venerdì 31 ottobre 2008

Portieri urbani e l’esercizio del potere

Io lo sapevo che sarebbe successo
Era inevitabile
Il braccio di ferro che intercorre tra me e lui si e’ spostato dalla posizione di stallo.
A suo favore
Finalmente, ho bisogno di lui per qualcosa
Finalmente, me la puo’ negare
So che eravate tutti ansiosi di sapere come va la situazione.
Bene, la situazione e’ questa: sto decisamente sotto schiaffo
La quotidianita’ tra noi e’ fatta di silenzi ed omissioni da parte sua: non mi dice, per esempio, se e’ arrivata una raccomandata (a meno che io no glielo chieda specificamente) per cui mi trovo solleciti per posta che non sapevo di aver ricevuto. Allora gli dici, scusi ma per caso e’ arrivata una raccomandata per me? E lui: si eccola. Ma perche’ non me l’ha data prima? Mica me l’aveva chiesta, lei passa sempre cosi’ di corsa, buongiorno e buonasera non mi ha dato mica modo di dargliela (sottotesto: tu non mi omaggi quanto dovresti)
Il mio motorino non puo’ essere posizionato da nessuna parte perche’ pare ci sia un veto personale che riguarda solo il mio mezzo di trasporto (sottotesto: tu non mi omaggi quanto dovresti)
Si e’ fulminata la luce sul mio pianerottolo da una settimana e non e’ stata riparata perche’ quando gli chiedi se e’ suo compito segnalarlo lui non ti risponde: scusi sa, ma la luce sul pianerottolo e’ rotta, puo’ segnalarlo lei all’amministratore?
Silenzio
Senno’ magari lo chiamo io
Silenzio
(sottotesto del silenzio: non mi stai pregando abbastanza)
Quando una qualsiasi condomina ha una difficoltà con un passeggino o una busta della spesa lui cordiale la aiuta e io mi faccio a piedi tutta la rampa di scale con 106 buste in mano e la roba che mi casca e lui manco il portone mi apre
(sottotesto: schiatta)
Adesso mi ha potuto, con immensa soddisfazione, negare qualcosa.
A me servono le chiavi del terrazzo condominiale per andare a mettere l’antenna di Sky.
Lui le possiede
Lui non me le vuole dare
Mi dice, chiedi all’amministratore
L’amministratore mi dice non c’e’ problema, vai pure dal portiere e fatti dare le chiavi
Il portiere dice: non mi sta bene, l’amministratore mi deve fare una richiesta scritta
L’amministratore dice va' in segreteria e fammi questa richiesta scritta che io l’approvo
La porto al portiere e lui mi dice non va bene, ci vuole pure la firma della proprietaria dell’appartamento
Io dico se per caso devo mettere in conoscenza anche la regina Elisabetta
Lui non apprezza lo spirito e per farmi vedere quant’e’ potente da’ le chiavi del terrazzo condominiale a cani, porci, gabbiani e ladri che passano per caso sotto al palazzo
La proprietaria attualmente non e’ nell’Urbe per cui questa richiesta giace sulla scrivania dell’amministratore
Io dico non e’ che mi potrebbe dare questa chiavi, per favore?
No perche’ poi la responsabilita’ se cade e si fa male e’ mia
Ma non diciamo sciocchezze per favore
Io se non ho la richiesta scritta non le do’ proprio niente e nel frattempo ne regala una copia ad un bambino di tre anni che abita nel palazzo affianco

Dio, come lo odio

mercoledì 29 ottobre 2008

Un tranquillo martedi di paura

Allora, ieri nell’Urbe e’ piovuto.
E’ piovuto proprio che Dio la mandava, secchiate di acqua gelida che si abbattevano su noi poveri cittadini; quella pioggia che, quando il cittadino esperto la vede, capisce subito che e’ il caso di prendere pinne fucile ed occhiali e iniziare a costruire un’arca di legno per custodirvi i propri animali domestici.
Erano le otto di sera e ancora pioveva, esco dall’ufficio e a momenti affogo; traffico ingarbugliato e groviglioso con tutti gli automobilisti che bestemmiano con i finestrini chiusi, per non fare entrare la pioggia e l’incazzatura degli altri che gia basta la propria.
MI ci vuole un’ora e mezzo per fare tredici km e rientrare a casa
E qui iniziano le dolenti note.
In una casa nuova, bisogna abituarsi a nuovi rumori.
Solo che fino a quel momento casetta rumori non ne aveva fatti, perche’ e’ una mansarda sotto il tetto, lontano lontano pure dagli echi dai vaffanculo che si sprecano in strada.
Ma ieri, casetta si e’ trasformata: rumori ventosi, spifferi ovunque, la pioggia che ticchettava sui vetri, il terrazzo allagato con tre dita d’acqua e, soprattutto, un rumore fortissimo tipo cascata delle Marmore in salotto.

Sembrava di stare in campeggio, dentro la tenda in balia degli elementi.
E poi lampi, tuoni, fulmini, saette e tutto il repertorio temporalesco e io cerco di stare calma per non agitare la gatta Bridget Jones, che quando ha visto i litri di acqua sul terrazzo ha deciso che il posto piu’ sicuro dove stare e’ certamente la mia testa, con le unghiette ben saldate al cuoio capelluto.
Rombo di tuono tipo bomba a muro e via la luce
Io cerco un po’ di consolazione e mando uno sms al mio fratellino, per dirgli che tengo la cascata delle Marmore in salotto.
Lui, che pure abita all’ultimo piano, dice che in effetti pure a casa sua si sente questo rumore come di una pipi’ fortissima sul tetto e allora io mi chiedo: ma chi e’ quell’idiota che durante le notti di pioggia se ne va pisciando fortissimo sui tetti dell’Urbe? Ce n'e’ di gente strana in giro..
Poi il colmo dei colmi, il bidet inizia a parlare..fa un suono sordo, basso, gorgogliante eppure intelligibile, come di voce dall’oltretomba che dice: puuuuuunzyyyy ti prendooooo ..io e la gatta decidiamo di entrare ufficialmente nel panico, mio fratello via sms mi dice che il suo bidet non parla, pero’ di cercare di capire se il mio fornisce dei numeri , cosi’ ce li giochiamo per il terno
Il mio Perfido fidanzato e’ lontano per lavoro, alla fine mi decido, lo chiamo e gli dico che ci hanno rifilato la casa fallata che tiene la cascata delle Marmore in salotto e il bidet posseduto dal demonio e anche la gatta miagola nel ricevitore, sicuramente anche lei vorra’ aggiornare il suo padrone sul delirio intorno a noi
Il Perfido mi ricorda che siamo sotto al tetto e probabilmente la cascata delle Marmore e le chiacchiere del bidet corrispondono al rumore della colonna pluviale che evidentemente passa di la..

