lunedì 6 ottobre 2008

Piu’ veloce della luce

Dunque, lascio casa vecchia, la vecchia vita, le vecchie mura. Ovviamente, stacco ( o almeno ci provo) luce e gas. A meta’ settembre cerco di capire come fare e mi sento rassicurata perche’ l’Acea, l’azienda che illumina l’Urbe, ha un sito stratosferico dove puoi fare tutto on line, con il culo comodamente appiccicato alla sedia. Dunque compilo il form con i miei dati, il mio codice cliente,la mia richiesta di distacco e premo fiduciosa invio, dando origine cosi’ all’inizio di un delirio che ancora deve vedere la fine. Dunque, il serivio on line dell’Acea funziona cosi’: tu fai la tua richiesta on line e qualche giorno dopo ricevi un’e-mail che dice che quello che volevi fare on line non lo puoi fare ma devi chiamare il numero a pagamento (aaaaargh) per prendere un appuntamento con il tecnico che viene a sigillare il contatore (inutile chiedersi a cosa serve, allora, avere il contatore elettronico). Il numero a pagamento funziona come tutti i servizi clienti: mezz’ora di attesa con una musichetta snervante e un operatore scoglionato che dice che la tua richiesta e’ stata inoltrata e ti manderanno un’email per dirti quando passa il tecnico. Il testo dell’e mail diceva cosi’: “ gentile cliente le comunichiamo che l’appuntamento con il nostro tecnico e’ fissato per il giorno 2 ottobre dalle 10.30 alle 10.30”. Io in effetti lo dovevo capire che l’orario scritto sulla mail e’ sbagliato ma ottimista come sono, ho voluto interpretarlo come:”il nostro tecnico sara’ da lei alle 10.30 spaccate”… quindi il giorno fissato vado a casa vecchia e mi predispongo ad un’attesa indefinita.
Senza ne’ acqua ne’ viveri.


Ore 11.00- mi spazientisco un po’
Ore 11.30- rileggo il testo della mail e inizio a capire che l’orario di fine attesa era CERTAMENTE SBAGLIATO
Ore 12 -Dov’e’, dov’e’ questo dannato tecnico???
Ore 12.30 -sto ancora attendendo il tecnico rosicchiando i muri dalla fame che voi ormai lo sapete che io non sono signorina da yogurt magro e allora mi decido e chiamo un’altra volta il numero a pagamento e il solito tizio sbadigliante mi dice che devo attendere le 13.30, orario massimo di arrivo del tecnico. Bestemmio i primi tre santi che mi vengono in mente, cosi’, tanto per sfogarmi e conto i minuti e devo andare in bagno ma l’acqua, invece, si che e’ gia staccata e non e’ il caso proprio che io mi avvicino alla tazza.
Ore13.42- Il tecnico e’ stato dato ufficialmente per disperso; forse lo cercano anche i suoi familiari e amici piu’ cari. Richiamo il numero a pagamento con la bava alla bocca (sia dalla rabbia che dalla fame e dalla sete) e qui iniziano veramente le comiche: l’operatore scoglionato che adesso tiene la voce un poco tremolante perche’ io ululo mi dice tutto spiacente che non sa cosa fare perche’ non e’ previsto che il tecnico non passi a sigillare il contatore per cui non mi puo’ dare un altro appuntamento e proprio non sa cosa si fa in questi casi..ha ha ha ha ha ha ma io voglio sapere perche’ sempre a me queste cose paludose senza fine ne’capo ne’ coda ma signore iddio questa e’ una punizione per la mia vita precedente in cui facevo forse la parassita sociale?
Non lo so.
Sempre ululando dico all’operatore che io in quell’appartamento non ci abito piu’ e per qualche mese non ci abitera’ piu’ anima creata per cui adesso facciamo una bella cosa: non pago l’ultima fattura cosi’ il contatore viene staccato per morosita’ e scommettiamo che allora il tecnico viene eccome a sigillare il contatore ma non trovera’ nessuno e suonera’ e suonera’ il citofono e poi per disperazione sigillera’ la cassetta della posta eh?cosi’ va bene? Ma stavo di nuovo parlando con la voce automatica…cosi’ imparo a urlare.
Il giorno dopo attendo il tecnico del gas, che viene sempre a sigillare il contatore. Stavolta scendo attrezzata con uno zaino pieno di panini, bottiglie d’acqua e settimana enigmistica per passare il tempo: il tecnico dovrebbe arrivare dalle 10.00 alle 12.00 per cui quasi quasi mi porto pure il pigiama
Ore 10.15, tutto finito; il tecnico e’ arrivato, ha sigillato e se n’e’ andato.
Vado via, chiudo la porta e mi riporto indietro le vettovaglie.
Stavolta davvero non torno piu’

9 commenti:

articolo21 ha detto...

Adieu!

Anonimo ha detto...

Mi ricorda un po' quando dovetti chiudere la linea Telecom al mio ultimo trasloco. Urla, grida, minaccie telefoniche di passare subito ad altro operatore col contratto nuovo ... Fortunatamente funzionò ...

Anonimo ha detto...

tra un po bisognerà riunire i sindacati per non far fallire l'acea.

SCHIAVI O LIBERI ha detto...

Tutto bene quel che finisce bene. L'importante è aver risolto il problema.
Bentornata a scrivere.

il Russo ha detto...

Sono tutti uguali: telecom, gas, luce, fastweb... Tra nastri registrati e operatori che non sanno un cazzo (ma non è colpa loro bensì di chi non li addestra) il loro tempo è danaro, il nostro a loro completa disposizione....

Punzy ha detto...

Buongiorno a tutti..per schiavo, non e' finita bene, non e' finita affatto perche' l'acea dovrebbe sigillare il contatore; ho semplicemente deciso di fregarmene di questo problema...do' un bentornato al saggio, che sta come al solito fuori come i cartelli, mi fa pero' piacere che abbia trovato un pc..per il Russo: il funzionamento dei call center e' la prova lampante di come il lavoro interinale abbia aumentato l'occupazione senza aumentare la produttivita' del lavoro..ma a quanto pare non frega a nessuno..

Anonimo ha detto...

Ciao Punzy, in verità mi sono fatta delle sacrosante risate, nel leggere il tuo post. Questo perché sai scrivere divinamente.

Ma è verissimo quanto scrivi in fondo ai commenti sulla ... mancata produttività del lavoro.

L'unica cosa è che il call center fa venire attacchi isterici a ripetizione, con rischio di ictus. Speriamo di averne bisogno il meno possibile.
Ciao

ventopiumoso ha detto...

bye bye acea...

Prefe ha detto...

mi ha fatto troppo ridere l'operatore che ammetteva di non sapere cosa fare!