Dopo un’ampia osservazione del rituale matrimoniale, il mio fratellino si è fatto un’idea di come debba comportarsi un invitato perfetto e ha stilato un piccolo decalogo del bravo invitato. Poi l’ha stampato e affisso fuori alla sala dove si è tenuto il ricevimento del suo matrimonio. Come dire, la follia è di famiglia. Lo ripropongo integralmente:
- Lodare incessantemente la sposa.
- Insultare lo sposo per l’assenza della cravatta (eh si signori, lo aveva detto e l’ha fatto: manco al suo matrimonio l’ha messa. Io mi sono tolta un metaforico cappello)
- Sorridere fingendo gradimento per tutte le 3500 ore di durata del matrimonio
- Lodare, con ampie e sonore espressioni verbali, qualsiasi portata venga servita
- Se lo sposo propone un brindisi, non assecondarlo
- fare impazzire il fotografo con richieste assurde
- Proporre, ogni quindici minuti circa, brindisi deficienti del tipo:”alle scarpe strette della sposa!”
- far capire chiaramente allo sposo che in questo giorno (e in tutti quelli a venire) lui non conterà un cazzo
- Chiedere ai genitori dello sposo se è un caso il viaggio a Lourdes organizzato per la settimana successiva al matrimonio
- Chiedere ai genitori della sposa chi è Chicco (*) e perché dorme nel vecchio lettino della sposa
*Chicco è il barboncino che i genitori della sposa hanno adottato per compensare la mancanza dei figlioli, ormai tutti grandi e scappati di casa. Testimoni fidati hanno sentito il papà della sposa telefonare almeno trenta volte al dog sitter per sentire se Chicco stava bene. Altri testimoni fidati riferiscono che si, stava bene.
In ottemperanza al decalogo del bravo invitato, sono stati proposti una discreta quantità di brindisi idioti, tra i quali ricordo:
“alla grande assente della serata, la cravatta dello sposo!!”
“al filetto al pepe verde, che era troppo buono!!”
“al cane Chicco, che con questo matrimonio si è sistemato!!”
“onore al fagiano morto sulla testa della testimone”!!
Che sarei io. Che sono stata dal parrucchiere un’intera mattinata pagando una cifra che manco mi voglio ricordare per ottenere una complicatissima pettinatura che altro non era che la stilizzazione di un fagiano spiaccicato sul parabrezza di un’auto in corsa. Se a questo unite il fatto che (data la libertà di abbigliamento concessa dagli sposi) avevo messo un vestitino orientale e avevo un bindi indiano al centro della fronte, vi farete un’idea di come mi ero conciata. E pensare che ero del tutto sobria quando mi sono vestita, la mattina. Certe volte non capisco proprio com'è che mia madre mi fa uscire di casa combinata in certe maniere…
7 commenti:
Il matrimonio (sia per chi lo organizza che per chi lo subisce9 insieme al trasloco ed ai primi mesi di vita di un figlio sono le autentiche punizioni di questa vita terrena, ben ha fatto tuo fratello ad appendere il decalogo, ha solo messo per iscritto quello che puntualmente sarebbe poi accaduto...
hai avuto il coraggio di uscire di casa così????? io di solito in occasioni come queste (cioè quando il parrucchiere mi concia coma barbara streisand), torno a casa e sciolgo i capelli, che è molto meglio! ^_^
Ai matrimoni non ci vado mai. A volte sembrano più de funerali. E me mettono tristezza alla fine.
ahah, cmq in questo tuo post.. manca soltanto la foto.. dello sposo senza cravatta o della scarpa stretta della sposa.. ma di certo la più significativa a questo punto sarebbe stata della tua acconciatura:) Ciao alla prossima:))
Fortunatamente nell'arco della mia vita ho partecipato solo a 2 matrimoni.
In ogni caso mi sarebbe piaciuto vederti come eri vestita...
Ciaooo
Buongiorno a tutti, miei cari blogger..fa piacere verificare che stavate proprio aspettando un nuovo post da Punzy..do il benvenuto ai nuovi arrivi, spero di rivedervi presto
e colgo l'occasione per dirvi che la foto no pero' magari un disegno...
Cos'avevi? Rosy Bindi in fronte? O.o
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