Pluviale

Pluviale=pioggia=acqua=tanta pioggia=tanta acqua che scorre
La cosa mi torna

Convinco la micia a trovare una collocazione diversa dalla mia testa, prendo un bel libro di Stefano Benni e me ne vado a letto a leggere

Dal Diario della gatta Bridget Jones

28 ottobre 2008-
Giornata piatta, oggi
Piovuto tutto il giorno. Nessun uccelletto mi e’ volato davanti, nemmeno una mosca
Che noia

Ore 20.05
E’ tornata l’Isterica.
Sembra venuta fuori dritta dritta dal centro di Kabul, con i capelli a pazza e gli occhi spiritati e subito ha urlato-CI-HO-MESSO-UN’ORA E MEZZA-PER-TORNARE A CASA MA COS’E’ QUESTO RUMORE, BRIDGETTINA COS’E????
Ma cosa che vuoi che sia? La pioggia, no?
Madonna che matta che e’ questa qui

21.12
La situazione sta decisamente precipitando, alla fine le sono salita in testa perche’ ogni volta che vede un lampo si mette a cercarmi per tutta casa e appena mi allontano urla: B
RIDGET JONES VIENI QUI NON AVERE PAURA!!! Alla fine ho pensato che se mi si piazzavo sulla testa evitavamo questa ricerca. Speriamo che mi fa scendere un attimo a fare la pipi, porco giuda, questa grande e grossa tiene paura dei temporali

21.13
Andiamo bene, si e’ messa a messaggiare con quell’ Impiastro del fratello e adesso e’ ancora piu’ nervosa ma io dico i genitori a sti’ due cos’e’ che gli davano da mangiare quando erano piccoli? Gli sono venuti su proprio bene, per il manicomio li hanno cresciuti.

21.17
Ma perche’, perche’ Il Tizio Grosso e Peloso non e’ mai qui quando questa si fa prendere dal panico?? Si scorda di darmi da mangiare e non mi pulisce mai la lettiera ma almeno queste
sceneggiate napoletane ce le risparmiamo!!

21.40
Tizio Peloso, non stare a sentire le urla di questa qui, la pioggia fa un po’ di rumore e l’acqua sul terrazzo sale ma io non credo che entri dentro casa; solo la prossima volta o mi porti con te e ti porti lei perche’ questa non e’ vita.O lasciale il valium, non lo so

22.00
OOOOO, Stefano Benni, mitico, mi piace sdraiami sui suoi libri quando l’Isterica si addormenta, faccio sempre bei sogni

domenica 26 ottobre 2008

Pomeriggio metropolitano

Dunque, io ho questa amica che è in pratica una gemella di Karma.
Il Karma che ci tiene gemelle è, ovviamente,quello della sfiga. Se a una di noi due capita una disgrazia, stai sicuro che dopo poche ore al massimo capita pure a quell’altra. Quindi si capisce che io e Ghebba diventiamo amiche, così contrastiamo l’effetto sorpresa della sfiga, la prima disgraziata avvisa la seconda che così si prepara. E andiamo avanti così, io e Ghebba, che ci vediamo poco ma ci sentiamo tantissimo e siamo sempre telepaticamente collegate e aggiornate sulle disgrazie in tempo reale. Quindi, il fatto che avessimo trovato modo e tempo di vederci in mezzo a tutte le cose che abbiamo da fare aveva dell’eccezionale e forse dovevamo capire che qualcosa doveva succedere.
Capolinea della metro B, io e lei cicaleggiamo tutte felici dell’avvenuto incontro; pochi minuti solo per salutarci, tanto per constatare che entrambe siamo vive e con tutti i pezzi al posto giusto. E mentre cicaleggiamo ci si avvicina un rom o uno zingaro, come vi pare. Questo tipo è vestito con una camicia di raso bianco a strisce blu elettrico, sembra un evidenziatore umano, ha il pugno chiuso e ci guarda con sospetto.
Noi pure lo guardiamo con sospetto
Alla fine si decide: apre il pugno e ci mostra una bella catenina d’oro luccicante, fresca fresca di scippo.
La volete?
Noi siamo femmine urbane abituate a queste cose, proprio ci rimbalza
No, grazie
Guarda che è robba bela, io facio prezzo buono, prendi bela signora e intanto ci si avvicina ancora di più, in effetti è un po’ molesto
No non ci interessa, vattene
Tu forse pensi che è robba falsa signora,ma no, è robba buona, io mica sono napoletano
E allora vuoi la rissa
Io subito dico scusa cosa vorresti dire? Come ti permetti di insultare i napoletani che guarda che Napoli è piena pure di gente onesta che lavora, tu per esempio ti sei rubato questa catenina ma io mica dico che tutti gli zingari sono ladri come te, poi se le categorie disagiate e discriminate non mostrano solidarietà le une verso le altre mi spieghi come facciamo a costruire una società più giusta e più buona e mentre lo zingaro si vede che vuole scappare e si sta chiedendo chi glielo ha fatto fare di svegliarsi la mattina e venire vicino a noi, Ghebba chiama i carabinieri e dice venite subito che qua c’è un ladro
Lo zingaro allora si allontana e cerca di vendere la catenina ad altre persone che però non gli attaccano la pippa come noi, al limite si allontanano e noi vediamo questa camicia ad evidenziatore che si muove per tutta la stazione per riciclare la catenina.
Quasi quasi ci stiamo per salutare quando.. colpo di scena! Arrivano i nostri. I carabinieri italiani che come i carabinieri americani si sono precipitati dalle pulzelle in difficoltà. Io dico ti pareva sono venuti subito perché c’è da arrestare uno zingaro. Ghebba allora risponde tu sei proprio una veterocomunista del cazzo, io mica gli ho detto che era uno zingaro, ho dato solo la descrizione
Ah
Vabbè comunque quasi come per magia l’evidenziatore non c’è più, scomparso; un momento prima rappresentava una macchia di colore improbabile in mezzo alla stazione, un minuto dopo si era volatilizzato. Si vede che ha sentito puzza di sbirro, dico io
Si vede che aveva il terrore che gli andavi dietro a fare polemica, risponde Ghebba
I carabinieri sono delusi, non hanno potuto né salvare le pulzelle, né fare un bell’inseguimento poliziesco. Ci chiedono ma avete visto dov’è andato, se si è allontanato in macchina o a piedi?
Boh non lo sappiamo, è proprio sparito
Ci fumiamo un’ultima siga
Ghebba dice, io e te insieme scateniamo gli elementi dell’Urbe, siamo potentissime.


