martedì 24 giugno 2008

Tutti al mare…

Nell’Urbe non c’è il mare.
Questo è un grande, grande dramma.
Per vedere un poco di spiaggia noi esseri urbani ci facciamo dai 20 ai 60 KM in macchina, a seconda di quanto pulito vogliamo trovare il mare. Noi cittadini paghiamo costi elevati in funzione del privilegio della CITTADINANZA ma questo no, questo proprio no, a questo fatto che non abbiamo il mare noi non ci vogliamo stare. Per cui, pur di andare un giorno in spiaggia facciamo cose da pazzi e le reiteriamo anche, giorno dopo giorno, facendo finta di trovarle normali e di trarre del piacere dalle ustioni multiple, dai km di coda sul raccordo, dal bagno nell’acqua zozza, dalla sabbia nel costume, nella macchina, nell’ascensore e infine dentro casa. La giornata tipo di un cittadino medio che vuole godersi il mare nell’Urbe si svolge più o meno così: sveglia alle sette. Alle otto, in coda nel traffico, qualsiasi sia la direzione scelta. La sveglia ad un’orario più tardo delle sette comporta l’allungamento dei tempi in coda verso infinito. Alle nove, giro per il parcheggio, che viene in genere trovato verso le nove e tre quarti in un comune diverso da quello scelto. Alle dieci e mezzo si riesce ad arrivare alla spiaggia. Il cittadino pianta l’ombrellone nell’unico pizzo di spiaggia rimasto libero, ovvero vicino ai secchi della munnezza. Dalle dieci e mezza alle undici ci si increma come un bignè, protezione totale sul viso, trenta sulle spalle e sulla pancia, venti sulle gambe. Costo totale dell’operazione: 70 euro, trenta minuti e due bestemmie perché dopo essersi incremato un pezzo di coscia gli finisce fuori dall’asciugamano e adesso tiene il cosciotto panato. Suda sull’asciugamano una mezz’oretta, poi decide che fara’ il bagno. L’acqua è una munnezza ma non si è svegliato alle sette del mattino, indebitato per comprare le creme protettive e sudato come un maiale per niente. Quindi si bagna. Dopo tre minuti esce dall’acqua inorridito ma finge con sè stesso che va tutto bene. Rimane un attimo al sole per asciugarsi, questo gli causa un’ustione di primo grado. Si increma di nuovo, si siede, il braccio gli va fuori dall’asciugamano e si riempie di sabbia.
E così via, anche al ritorno, e anche il giorno dopo. In questo preciso momento, sto scrivendo con il sedere in punta alla sedia, perché a quanto pare sulle chiappe dovevo mettere la protezione 130, ho totalizzato tre ore di traffico in due giorni, la macchina ridotta uno schifo dalla sabbia, la faccia fucsia che posso fare la testimonial per Rosso Pomodoro e i capelli come una pazza, completamente privi di forma e stopposi (e questo dopo due shampoo)
Però domani vado di nuovo al mare.
A Sabaudia, mi sa

9 commenti:

Anonimo ha detto...

Per tutto il resto, c'è mastercard.

articolo21 ha detto...

E noi tiamiano sempre di più ahaha

Punzy ha detto...

Per il saggio: stai fuori come un balcone
Per a21 (così sembra il nome di un'autostrada): grazie grazie troppo buono

Anonimo ha detto...

Posso fare una precisazione? anche se no voglio sembrare una maestrina...nell'urbe il mare c'è: ostia che non è comune a parte ma semplicemente il 13 municipio. Scusate ma io ho una missione nella vita...quello di ricordare ciò che ho appena detto ai romani! :-)...è più forte di me.

Anonimo ha detto...

P.S. Per quanto schifo faccia sempre mare è....:-)

Punzy ha detto...

Ciao farfallina, bentornata! Ostia fa parte certamente del comune di Roma, ma dalla casilina sempre 35 km sono...è che l'Urbe è proprio gigantesca..diversamente da Napoli, che ha comunque una costa a due passi dal centro..o da genova..o da trieste..insomma mi sono spiegata..spero :)

Pino Amoruso ha detto...

Sono nato ed ho vissuto per 29 anni in Calabria, praticamente sul mare. Da dieci anni vivo vicino Milano...
Che amarezza...
:(

Anonimo ha detto...

Come no? Quindi si è sentita la mia mancanza??...:-)

Punzy ha detto...

io sento la mancanza di tutti i miei blogger...mi date la carica :)