sabato 30 agosto 2008

Ciclisti urbani

Ovvero: oggetti pedalanti non identificati, deambulanti e derivanti nelle strade dell’Urbe

Il week end l’Urbe si riempie di questi personaggi; basta che nel tuo quartiere ci sia un albero, pure rachitico e malaticcio, che il ciclista pensa che sia una strada di campagna, prende la bicicletta e inizia a pedalarci intorno.
Li vedi, sotto il sole di agosto, vestiti con pezzettini di Lycra colorata e caschetto anticaduta mentre si inerpicano per i sette colli sudando a litri e sbevazzando Gatorade a venti all’ora sulle strade, mentre tu dietro fai la processionaria e chiedi per piacere se ti fanno passare che stai facendo tardi al lavoro.
I ciclisti se ne fregano che devi andare al lavoro, essi ritengono di essere bistrattati per 5 giorni alla settimana dalla Madre Urbe e nel week end si prendono la rivincita intasando le strade.Questa, indubbiamente, non e’ una citta’ dove puoi passeggiare in bicicletta: il traffico, lo smog, i rumori,la fretta quotidiana, le pessime condizioni delle strade, questa e’ una metropoli: e’ fatta per farti impazzire, non per pedalarci tranquillamente come se nulla fosse

Ora, io devo dire che i ciclisti hanno le loro ragioni: in questa citta’ le piste ciclabili sono praticamente inesistenti e quelle poche che ci sono girano su stesse e non portano a nessuna parte, al limite finiscono in un tombino o in una fogna. Quella nel mio quartiere, per esempio, se la segui passo passo finisci nel Tevere.

Ma questo non toglie che l’Urbe sia piena di parchi meravigliosi, lunghi Km e Km dove tu puoi passeggiare, prendere il sole, giocare a pallone oppure, appunto, andare in bicicletta. E ammetterete che andare in bicicletta nel parco consenta anche di respirare aria pura mentre sbuffi e sudi, invece di farti il pieno di smog sulla tangenziale est.
Pero’ credo che la razza ciclistica urbana sia mutata geneticamente, in realta’ respirano anidride carbonica ed espirano ossigeno, senno’ non mi spiego la loro funzione nella moderna societa’ urbana… a villa borghese non ce ne trovi nemmeno uno, stanno tutti per le strade a intasare il traffico con l’aria strafottente facendosi delle belle prese di aria pura dai tubi di scappamento delle macchine..boh…tra l’altro, s’incazzano pure comecche’, perche’ dopo 20 minuti che gli stai dietro e che vuoi passare li suoni e loro si girano e ti osservano schifati, con lo sguardo che dice: “Tu, cittadino motorizzato, chi te lo fa fare di stare bello seduto comodo sul tuo motorino invece di faticare come uno schiavo su questa salita? Ti compiango, cittadino motorizzato, perche’ non sai quanti anni di vita sto recuperando, sputando i polmoni in questo modo..non sai cosa ti perdi, quanti particolari ti sfuggono correndo sul tuo motociclo..quel fiore che sta spuntando nel cemento, per esempio, o il sole che illumina il coperchio rotto di quel tombino rialzato, quella pozzanghera putrida che non si asciuga mai e nella quale proliferano zanzare tigre, le buche pericolosissime, le cunette piene di rifiuti..correndo, caro cittadino motorizzato, ti perdi la meraviglia di queste strade”
Tutto questo dicono i loro occhi e i miei allora rispondono” senti gia mi rode che devo andare a lavorare di sabato, non mi rompere le palle con ste’ menate: io amo l’Urbe ma in queste cavolo di periferie non c’e’ niente da vedere, anzi meno vedi meglio e’ che senno’ ti deprimi ma vattene al circo massimo a pedalare, la’ si che vedi cose belle, vedi la storia e magari pure il culo di qualche bella turista. E spostati per favore”

Tutto questo i nostri occhi si dicono, mentre il sole del sabato mattina piano piano si leva e illumina l’Urbe e il grigio delle periferie diventa un po’ meno grigio e cazzo e’ proprio ora che mi sbrigo che faccio tardi pure stamattina

9 commenti:

Anonimo ha detto...

Lavorare anche di sabato è davvero terribile Punzy .. ne so qualcosa.
I ciclisti in strada sono smpre super incazziti dalle mie parti e pure indisciplinati: non ne ho mai visto uno rispettare un rosso. Rallentano, guardano bene, se ne fregano e poi passano ...

Punzy ha detto...

Ecco appunto!!! figurati in una citta' gia congestionata come questa..

SCHIAVI O LIBERI ha detto...

Bè...e qui parlo da ciclista, da automobilista e motociclista, il rispetto degli altri sulla strada è una cosa abbastanza penosa. Tutti si comportano come se fosse sua. Vado spesso in bici, devo dire che ho visto di tutto: gente che ti taglia la strada, che non ti da precedenza o addirittura camion che ti fanno il filo anche la barba. O in macchina, quando ti superano e dopo davanti inchiodano. Secondo me è il rispetto degli altri che manca, e sulla strada, che io considero una giungla, tutto ciò viene enfatizzato.Imparare a rispettare gli altri qui in Italia sembra impossibile.

Punzy ha detto...

parole sante, Schiavo
pero' ti assicuro che qui i ciclisti un filino prepotenti lo sono..

ventopiumoso ha detto...

ogni tanto capita, e' vero. anche quelle poche volte che c'è una ciclabile non la usano.
ps: bel blog, scoperto ora tramite prefe

il Russo ha detto...

Forse Schiavo non é mai venuto dalle mie parti, dove per le strade di collina si mettono in fila per tre a chiacchierare tenendo tutta la carreggiata: se li superi rischi la vita in un frontale, se clacsoni si girano e ti guardano manco avessi un suv e volessi stirarli tutti, se gli stai dietro tieni marce bassissime e inquini più d'una betoniera...

SCHIAVI O LIBERI ha detto...

Il mio era un discorso generalizzato. Per rispetto intendevo tutte e tre le categorie. Personalmente quando sono in bici e ho qualcuno che non riesce a superarmi, accosto sulla destra. Ma non tutti lo fanno.
Il lavoro per rieducare gli italiani è lungo e ricco di ostacoli.
Ciaoooo

articolo21 ha detto...

E si, quando si mettono in gruppetto sono bellissimi. E vorresti ficcarli sotto tutti. ma non si può.

Iaia Nie ha detto...

se incroci il mio uomo - segni particolari: caschetto giallo fluorescente e bici superaccessoriata/biammortizzata/freni a disco/turbo ormai incollata al culo - non dico di metterlo sotto, no...però almeno fagli prendere un bello shock, così magari la prossima volta evita di venire a prendermi pedalando.