Ma io dico che pure separatamente non ce la caviamo male

Risultati del sondaggio

Dunque, i dati fanno emergere reazioni contrastanti rispetto al problema; le risposte riflettono la complessità sociale e la fondamentale follia della gente che segue questo blog.
Dunque, il 41% dei miei blogger si sente tentato dalla crisi economica e ritiene sia e’ un’opportunita’ per scoprire e far valere la propria ingegnosita', per cui sta imparando a cucinare gli scarafaggi al burro. Bravi, complimenti, io sono solo un po’ sazia, per oggi declino l’invito a pranzo
Invece, il 33% è terrorizzato e vorrebbe mettere i suoi risparmi al sicuro, ma non ne ha
Vorrei dire all’unico blogger che ha risposto come me: Mi spaventa molto e per questo vivo da un mese sotto al letto nutrendomi solo di polvere e germi, per allenarmi al peggio che verra’, di andarsene sotto il suo, di letto, che qua la polvere sta iniziando a scarseggiare

sabato 25 ottobre 2008

Metodi e tecniche di sopravvivenza urbana: l’uso del passeggino sulle strade dell’Urbe

Insomma, noi gente dell’Urbe siamo abituati a badare a noi stessi.
Iperstimolati e stressati dalla grande realta’ della metropoli, le nostre risorse sono comunque quelle che sono ed in tempi di crisi economica bisogna arrangiarsi con cio’ che si ha.
Tuttavia, ritengo deprecabile il diffondersi dell’uso improprio del passeggino in questa citta’. Il passeggino, io credo, e’ un aggeggio in cui infili il pupo per scarrozzarlo e fargli vedere un po’ di mondo; invece sta diventando un oggetto polifunzionale in cui lo scarrozzamento e la comodita’ del pupo stesso sembrano opzionali piuttosto che prioritarie. MI sento in dovere, quindi, di indicare le attivita’ errate che vengono oggi effettuate da alcune mamme o nonne o baby sitter urbane con il passeggino.
Ciascuna delle seguenti attivita’ va intesa come svolta con la contemporanea presenza del pupo nel passeggino

Il passeggino non e’ un fendifolla
Ergo, e’ inutile che continuiate a spingere con la punta dello stesso sui tendini del tipo in fila davanti a voi, l’unica cosa che accadra’ e’ che il tizio davanti a voi si irritera’ e, se si tratta di una tizia di nome Punzy si girera’ anche e dira’ delle cose atroci e sarcasticheggianti sul fatto che bisogna fare un esame per prendere la patente ma invece i figli li puo’ fare chiunque.Quindi, sbattere ripetutamente la punta del passeggino sul malcapitato o i malcapitati davanti a voi NON APRIRA’ MAGICAMENTE LA FOLLA COME LE ACQUE DEL MAR ROSSO. In compenso, vostro figlio verra’ su con un’insana passione per le macchinette a scontro

Il passeggino non e’ un segnale stradale di stop
Quindi, e’ inutile che lo sporgiate improvvisamente in mezzo alla strada perche’ decidete di attraversare: le macchine, vedendolo, non si fermeranno in quanto non lo fanno NEMMENO all’effettivo segnale di stop regolarmente dipinto sul manto stradale. Evitate tragedie, please.

Il passeggino non e’ un carrello della spesa
Sembrerebbe facile. Due oggetti, due nomi, due funzioni sociali diverse. Eppure mi sento in dovere di farlo presente, visto che proprio ieri ho contato ben dieci manine grassocce ed agonizzanti sotto due fustini di Dixan, tre kg di arance e un enorme pacco di pannolini

Il passeggino non e’ un cingolato

Semplicemente, non potete farci le stesse cose che fate con il vostro fuoristrada: attraversare pozzanghere profondissime, salire rampe di scale, schiacciare inermi passanti. O meglio, questo e’ un paese democratico e potete anche farlo, se proprio vi va. A fine giornata, non chiedetevi perche’ il vostro bimbo e’ isterico

Il passeggino non e’ un’arma di distruzione di massa
Quindi, non va usato per ledere altri cittadini attraverso complesse manovre di schiacciamento, scavalcamento, spintonamento ecc

Mi auguro di essere stata utile.
Come sempre vostra,
Punzy

mercoledì 22 ottobre 2008

Famigliole urbane

le cose sono due: o nel mio quartiere figliano a grappoli o tutte le famiglie del circondario fanno la spesa nel piccolo supermercato sotto casa mia.
Sono tre volte che ci passo dopo il lavoro, verso le sette e mezzo di sera e lo trovo sempre zeppo di vandaliche famigliole urbane che si aggirano per gli scaffali in modalità devastatrice, con questi
ragazzini senza guinzaglio né museruola che corrono liberi per i corridoi. I piccoli vandali urlano,toccano la merce sugli scaffali, rapinano carrelli, spintonano, giocano a kung fu panda con il bancone dei surgelati e ancora urlano e corrono, senza che le rispettive mamme
urbane pongano rimedio alcuno.

