore maggiore. L’anziano urbano non ha problemi di parcheggio, mette la macchina come cazzo gli pare e se ingombra il traffico il problema non è suo. Non ha fatto tutti questi anni di sacrifici per niente. Ha acquisito il diritto di fare come più gli aggrada e vaglielo a spiegare che non è vero. Manco i vigili ci provano più, per fargli la multa aspettano che si allontani e giri l’angolo, sennò gli tocca litigare e poi mentre litigano all’anziano urbano gli viene l’ictus e sono problemi e alla fine la multa non la paga lo stesso.

Il mondo è loro
L’unico motivo per il quale non dominano ancora il pianeta è che sono così individualisti e scorretti nei confronti degli altri anziani urbani che non riescono a mettere su un movimento militarmente organizzato.

Fateci caso, girando per le strade: ne vedrete ad ogni angolo un gruppetto che litiga furiosamente per le più svariate questioni e alzano la voce e non si ascoltano ed è per questo che, spesso, sono della stessa opinione ma continuano a discutere per anni interi, senza capire che la pensano allo stesso modo.
Dio benedica la scarsa capacità d’ascolto degli anziani urbani.
Per questo, può essere buona cosa, da parte nostra, tentare di mettere zizzania tra un anziano urbano e l’altro, in modo che non riescano mai a congiungere le proprie forze. Io lo faccio quotidianamente, e sono piuttosto soddisfatta dei risultati raggiunti. Per esempio, quando sento alla posta due anziani urbani che discutono animatamente sui loro nipotini, facendo la gara a quale dei due è più vandalo, io intervengo nella discussione dando ragione ad uno dei due a caso, giusto per infervorare gli animi, cosa che puntualmente avviene fino a che i due anziani urbani arrivano a mandarsi affanculo e non si rivolgono più la parola. Amen.
Dividi et impera.
D’altronde, sono figlia dell’urbe pure io e come tale sto in guardia. Mica sono nata ieri. Ad essi va comunque la mia ammirazione: come prima generazione nata e cresciuta in città nell’epoca che ha rivoluzionato i modi di vivere di tutte le classi sociali, le innovazioni tecnologiche,la diffusione delle droghe,della televisione, dei reality,di internet e dei carrelli con la monetina, loro sono ancora qui, nell’urbe, attivi e in buona salute. Io, dopo tre pagine di scrittura, ho il crampo alla mano.