martedì 20 maggio 2008

URBE BAGNATA, URBE FORTUNATA

Dunque.
Ormai nell’urbe non piove, diluvia.
Noi cittadini ci siamo attrezzati: appena vediamo i nuvoloni, tiriamo fuori le pinne e il boccaglio e usciamo.
I piu’ intraprendenti hanno gia costruito arche in cui custodire i propri animali domestici.
La versabilita’ e l’adattabilita’ del cittadino moderno sono alla base dell’evoluzione urbana. Purtroppo, pero’, le antiche strade della nostra urbe sono di tradizione conservatrice e si ostinano a rimanere ferme sui loro principi: noi siamo strade, ci rifiutiamo di diventare letti di fiumi. Su di noi l’acqua non scorrera’ serena.

E infatti: si curvano creando dossi, franano creando buche che subito si riempiono di litri e litri d’acqua,si cunettano,si infangano, si allagano.
Decisamente non ragionevoli.
Non stanno al passo con i tempi.
Questa e’ una citta’ in continua evoluzione, stiamo attraversando un periodo di profondo cambiamento, stiamo transitando verso il clima tropicale, verso i fantastici e potenti monsoni..e queste qui si mettono a fare le lagne che loro sono strade e che non sono state costruite per far scorrere l’acqua..nemmeno io sono stata fatta con le branchie ma mi sto adattando no? Detesto chi si ferma a ricordare i bei tempi che furono e aborriscono il nuovo che avanza. Le devastazioni climatiche sono il nostro futuro, sono LA MODERNITA’ e noi cittadini NON POSSIAMO rimanere indietro, dobbiamo stare al passo con il gigante asiatico che di tifoni se ne intende, dobbiamo prepararci a sedere affranti sulle macerie delle nostre case mentre le telecamere riprendono impietose pezzi della nostra vita finiti nel fango, dobbiamo imparare a fare delle belle mappatelle di vestiti e cibo in scatola da metterci sulle spalle mentre saliamo sui tetti dei palazzi ad aspettare gli elicotteri della protezione civile, attendiamo frementi il primo tzunami del Tevere e loro che fanno? Cedono, franano, si ritirano timorose di fronte agli ampi respiri della modernizzazione…spariranno, secondo l’etica funzionalista che elimina cio’ che non serve. Sono destinate a soccombere, a perire, a scomparire.
Non importa.
Faremo senza.
In fondo il fango e l’asfalto franato non sono cosi’ male.
Fanno tanto terzo mondo

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Ciao, interessante questo blog, ti va uno scambio link? Fammi sapere, ciao Francesco

bradipa ribelle ha detto...

oggi per andare a prendere l'autobus ho preso il canotto....