Questo perché le mamme urbane sono ditre tipi:

la mamma orgogliona
questo tipo di mamma guarda il frutto dei suoi lombi con aria felice e trionfante, il suo orgoglio di essere madre trasuda pure dai follicoli: nel figlio risiede il miracolo della creazione, la sua anima contiene almeno sette divinità reincarnate.
Tale madre sorriderà indulgente a qualsiasi malefatta del piccolo budda, richiamandolo blandamente all’ordine ma non pretendendone,ovviamente, l'obbedienza.
La conseguenza é che il piccolo budda capace che ti i ruba il bancomat sotto lo sguardo indulgente di mammà.


la mamma sfatta
questo tipo di mamma ha una vita orribile, e lo sa.
Intrappolata in un matrimonio stanco, in un lavoro senza prospettive,strozzata dalle rate del mutuo, ha messo al mondo dei mostri e una parte di lei se ne pente.
Nulla puo’ cambiare, per quanti sforzi lei faccia, quindi inutile provare. Mentre il piccolo vandalo ti ruba il bancomat, lei ti guarda con lo sguardo afflitto a significare: vede che mostro? Povera me

La mamma pedagogica
La mamma pedagogica e’ una mamma attenta e solerte, appena il suo pargolo fa qualcosa che non dovrebbe interviene, gli spiega che non deve farlo, perche’ non deve farlo e perche’ non dovra’ farlo nemmeno in futuro, rispondendo senza arrabbiarsi alla sequela di pecche’? che il suo bimbo le rivolge ad ogni spiegazione. Tipo: non devi prendere la roba dagli scaffali, pecche’? perche’ non e’ tua, pecche’? perche’ non l’abbiamo comprata, pecche’? ecc e tu devi rimanere li’ fino all’esaurimento dei pecche’, dato che la mamma pedagogica ha allestito questo spettacolo per te, perche’ tu sei stata disturbata dal suo bimbo e adesso lei ti dimostra che lo tiene sotto controllo e pare brutto allontanarsi.
Io apprezzo le mamme pedagogiche ma credo che la cosa si risolva piu’ in fretta stoppando il tutto al terzo pecche’? perche’ lo dico io e basta.

E i papa’ urbani? Lo so che ve lo state chiedendo ma i papa’ urbani non esistono, sono un’illusione. Non ne senti nemmeno la voce, si materializzano improvvisamente alla cassa al momento di pagare.

Il concetto e’ comunque chiaro, famiglia vince, single perde.
Indovinate io se vinco o perdo

martedì 21 ottobre 2008

Lo SchiacciaPunzy

Lascia perdere l’Enalotto e gli inutili sogni di gloria e vieni nell’Urbe a giocare allo SCHIACCIAPUNZY!!!

Giocare allo SCHIACCIAPUNZY e’ facile e divertente, e’ un gioco interattivo che ti permettera’ di sfogare la rabbia e l’aggressivita’ repressa guidando come un pazzo per le strade dell’Urbe.
Per giocare allo schiacciapunzy non ci vuole nemmeno la patente, va bene un’automobile di qualsiasi cilindrata, anche un grosso scooter ma..attenzione, la PUnzy e piccola e furba e tendera’ a nascondersi camminando piano piano tenendo la destra..scova e schiaccia Punzy sulle strade: vincerei una botta di adrenalina eccezionale

Sperona Punzy e vinci un pieno di benzina
Tamponala facendola cadere e avrai un anno di riparazioni gratis per la tua automobile; se in seguito al tamponamento deve intervenire l’ambulanza il premio e’ RADDOPPIATO
Uccidila e scappa: vincerai una ferrari cabrio, per poter spernachiare tutti quelli che vanno in bici

Cosa aspetti? Prendi la macchina e vieni nell’Urbe: lo schiacciaPunzy e' iniziato..e manchi solo tu..

domenica 19 ottobre 2008

La crisi economica ti tenta o ti spaventa?

Buongiorno a tutti, cari blogger.
Questi sono tempi duri, persino il nostro presidente del consiglio ha detto che la crisi finanziaria si riflettera’ sull’economia reale, per cui aprite le finestre e buttatevi di sotto: meglio morire di subito che lentamente, di stenti e mentre in TV impazza la prova del cuoco, dove il concorrente di turno, ai fini di dimostrare che la crisi e’ un’ottima opportunita’ per stimolare la creativita’ delle casalinghe, sta cucinando una bella zuppa di mutande usate
IO, in quanto femmina urbana, sono abituata a combattere contro mostruosi SUV che tentano di schiacciarmi, vigili che tentano di multarmi, teppisti di strada, molestatori, abusatori, stupratori, venditori di aspirapolvere,testimoni di geova, portieri invadenti.
E posso dire, dopo 12 anni che vivo da sola nell’URBE, che non tengo paura piu’ di niente.
Tranne della crisi economica.
Io ho paura della crisi economica perche’:

  • hanno tentato tutti, fino a quando e’ stato possibile, di negare la sua esistenza (come per la mafia)
  • Si sta espandendo rapidamente (come l’AIDS)
  • Colpira’ tutti i settori dell’economia (democratica come la morte)
  • Si perderanno posti di lavoro (perche’ ce ne stavano tanti)
  • Le uniche che non falliranno saranno le banche (oltre al danno, pure la beffa?)
  • Il super enalotto lo vincera’ qualcun altro che non sono io

Quindi, come sempre faccio quando mi cago sotto, provo a scherzaci su (se devo morire, voglio farlo ridendo). Per cui passo ad elencarvi i motivi per cui la crisi economica rappresenta un’opportunita’ positiva per il nostro paese

  • Non ci saranno piu’ morti sul lavoro, perche’ nessuno terra’ piu’ un lavoro
  • Per la prima volta nelle loro vite le veline capiranno che il loro talento naturale nel ciucciare sara’ utile quando si dovranno vendere i denti al mercato nero e potranno ingoiare solo liquidi (vale anche per i ministri)
  • I calciatori saranno pagati 1200 euro al mese, e dovranno pure ringraziare che gli italiani a tutto rinunciano ma alla partita MAI
  • Il mio portiere non potra’ piu’ rompere le palle a nessuno, perche’ senza lavoro l’affitto non si paga e addio casa
  • Moriranno molti schifosi ratti del tevere perche’ qualcosa ci dovremo pur mangiare
  • s’inquinera’ di meno il pianeta, perche’ i soldi per la benzina non li avra’ piu’ nessuno
  • Forse saremo abbastanza incazzati da fare una bella rivoluzione


    Si, lo so, riso amaro.
    Ma rispondete anche voi a questa domanda del mio sondaggione: la crisi economica ti tenta o ti spaventa?
    I posteri leggeranno l’ardua sentenza: noi saremo morti tutti di fame

    Vostra terrorizzatissima Punzy

giovedì 16 ottobre 2008

Il codice della giungla

Dunque, su questo blog siamo tutti grandini, no?
Quindi abbiamo tutti la patente. O comunque guidiamo, per cui il codice della strada lo conosciamo.
Bene, se venite nell’urbe, dimenticatelo.
Le comuni regole del codice della strada qui sono state reinterpretate, non riscritte ma rigidamente osservate. L’ingombrante e vetusto codice, pieno zeppo di articoli e cavilli inutili e’ stato cosi’ sintetizzato:

Art 1: quando sei alla guida tenta sempre, ostinatamente,di penetrare la materia.

