Questo è un blog che parla della città e della gente che vive, lavora, fa la fila alla posta, al supermercato, si imbuta negli autobus, nelle metro e nel traffico e che comunque, in qualche modo, sopravvive nella città
venerdì 8 agosto 2008
Il viaggio della speranza
Io non è che voglio essere ripetitiva ma Trenitalia mi costringe.
Essendo pendolare ormai da quindici anni, sono abituata al fatto che d’estate la Roma-Napoli va in tilt.
La linea ferroviaria semplicemente impazzisce.
Non che di norma sia il massimo della sanità mentale.
Dunque, questa mattina parto per la mia terronisssssima città natale, si sposa il mio fratellino. La mia presenza è indispensabile, sennò col cazzo che prendevo il treno ad agosto. Dunque, dicevio, arrivo a termini trafelata, perché la metro ha tardato, si è fermata sotto una galleria, si è stiracchiata, si è scaccolata per una decina di minuti e poi è ripartita. Arrivo al volo, dunque e noto con orrore che a dieci minuti dalla partenza del treno non è segnalato il binario.
Chiunque abbia mai preso, anche solo una volta nella sua vita, un treno di trenitalia, sa questo è un presagio di sventura.
Un brivido gelido mi risale la schiena e ci sono almeno trentacinque gradi col 60% di umidità nell’aria. Alla fine il treno viene annunciato, vado al binario, mi ficco tra la folla che sale, imbuto nel corridoio: tanti bagagli, poco spazio,gente rincoglionita che non sa dove sedersi, prepotenti che si siedono al posto degli altri, rimbambiti che rimangono fermi in mezzo al corridoio con valigione stile baule da sfollato che ripetono a pappagallo: devo passare devo passare devo passare, bambina lagnosissima che ancora non è partito il treno e gia chiede alla mamma ma quando arriviamo? Voglio dire, c’è gia da tirare fuori il Kalashnikoff.
Ma ecco, colpo di scena, ancora siamo tutti imbutati nel corridoio strettissimo dell’eurostar con i bagagli che spuntano fuori da tutti i pizzi, che si chiudono le porte. Il capotreno annuncia un ritardo di mezz’ora.
Bestemmione corale.
Continuiamo a cercare di muoverci verso i nostri posti; qualcuno ha finalmente calpestato il derivato con il baule e il traffico si è decongestionato. Arrivo al mio posto ma sono tutta sudata. Improvvisamente fa caldissimo. In effetti, l’aria condizionata è spenta, il finestrino è fissato, non possiamo tirarlo giu. Mi avvicino alla porta, ho bisogno di aria ma la porta non si apre. Passa il capotreno. Chiedo di aprire la porta ma lui dice non si può, non potete scendere perché può essere che il guasto lo riparano prima di mezz’ora e poi ci tocca farvi risalire tutti (ma perché ci devi prendere in braccio? Boh); allora io chiedo per piacere che accendano l’aria ma lui si scusa e dice che l’aria è collegata al motore e si può accendere solo se il treno è in movimento. A parte che a me mi sembra che questa è una cazzata (ma conoscendo trenitalia potrebbe anche essere vero) gli chiedo allora se cortesemente mi suggerisce una soluzione che mi consenta di non morire liquefatta. Lui mi guarda intensamente, gli vedo la buona volontà negli occhi, mi vuole aiutare; arriva una tizia vistosamente incinta, gli chiede se può aprire i bagni perché lei la deve proprio fare ma il capotreno, con aria dolente, le spiega che gli unici bagni funzionanti sono in coda treno ma possono essere aperti alla partenza.
A questo punto mi sono sentita autorizzata a dare di matto.
E quindi l’ho fatto urlando come al solito come una pazza che io il biglietto per questa merda di treno l’ho pagato 28 euro ma mi conveniva chiedere un passaggio a un carro bestiame sulla pontina, che almeno stavo in compagnia degli animali che è normale che puzzano e non ti rispondono e che è uno schifo avere solo due bagni funzionanti, che poi funzionanti è una parola grossa, poi bisogna vedere che si intende, per funzionanti, e pure la tizia incinta urla parecchio e si aggiungono, devo dire, anche altri passeggeri e tutti protestiamo tantissimo e uno dice ma io devo arrivare fino a reggio calabria, porca miseria, come ci arrivo in questa condizioni, nella cassa da morto ci arrivo porca zozza e così allora il capotreno apre la porta e dice vabbè allora fate come volete, scendete ma io non voglio responsabilità. Questa non l’ho capita, ma responsabilità di cosa?? Di averci fatto fare una presa d’aria? Ma la responsabilità di farci sciogliere come gelati e farci diventare puzzolenti di sudore come maiali se la poteva prendere? E questo è stato solo l’inizio. Fuggo fuori, respiro.
La bambina si lagna mamma perché il treno non parte?
Sarà un lungo, lungo viaggio
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5 commenti:
Preghiamo per te.
Responsabilità??? Buon senso direi...
E poi parlano di alta velocità!!!
In bocca la lupo per il viaggio ed auguroni per il fratello...
A presto ;)
Ciao, ti andrebbe di fare uno scambio link con il mio blog? Spero di si.
Fammi sapere sul mio. ;)
Grazie.
davideb - www.crystalstreet.altervista.org
Oh come ti capisco!! Anche io vivo nella capitale.. ed ogni giorno mi faccio un tre ore di mezzi pubblici.. se mi dice bene!! Ne avrei da raccontare a Vagonate.. visto l'argomento. Cmq concordo per il carro bestiame.. in certe occasioni potrebbe risultare più confortevole :) ti lascio un link di un filmato.. dimmi poi se rende l'idea http://dailymotion.alice.it/playlist/x8pbi_donerkebabbo_strani-da-paura/video/x53w61_un-treno-troppo-affollato_news Ciao alla prossima
...e poi licenziano i dipendenti trenitalietta se denunciano il fatto che gli eurostar si spezzano in due.
Complimenti alle ferrovie del cazzo...! Maaa... non voglio fare il dietrologo e il paranoico, ma fra un po' non dovrà venir lanciata una nuova compagnia ferroviaria fra i cui proprietari c'è Luca Cordero di Montesucchiamilcazzo? (Scusa, ma quando lo vedo con quell'aria fra il saccente e il presuntuoso mi girano che non hai proprio idea)
Sono io il paranoico o stanno sistematicamente creando malcontento per poi arrivare con la soluzione già pronta e confezionata?
Stanno o non stanno creando una "emergenza ferrovie" per poi arrivare coi nuovi treni strafighi tutti supercazzofiga?
Magari guidati da militari, perché no?
O sono paranoico io?
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