Art 2: se non riesci ad attraversarlo, saltaci sopra

Art 3: non mettere le frecce: gli altri potrebbero indovinare la direzione che vuoi prendere e questo costituirebbe una violazione della tua privacy

Art 4: rispetta i semafori solo se chi passa dall’altra parte e’ grosso quanto te; in caso contrario parti e schiaccia

Art 5: suona il clacson ogni qual volta ti irriti: e’ giusto che il mondo sappia che ti girano i coglioni

Art. 6: la segnalatica orizzontale e’ roba per froci e femminucce spaventate. L’unico segnale che devi riconoscere e’ il muro di cemento sul quale andrai a sbattere.

Art 7: dicesi parcheggio quando la tua macchina e’ ferma. Se accostata al marciapiede non importa: parcheggio e’ se macchina non si muove

Augh

mercoledì 15 ottobre 2008

Cittadini coraggiosi

Che non si dica che in questa citta’ siamo tutti una massa di pecoroni senza spina dorsale!!!
Nell’Urbe abbiamo fior di cittadini con le palle, con coraggio da vendere e sprezzo del pericolo. In un paese che si configura sempre piu’ come luogo di rammolliti asserviti e appecorati, mi pregio di annunciarvi che qui, nell’urbe caput mundi, noi non teniamo paura di niente.
A dimostrazione di quanto affermo, periodicamente inseriro’ in questa rubrica, cittadini coraggiosi, il fulgido esempio di coraggio di un mio concittadino che magari sfugge alla reportizzazione ufficiale e si consuma nel silenzio.

Per iniziare bene, riporto due grandi atti di coraggio:

Domenica mattina, ore 12.50-Ponte su lungotevere Urbe sud ovest

Un ciclista, vestito appunto da ciclista provetto con la solita tutina lycra-che fa-figo e tanto di caschetto proteggi zucca correva come Bartali contromano, con assoluto disprezzo della sua vita e di tutti quelli che sterzavano e frenavano per non ucciderlo.
L’istinto dei cittadini automobilisti, radicato contro ogni ragione, ha rischiato di creare un maxi tamponamento a catena da cui l’imbecille su due ruote sarebbe uscito assolutamente indenne
Alla fine della sua folle corsa ha cercato di salire con la bici sull’argine del Tevere, che sfortunatamente e’ in secca
Considerato che ne e’ uscito incolume, gli consiglio di giocare all’enalotto. Un culo cosi’ minimo fa sei

Lunedì mattina, ore 9.45-comunale a scorrimento veloce

Un sorridente concittadino cinese faceva tranquillamente jogging su questa mega autostrada cittadina a nove corsie, ovviamente contromano con tanto di cuffietta nelle orecchie e aria saputa di chi si tiene in forma, mentre intorno le macchine raggiungevano la velocita’ della luce e passavano nell’iperspazio. Mi aspettavo di vederlo volare da un momento all’altro su nel cielo, spinto dal muso di qualche Suv che correva a pazzo e che invece di frenare aveva accelerato ma no, tranquilli, il cittadino lo vedo ancora dallo specchietto retrovisore mentre correndo pacifico imbocca lo svincolo per il raccordo anulare.
Auguri.
Io in motorino ho paura di andarci a 40 all’ora, su quella strada e nella direzione corretta..

martedì 14 ottobre 2008

Il fantasma dell’Urbe

C’e’ un luogo, nell’Urbe, dove quotidianamente s’infrangono le speranze di centinaia di cittadini.
Sotto gli occhi indifferenti della metropoli, piccoli sogni muoiono e l’attesa si consuma lenta ed inesorabile.
Questo luogo e’ la fermata del 670
Ho gia dedicato piu’ di un post al servizio di trasporto pubblico urbano (vedi
http://punzy.blogspot.com/2007/10/chi-lha-visto.html e http://punzy.blogspot.com/2007/06/autobus-urbani.html) ma il 670 meriterebbe un trattato apposito con precise nozioni di paranormale, dato che nessun cittadino l’ha mai visto.
Nel cuore della citta’ lunghi pali gialli culminano in tabelle che ne riportano gli orari nei feriali e nei festivi: quale onta, quale presa in giro! I cittadini sono costretti a prendere un altro autobus per alcune fermate, scendere e poi farsela a piedi fino al fantomatico capolinea del 670, dove medium di accreditata fama cercano di farlo materializzare da anni.
Il 670 e’ una truffa?
Un ectoplasma?
Un autobus virtuale?
Un numeri segreto per invocare il demonio?
Un trucco della giunta comunale per creare un luogo di socialita’ tra cittadini? In quest’ultimo caso perche’ minchia non ci mettono allora perlomeno una tettoia vicino a queste fermate fasulle che quando piove e fa freddo che vuoi socializzare sotto la pioggia?
Forse il 670 e’ uno dei quattro cavalieri dell’apocalisse, quando passa i cittadini si devono grattare oppure strapparsi tutti i capelli perche’ la fine dell’Urbe e’ vicina.
Chiedo a voi, cari blogger consapevoli ed impegnati un momento di solidarieta’.
Mandate una mail al comune di Roma dal titolo :”670, Chi l’ha visto? Io no”
Inoltre, si cercano testimoni sull’ultimo passaggio del 670 alla fermata San paolo basilica; anziani urbani di ferrea memoria affermano che manco quando ci stava baffone il 670 si faceva vedere..

lunedì 13 ottobre 2008

Lista dell’odio num 18

  • Il lunedi
  • Il lunedi che non mi parte il motorino e non si sa perche’e allora devo prendere l’autobus
  • Il lunedì che l’autobus strascoppia perche’ si e’ aperta una buca profondissima sulla strada che allora l’hanno chiusa e c’e’ un traffico da inferno e allora tutti hanno lasciato la macchina e si sono imbutati con me nell’autobus
  • Il lunedì che l’autobus ha deviato il percorso per via della strada chiusa per la buca profondissima e adesso non so dove mi porta
  • Il lunedì che l’autobus ha deviato il percorso e mi ha portato lontano dalla metro e morale della favola me la devo fare a piedi
  • Il lunedì che sto tutta sudata e corrente che non mi parte il motorino e allora devo prendere l’autobus che strascoppia perche’ si e’ aperta una buca profondissima sulla strada che allora l’hanno chiusa(la strada, non la buca, figuriamoci) e c’e’ un traffico da inferno pero’ l’autobus ha deviato il percorso e mi ha portato lontano dalla metro e morale della favola me la devo fare a piedi e quando arrivo in ufficio e timbro il cartellino ansmante e col fiatone la mia capa mi guarda disprezzante e mi dice e' questa l’ora di arrivare?

    Poi dice la madonna che uno la bestemmia

venerdì 10 ottobre 2008

Socialita’ urbana

Non e’ vero che nell’urbe si va sempre di corsa, troppo di fretta per relazionarsi con i propri simili..sfatiamo questo mito dell’indifferenza urbana e diciamo le cose come stanno: anche in una grande metropoli c’e’ posto per le relazioni umane.
Per esempio ieri pomeriggio, durante i miei 15 minuti di pausa caffe’, sono uscita dall’ufficio e sono andata a zonzo a riposarmi gli occhi. Una scenetta idilliaca di socialita’ metropolitana mi si e’ parata dinanzi agli occhi subito: un autista di scuolabus che chiacchierava amabilmente con un giovanotto di colore.
Solo che il giovanotto di colore era sul motorino. E l’autista in effetti era in servizio perche’ stava guidando un pulmino pieno di ragazzini urlanti.

Chiacchieravano fitto fitto mentre sbandavano a destra e a sinistra e si vedeva che i ragazzini gradivano l’intermezzo perche’ urlavano e’ meglio delle giostre. Io penso che magari evito di scendere dal marciapiedi. Semaforo rosso, subito i ragazzini approfittano per sputare in testa ai passanti dai finestrini, io per prudenza cammino raso muro; poi il semaforo si fa verde e i due ripartono sbandanti e felici, chiacchierando sempre fitto fitto. Mi chiedo cosa possa unire tanto due persone cosi’ diverse da farle chiacchierare come comari senza rendersi conto di quello che si fa e arrivata al bar lo capisco, perche’ i due hanno deciso di prendersi una pausa dallo sbandamento e sorbiscono un bel caffe’ doppio. Lo scuolabus e’ parcheggiato con una ruota vicino al marciapiede e il culo in mezzo alla strada, il motorino fuori all’ingresso del bar, sullo scivolo per gli handicappati. I ragazzini dentro il bus si stanno credo uccidendo, a giudicare dalle grida. I due ovviamente parlano di Totti e di quando torna qua’ ce stanno a rubba’ er campionato. Scavalco il motorino e chiedo un caffe’, mi intrometto nella conversazione e dico scusi ma i ragazzini la’ fuori..
non se preoccupi signo’. L’ho chiusi dentro
Ah vabbe’ allora
Ma che pe’ caso uno e’ suo?
No, grazie a Dio, sono tutti di qualcun altro
La conversazione riprende, si aggiunge anche il barista che il mio caffe’ se lo scorda e io ho quasi finito la pausa
Rumore di plastica divelta. Gambe infantili che sporgono dal finestrino rotto, grida disumane: corri corri Albe’ scappatene a casa,digli a mi’ madre che stiamo al bare
E fugge Alberto, fugge, verso il tramonto urbano con le scarpe slacciate, corre piu’ di Totti e piu’ dell’autista del pulmino che lo insegue.
Figurati se si ricordano del mio caffe’

giovedì 9 ottobre 2008

Sessualita’ urbana

Eh si, nell’Urbe si fa sesso.
Almeno spero, senno’ tutti quei preservativi schiattati sul lungotevere in realta’ sono pieni d’acqua e usati come gavettoni.
Si fa sesso a pagamento rischiando le multe, sesso coniugale il sabato sera, sesso adolescenziale sul sedile del mio motorino (ieri volevo tirargli un secchio d’acqua a quei due ma proprio sempre sul mio? Si vede che la sella e’ comoda)
Si fa anche sesso anziano, nel senso di anziani cittadini che fanno sesso.
I cittadini delle vecchie generazioni, vessati da case popolari senza riscaldamento, hanno imparato che il proprio coniuge, pure se tiene i suoi difetti, e’ comunque un corpo caldo a cui appoggiarsi nelle lunghe notti d’inverno e l’abitudine pare essere sopravvissuta negli anni, pure all’avvento del termosifone. Consuetudine vuole che, raggiunta una certa eta’ il cittadino metta a riposo i genitali, forse per sconvenienza, forse per stanchezza, forse perche’ le mogli decidono di non radersi piu’ i baffi, vallo a sapere…fatto sta che raramente, anzi devo dire quasi mai, ho sentito parlare un cittadino anziano di sesso.
Io quando vedo gli anziani urbani che girano per marciapiedi e negozi penso a loro come strani angeli senza sesso, con la funzione sociale di scassare la minchia un po’ a tutti: ai giovani sul motorino, alle commesse scostumate, ai Suv che li investono,agli autisti degli autobus che non guidano bene..le coppie di anziani urbani sono in genere caratterizzate da un lui un po’ turbolento e da una lei che tende dolcemente a rimetterlo in riga e vanno avanti cosi’, lui ad imprecare contro i rumeni e lei a tirargli la manica del cappotto dicendo abbassa la voce che ti sentono. Nonostante il fatto che gli anziani urbani in genere sono fastidiosi, guardo le geriatriche coppie con una certa tenerezza: gente che sta insieme da trenta, quarant’anni; tutta una vita, il dopoguerra,i figli, l’urbanizzazione,la motorizzazione di massa, l’informatizzazione..un mondo intero in un vita intera, con la societa’ che si trasforma a velocita’ della luce. Insomma io quando guardo queste coppie non e’ che penso che fanno sesso, credevo che ne so, tipo ad una certa eta’ ti si secca o ti cade.
Invece.

Ero in fila dal pizzicagnolo quando sento la voce di una vecchietta, che voleva essere bassa e confidente ma in realta’ la sentivano fino a Trastevere, che dice: allora me lo vedo davanti,cor pigiama bbono tutto arzillo che me sventola ste’ pillole davanti alli occhi…io me lo so’ guardato e gli ho detto ma che cazzo voi co’ sto viagra? Stamo col culo nella fossa e tu pensi a scopa’..ma famme dormi',famme!! Fosse stato Antonino (il pizzicagnolo) allora si che ce stavo e strizza l’occhio all’Antonino che ricambia viscido per vendere di piu’
Mi giro, guardo la tipa: magra ossuta con i baffi, il marito deve amarla veramente molto.
Il sesso degli angeli
Come no

mercoledì 8 ottobre 2008

Misteri domestici misteriosissssimi

Qualcuno sa spiegarmi come mai alcune cose che non trovavo piu’ da anni nella casa vecchia sono rispuntate a casa nuova?
Come ci sono arrivate?
E dove stavano prima di arrivare a casa nuova?
Si erano forse occultate come le astronavi romulane?
Era una magia?
Esiste forse una dimensione creata da distorsioni spaziotemporali o roba del genere dove si ficcano le cose che non trovi piu’? e in tal caso, come fanno ad uscire di nuovo fuori?
O come al solito centrano i folletti?
Guardate che questo e’ un mistero veramente misterioso e sappiate che ho i testimoni di quanto affermo; il caso piu’ eclatante riguarda una busta di plastica dove conservavo, ancora nel loro imballo originale, delle tazzine da caffe’ carinissime che non si trovano in commercio e la bomboniera del matrimonio di mio fratello. Prima del trasloco questa busta io non la trovavo piu’ da nessuna parte, ho smontato pure lo sciacquone e lo scaldabagno ma giuro: non esisteva piu’ nel nostro spazio tempo. Avevo gia stilato una serie di frottole da sparare a mio fratello per il fatto che non trovavo piu’ la bomboniera (l’ho data ai poveri, l’ho custodita in una cassaforte in banca,e’ troppo preziosa per tenerla esposta,l’ha mangiata la gatta,non me l’hai mai data ecc) quando entro nel ripostiglio di casa nuova e li’, vicino alla porta, in bella mostra, ecco la busta con le tazzine e la bomboniera.

Ci ho giocato pure i numeri ma non sono usciti.
Come hanno fatto ad arrivare li’?
forse in autobus?

martedì 7 ottobre 2008

Il nuovo quartiere di Punzy

Dunque.
Adagiato sulla riva sud occidentale del biondo Tevere, tra zanzare giganti, timidi alberelli e denso smog, svettano gli alti palazzoni grigi del nuovo quartiere di Punzy dove convivono, rompendosi i maroni a vicenda, circa 200.000 anime, compresi immigrati con regolare permesso di soggiorno e altre diverse centinaia senza permesso, nascosti dai burocrati dell’Urbe. La comunita’ immigrata maggiormente presente e’ quella asiatica, seguita a ruota da quella africana, indiana e rumena . Eta’ media 50 anni ma si vede che i piu’ giovani abitano tutti da un’altra parte perche’ nel mio palazzo a qualunque ora esci vedi gente sui 105/106 anni. Tranne, ovviamente, il mio vicino di casa che ha tre bambini piccolissimi che piangono a turno fuori al pianerottolo, preferibilmente dalle 07.00 alle 08.30 del mattino. Nel quartiere teniamo pure tre campi nomadi, di cui uno attrezzato e gli altri no e non voglio manco pensare a come vivono, poveracci.
Il quartiere e’ pieno di alimentari e bottegucce stile anni ’80 e quando sono di buon umore io li trovo deliziosamente vintage, quando mi rode dico che vado a fare la spesa da quei pezzenti puzzafame sotto casa.
Insomma, quartiere popular-etnico e a me piace un sacco; l’oggetto piu' alla moda sembra essere l’anziano carrello della spesa che massaie italiane, africane e rumene si trascinano dietro con la stessa disinvoltura. Ne voglio uno subito pure io senno’ va a finire che non mi integro.
L’unica cosa che non mi piace del quartiere e che vorrei cambiare anche subito se e’ possibile e’ il portiere, che ormai penso l’avete capito che e’ un gran scassapalle la cui unica missione sembra essere quella di starmi con il fiato sul collo e cogliermi in fallo mentre trasgredisco il Sacro Regolamento Condominiale, che credo per lui e’ come la bibbia o il corano o simili. Lo vedo che mi punta da dietro la guardiola appena esco dall’ascensore; manco buongiorno mi dice e mi segue con lo sguardo indagatore per vedere se arreco danno al palazzo..e’ evidente che la mia persona toglie decoro a tutto il condominio..mi aspetto di sentirgli dire da un momento all’altro, con marcato accento inglese e il sopracciglio alzato :” Non e’ possibile utilizzare l’ascensore per portare su i mobili, madame”.
L’ultima questa mattina; avevo parcheggiato il motorino davanti all’ingresso del portone, in mezzo a tutti gli altri motorini dei miei vicini e condomini ma lui e’ venuto da me, mentre mi mettevo il casco a dirmi che non potevo accendere il motorello sul marciapiede, altrimenti il gas di scarico finiva nel palazzo; ovviamente mentre tutti intorno a me accendevano e sgasavano nel palazzo, nel cortile e in faccia al portiere che pero’ sembrava stesse respirando rose invece di putridume perche’ non batteva ciglio. Per cui lo porto a mano (e con fatica perche’ pesa e io sono imbranata) giu dal marciapiede e ogni tanto mi giro indietro per vedere se il sopracciglio di Jeeves il maggiordomo si rilassa e accendo e sgaso solo quando vedo che la sua espressione di uomo che sta vedendo una cosa disgustosa si attenua e si gira per rientrare nella guardiola.
Il messaggio io credo sia chiaro: tu sei nuova e non mi piaci. Per cui, per te non valgono le regole che invece riservo ai preziosi condomini reali e ai loro rampolli che abitano questi appartamenti da sempre. Stai in campana. Bada che ti guardo.
Andra’ a finire che un giorno che mi rode lo insultero’ chiamandolo servo del potere e tutore dell’ordine costituito e questo dara’ via ad una guerra senza confini in cui io sono destinata a soccombere perche’ non ho il tempo e la voglia di combattere a vita con lui
Inoltre mi chiedevo: se non gli do’ la mancia a natale mi mette lo zucchero nel motore, giusto?

lunedì 6 ottobre 2008

Piu’ veloce della luce

Dunque, lascio casa vecchia, la vecchia vita, le vecchie mura. Ovviamente, stacco ( o almeno ci provo) luce e gas. A meta’ settembre cerco di capire come fare e mi sento rassicurata perche’ l’Acea, l’azienda che illumina l’Urbe, ha un sito stratosferico dove puoi fare tutto on line, con il culo comodamente appiccicato alla sedia. Dunque compilo il form con i miei dati, il mio codice cliente,la mia richiesta di distacco e premo fiduciosa invio, dando origine cosi’ all’inizio di un delirio che ancora deve vedere la fine. Dunque, il serivio on line dell’Acea funziona cosi’: tu fai la tua richiesta on line e qualche giorno dopo ricevi un’e-mail che dice che quello che volevi fare on line non lo puoi fare ma devi chiamare il numero a pagamento (aaaaargh) per prendere un appuntamento con il tecnico che viene a sigillare il contatore (inutile chiedersi a cosa serve, allora, avere il contatore elettronico). Il numero a pagamento funziona come tutti i servizi clienti: mezz’ora di attesa con una musichetta snervante e un operatore scoglionato che dice che la tua richiesta e’ stata inoltrata e ti manderanno un’email per dirti quando passa il tecnico. Il testo dell’e mail diceva cosi’: “ gentile cliente le comunichiamo che l’appuntamento con il nostro tecnico e’ fissato per il giorno 2 ottobre dalle 10.30 alle 10.30”. Io in effetti lo dovevo capire che l’orario scritto sulla mail e’ sbagliato ma ottimista come sono, ho voluto interpretarlo come:”il nostro tecnico sara’ da lei alle 10.30 spaccate”… quindi il giorno fissato vado a casa vecchia e mi predispongo ad un’attesa indefinita.
Senza ne’ acqua ne’ viveri.


Ore 11.00- mi spazientisco un po’
Ore 11.30- rileggo il testo della mail e inizio a capire che l’orario di fine attesa era CERTAMENTE SBAGLIATO
Ore 12 -Dov’e’, dov’e’ questo dannato tecnico???
Ore 12.30 -sto ancora attendendo il tecnico rosicchiando i muri dalla fame che voi ormai lo sapete che io non sono signorina da yogurt magro e allora mi decido e chiamo un’altra volta il numero a pagamento e il solito tizio sbadigliante mi dice che devo attendere le 13.30, orario massimo di arrivo del tecnico. Bestemmio i primi tre santi che mi vengono in mente, cosi’, tanto per sfogarmi e conto i minuti e devo andare in bagno ma l’acqua, invece, si che e’ gia staccata e non e’ il caso proprio che io mi avvicino alla tazza.
Ore13.42- Il tecnico e’ stato dato ufficialmente per disperso; forse lo cercano anche i suoi familiari e amici piu’ cari. Richiamo il numero a pagamento con la bava alla bocca (sia dalla rabbia che dalla fame e dalla sete) e qui iniziano veramente le comiche: l’operatore scoglionato che adesso tiene la voce un poco tremolante perche’ io ululo mi dice tutto spiacente che non sa cosa fare perche’ non e’ previsto che il tecnico non passi a sigillare il contatore per cui non mi puo’ dare un altro appuntamento e proprio non sa cosa si fa in questi casi..ha ha ha ha ha ha ma io voglio sapere perche’ sempre a me queste cose paludose senza fine ne’capo ne’ coda ma signore iddio questa e’ una punizione per la mia vita precedente in cui facevo forse la parassita sociale?
Non lo so.
Sempre ululando dico all’operatore che io in quell’appartamento non ci abito piu’ e per qualche mese non ci abitera’ piu’ anima creata per cui adesso facciamo una bella cosa: non pago l’ultima fattura cosi’ il contatore viene staccato per morosita’ e scommettiamo che allora il tecnico viene eccome a sigillare il contatore ma non trovera’ nessuno e suonera’ e suonera’ il citofono e poi per disperazione sigillera’ la cassetta della posta eh?cosi’ va bene? Ma stavo di nuovo parlando con la voce automatica…cosi’ imparo a urlare.
Il giorno dopo attendo il tecnico del gas, che viene sempre a sigillare il contatore. Stavolta scendo attrezzata con uno zaino pieno di panini, bottiglie d’acqua e settimana enigmistica per passare il tempo: il tecnico dovrebbe arrivare dalle 10.00 alle 12.00 per cui quasi quasi mi porto pure il pigiama
Ore 10.15, tutto finito; il tecnico e’ arrivato, ha sigillato e se n’e’ andato.
Vado via, chiudo la porta e mi riporto indietro le vettovaglie.
Stavolta davvero non torno piu’

Misteri urbani

Ma qualcuno lo sa perchè ci sono automobilisti che si piazzano in mezzo alla strada a venti all'ora e tutti quanti li sorpassano da destra e da sinistra e gli tirano i mortacci ma quelli non se ne fregano proprio niente e rimangono impalati in mezzo? ma che mistero urbano è questo?? Ma cosa credono di essere degli spartitraffico viventi? forse da grandi volevano diventare un segnale di stop, non ce l'hanno fatta e allora hanno ripiegato sullo spartitraffico mobile? oppure a bordo hanno una bomba che esplode se non rimangono per tutto il tragitto con due ruote a destra e due a sinistra della linea di mezzeria? o anche un alveare di api assassine nel motore che si apre e vomita gli insetti nell'abitacolo se superano i venti km orari? Forse i conducenti sono in animazione sospesa e la macchina è in realtà una camera iperbarica?
Ma forse a questa domanda non c'è riposta, forse questo mistero urbano è impenetrabile e a noi poveri che gli capitiamo dietro non rimane altro che bestemmiare...

domenica 5 ottobre 2008

Punzy, the return

Arieccome!!! è stata dura ma ce l'ho fatta e adesso posto dal mio bellissimo studio nella mia bellissima casa nuova (e si, mi sto sparando le pose). Non vi annoierò con i dettagli del mio trasloco, irritanti e stressanti; vi dico solo che il nome di nostro signore è stato fatto più volte e anche i mortacci del portiere sono stati scomodati in diverse sedi, in particolar modo mentre arrancavamo per otto piani con la lavatrice. Il karma è stato invocato e sono qui seduta ad aspettare di veder passare il suo cadavere mentre la sua anima si reincarna nel corpo di un facchino.
Amen